Welfare. Reddito di solidarietà: primo sì della commissione al regolamento attuativo/foto

Gibertoni (M5s) ha presentato un documento scritto con le osservazioni al provvedimento. La Lega ha parlato di “reddito di cittadinanza straniera” e Fdi-An di “assistenzialismo parassitario”. Per Pd e Sel la misura è efficace, “a fine anno- ha evidenziato Taruffi- valutiamo eventuali ritocchi al provvedimento”

21/02/2017 14:08

Parere positivo della commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, allo schema di regolamento, collegato all’approvazione della legge regionale 24 del 2016, per la definizione delle modalità di attuazione del Reddito di solidarietà (Res). Sì di Pd e Sel, astenuto il M5s, contrari Ln e Fdi-An.

Il regolamento, come ha riferito in commissione l’assessore alla Politiche di welfare, Elisabetta Gualmini, individua i beneficiari e i requisiti di accesso e stabilisce la sospensione della ricezione delle domande nel caso di esaurimento delle risorse disponibili (35 milioni il primo anno): il richiedente deve presentare una Dichiarazione sostituiva unica (Dsu) ai fini Isee, in corso di validità, da cui risulti un valore di importo non superiore ai 3.000 euro. Il documento definisce poi le modalità di concessione e di erogazione del contributo economico agli aventi diritto e determina le modalità di coordinamento tra il Res e il Sia (Sostegno per l’inclusione attiva): l’erogazione del Res ai nuclei beneficiari avviene attraverso accredito su apposita carta acquisiti prepagata fornita dal gestore. Inoltre, stabilisce l’ammontare mensile in ragione della numerosità del nucleo familiare beneficiario: una singola persona 80 euro mensili, due componenti 160 euro, tre componenti 240 euro, quattro 320 euro e cinque o più 400 euro. Lo schema, ha poi rilevato l’assessore, definisce anche il periodo massimo di concessione della misura in 12 mesi con eventuale successiva concessione per ulteriori 12 mesi, decorsi almeno 6 mesi dalla conclusione della prima assegnazione. Infine, individua i soggetti coinvolti nel progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo del nucleo familiare beneficiario.

Giulia Gibertoni (M5s) ha presentato un documento scritto contenente osservazioni al regolamento. La consigliera ha chiesto di eliminare la subordinazione del Res a misure nazionali: “Qualora il Sostegno per l’inclusione attiva (Sia) scomparisse svanirebbe anche il Res”. L’esponente pentastellato ha sollecitato anche “una maggiore coerenza fra lo strumento applicativo e le specifiche forme della povertà presenti in Emilia-Romagna”. Nel documento del M5s si richiede inoltre di “valorizzare il ruolo insostituibile dell’impegno lavorativo come fattore di contrasto reale e durevole della povertà”, oltre ad “assicurare particolare attenzione agli strumenti di monitoraggio”. Una visione, ha concluso quindi Gibertoni, “per cui sono poveri solo quanti rientrano in condizioni di fragilità e vulnerabilità rischia di essere assai distante dalla realtà e di non comprendere né la dimensione, né le caratteristiche, né le ragioni che determinano la povertà”.

“Il Res rimarrà soltanto- ha poi sottolineato Daniele Marchetti (Ln)– uno strumento puramente di facciata, rivolto principalmente ai cittadini stranieri, inadeguato come lo è in parte il Sia”. Gli emiliani e i romagnoli, ha aggiunto, “resteranno inevitabilmente delusi, aumenta la distanza tra politica e cittadini”.

Anche per Alan Fabbri (Ln) “la legge regionale non risolve nulla, tanto da rivelarsi una boutade propagandistica per assecondare un elettorato che il Pd sta perdendo”. Chiedevamo, ha rimarcato, “azioni mirate, strumenti concreti per giovani e anziani in difficoltà, non un reddito di cittadinanza ‘straniera’”.

“È importante- è poi intervenuto Stefano Caliandro (Pd)– riaffermare la centralità del concetto universalistico: singole persone e unità familiari potranno accedere a questo strumento”. Da una parte, ha poi criticato le opposizioni, “c’è la retorica di essere sempre contrari e dall’altra parte migliaia di persone in uno stato di povertà cui cerchiamo di dare risposte”. Andiamo avanti, ha concluso, “con un percorso importante, chiedendo un atteggiamento più inclusivo da parte di tutti”.

“Prima di emettere sentenze inappellabili- ha evidenziato Igor Taruffi (Sel)– l’opposizione dovrebbe attendere di vedere come questo regolamento darà attuazione alla legge”. A fine anno, ha aggiunto, “valuteremo eventuali ritocchi al provvedimento, disponibili a collaborare con le minoranze”. Il consigliere ha comunque ribadito che “105milioni di euro, spalmati su tre anni, rappresentano uno sforzo importante”.

È poi intervenuto Tommaso Foti (Fdi-An) criticando il dispositivo della legge: “Sarebbe stato più opportuno immettere questi 105milioni di euro nel sistema produttivo: è l’economia reale a produrre lavoro non quella assistenziale”. Questa legge, ha aggiunto, “è una forma di assistenzialismo parassitario, l’autopromozione delle persone non passa attraverso il riconoscimento del proprio stato di inferiorità”.

Infine, Gian Luca Sassi (M5s) ha lamentato l’eccessiva frammentazione del welfare emiliano-romagnolo.

Il regolamento, prima dell’approvazione finale, dovrà essere ritrasmesso alla Giunta regionale per poi ritornare in commissione per il definitivo via libera.

(Cristian Casali)

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