Diritti. Il Difensore civico regionale sollecita nuovamente i Comuni sul rispetto della legge Delrio/foto

“Gli atti di nomina del sindaco in caso di mancato rispetto della quota di genere risultano invalidi”

17/02/2017 12:09

“Sono undici i comuni emiliano romagnoli a non rispettare la legge Delrio”. A sottolinearlo è il Difensore civico della Regione Emilia-Romagna, Gianluca Gardini.

Il Difensore civico fa sapere che a breve solleciterà nuovamente i Comuni inadempienti, dopo aver inviato una prima missiva lo scorso novembre.

Sono Saludecio nel riminese, Baiso in provincia di Reggio Emilia, Lagosanto nel ferrarese, Brisighella nel ravennate, Borgonovo Val Tidone nel piacentino, Minerbio e Granarolo dell’Emilia nel territorio di Bologna, i modenesi Bomporto, Castelfranco Emilia, Zocca e Modena a non rispettare l’equilibrio di genere imposto dalla legge Delrio.

“In questi Comuni- evidenzia Gardini- non viene rispettata la norma prevista dalla legge, che richiede una presenza minima di genere pari al 40 per cento”. Per dieci degli undici Comuni, prosegue, “il genere sotto rappresentato è quello femminile, con l’unica eccezione del municipio ferrarese di Lagosanto, che vede un solo assessore uomo in una Giunta di 5 membri. Il Comune di Modena fa eccezione in un altro senso, dal momento che, oltre ad essere capoluogo di provincia, vanta una popolazione residente superiore ai 150mila abitanti”. La regola si applica solo ai Comuni con più di 3.000 abitanti, e richiede una rappresentanza minima del 40 per cento di ciascun genere all’interno delle giunte, calcolando assessori e sindaco.

Il Difensore civico, in stretta collaborazione con la presidente della commissione per la Parità e per i diritti delle persone, Roberta Mori, a novembre ha invitato tutti i Comuni emiliano-romagnoli a conformarsi a quanto previsto dalla Delrio, sollecitandoli a modificare, dove necessario, la composizione delle Giunte. La raccomandazione è stata raccolta dal Comune di Casina, in provincia di Reggio Emilia. In questo comune il sindaco ha pubblicato un avviso pubblico finalizzato a individuare un assessore di sesso femminile che, nel rispetto del rapporto fiduciario che deve sempre legare queste figure, fosse disponibile a sottoscrivere il suo programma di governo. Il procedimento è tutt’ora in corso, ma le candidature femminili non sono mancate.

Visti i risultati della verifica, evidenzia infine il Difensore civico, “se i Comuni continueranno a non ottemperare alla legge, il passo successivo sarà quello di trasmettere la documentazione al presidente della Giunta regionale affinché valuti quali misure assumere”. Per quanto riguarda le nomine in violazione della regola prevista dalla Delrio, ricorda Gardini in chiusura, “la giurisprudenza amministrativa ha da tempo chiarito che la norma in questione funge da ineludibile parametro di legittimità per gli atti di nomina del sindaco, che in caso di mancato rispetto della quota di genere risultano invalidi”.

Per derogare alla quota minima del 40 per cento, così come precisate dal Consiglio di Stato, occorre invece dimostrare la “effettiva impossibilità di assicurare, nella composizione della Giunta comunale, la presenza dei due generi nella misura stabilita dalla legge, impossibilità che deve essere adeguatamente provata e che pertanto si risolve nella necessità di un’accurata e approfondita istruttoria e in una parimenti adeguata e puntuale motivazione del provvedimento sindacale di nomina degli assessori che quella percentuale di rappresentanza non riesca a rispettare”.

(Cristian Casali)

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