Cultura Bologna. Sani (Teatro Comunale) in commissione Cultura: Al Tar contro un taglio Fus sorprendente

Bignami (Fi) attacca il “management deludente, sul Fus era meglio istanza cautelare del ricorso”. Il Sovrintendente difende la gestione: “Vinciamo premi e Ministero ci penalizza, paradossale”

16/02/2017 19:23

La situazione del Teatro Comunale di Bologna, con il piano di risanamento in atto, i tagli del Fus e gli accordi sulla riduzione del personale sono stati al centro di una lunga audizione del Sovrintendente Sani in commissione Cultura, presieduta da Giuseppe Paruolo.

L’incontro al quale erano presenti anche i rappresentanti delle sigle sindacali che in questi mesi hanno promosso la mobilitazione per tutelare i lavoratori del Comunale è stato convocato su richiesta di Galeazzo Bignami (Fi) che ha subito manifestato tutta una serie di perplessità sui risultati dell’attuale gestione della fondazione, ritenuta “non adeguata” e sollecitato risposte a una lunga serie di interrogativi. In primis la questione dei taglio del finanziamento derivante dal Fondo unico dello spettacolo contro il quale il Sovrintendente ha confermato il ricorso al Tar. “Se, come ha detto lo stesso Sani, ci vorranno anni per una sentenza, – ha chiesto Bignami- perché non è stata fatta istanza cautelare?”. Sui parametri che hanno determinato il taglio di una quota delle risorse assegnate il consigliere ha quindi chiesto chiarimenti, segnalando che le prestazioni sono state giudicate dalla commissione “largamente insufficienti”. Il Ministero – ha detto – dà un giudizio chiaro sulla qualità dell’azione del comunale.

Nella sua descrizione sullo stato dell’arte della Fondazione il sovrintendente Sani ha difeso a tutto tondo le scelte operate in ambito artistico e manageriale ricordando l’accordo concluso per il piano di risanamento della Fondazione, a seguito del quale il Comunale di Bologna ha ottenuto dal Ministero in unica soluzione “la quota di 17 milioni di euro che ha consentito di sanare disavanzi dovuti a precedenti gestioni”. Una somma in prestito che verrà restituita nell’arco di 30 anni in rate con un tasso molto favorevole.

“La penalizzazione Fus ci ha sorpreso”, ha poi affermato il sovrintendente, ricordando il taglio di 890 mila euro. Sui motivi alla base della decurtazione delle risorse attese, Sani ha chiarito che riguarda la quota del 25% del totale assegnato, che viene decisa “discrezionalmente” dalla commissione consultiva per la musica che giudica la qualità della produzione. Sani ha quindi ribadito: “E’ sorprendente che proprio nell’anno in cui, unico esempio in Italia, il Comunale di Bologna ha vinto 3 Premi Abbiati, che rappresentano il massimo riconoscimento della critica nazionale nel settore, ci sia stata proprio una valutazione penalizzante da parte della commissione ministeriale”. Di qui la decisione del ricorso al Tar “per segnalare che il teatro non riconosce un riparto delle risorse dettato da logiche arbitrarie”. Alla fine “abbiamo recuperato parte del taglio (circa 250 mila euro)- ha detto Sani- mantenendo un’ottima qualità artistica con riduzione dei costi nella parte strutturale”.

Tra le numerose altre scelte rivendicate dal sovrintendente: aver conseguito consistenti entrate da sponsor: “2,5 milioni di euro in due anni, una cifra mai raggiunta prima, che pone il Comunale al terzo posto per attrattività di risorse private subito dopo la Scala e l’Arena di Verona”. E per quanto riguarda il pubblico – ha riferito – “gli abbonamenti sono in crescita, hanno sfondato di molto quota 3.000, in controtendenza in un paese in cui il pubblico della classica sta subendo una diminuzione”. Per quanto poi riguarda le sinergie da mettere in campo con altre realtà della regione è stata ricordata la partnership produttiva raggiunta con il Festival di Parma (due titoli all’anno per un triennio).  

In tema di personale Sani ha ricordato che la riduzione rientra nel piano di risanamento: “un percorso lungo ma che ha portato ad un accordo storico molto favorevole, si sono concluse conciliazioni”. 

Stefano Grignanin (Fistel cisl): ha espresso la preoccupazione che ai tagli del Fus debbano rispondere ancora i lavoratori che ad oggi, tra la decurtazione del 15% della retribuzione e le 30 persone in uscita “hanno contribuito per circa 3 milioni di euro”. Bisogna lavorare, ha detto, per il recupero delle risorse e per aumentare il pubblico, il cui andamento nel periodo 2013/2015 sarebbe stato “scarso”, magari con scelte di programmazione più orientate “a fare cassa”.

Antonia Rossa (Slc-Cgil) ha messo in guardia perché l’accordo sul personale per il risanamento del teatro “rischia di non bastare” a fronte della mancata certezza sui finanziamenti. “Se le risorse pubbliche calano rispetto alle previsioni non c’è accordo che tenga. Abbiamo li problema di garantire un’inversione tendenza del Fus e una programmazione triennale delle risorse altrimenti si rischia di fare fallire”.

Giovanni Ofer (Uilcom) ha posto l’accento sulla necessità di strategie per la crescita del teatro, bene quindi l’accordo Bologna-Parma, e bisogna vigilare per continuare su questa strada. “Dovremmo produrre di più- ha detto- ma l’attuale dotazione organica è al limite della funzionalità”.

Silvia Prodi (Pd) ha preso le distanze da Bignami. “La storia di un teatro si misura sugli anni precedenti. La spinta verso la parametrazione dei dati incide sul cartellone, ma lo Stato dovrebbe piantare semi di cultura e qualità per il territorio, e dare certezze per la pianificazione”.

Critica con il managment del comunale Silvia Piccinini (M5s). “Fare meglio con meno, magari penalizzando i lavoratori- ha detto- è una formula infelice”. La consigliera ha quindi chiesto se esiste un piano di rilancio del Comunale, se dopo i tagli del personale i servizi verranno esternalizzati e quali tagli siano previsti per la dirigenza.

“Credo ci sia in atto uno sforzo difficile che va riconosciuto e di cui misureremo i risultati”- ha detto Massimo Iotti (Pd). Sulle sinergie produttive, in particolare per quanto riguarda l’annunciato accordo tra Teatro comunale e Festival Verdi di Parma “spero che sia una opportunità e non una occasione per tirare la coperta da una parte o dall’altra”. Le risorse pubbliche non possono essere aumentate, ha ricordato, bisogna muoversi verso i privati.

(Isabella Scandaletti)

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