Caccia. In commissione informativa sul Piano faunistico venatorio regionale 2017-2022

Assessore Caselli: “fissati obiettivi per corretta gestione della fauna selvatica e della caccia”. Apprezzamento dal Pd, domande e rilievi da M5s e Ln. Presidente Serri: “Seduta commissione su gestione del lupo”

15/02/2017 19:29

Nella seduta odierna della commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, l’assessore all’Agricoltura, caccia e pesca, Simona Caselli, ha tenuto un’informativa sui contenuti del Piano faunistico venatorio regionale 2017-2022. Il Piano, di durata quinquennale, sarà presentato nei prossimi giorni ai soggetti portatori d’interesse (stakeholder), avviando la lunga fase di confronto, utile per acquisire osservazioni e proposte e per svolgere le valutazioni tecniche previste, che si concluderà fra alcuni mesi con l’approvazione da parte dell’Assemblea legislativa.

Il Piano faunistico venatorio regionale– ha ricordato l’assessore– fissa gli obiettivi per una corretta gestione della fauna selvatica e del prelievo venatorio in Emilia-Romagna. È il primo Piano con valenza sull’intero territorio regionale e “per questa ragione, oltre che per la molteplicità di soggetti coinvolti e di interessi da contemperare, è complesso e composito e sarà efficace nella misura in cui riuscirà a mettere in sinergia l’attività di tutti”. In merito al Piano, la Regione ha competenze di indirizzo e controllo, mentre le funzioni gestionali sono in capo ai tanti soggetti presenti nel territorio (ambiti territoriali di caccia, aziende faunistico venatorie, polizia provinciale, etc).

Il quadro conoscitivo che sta alla base del Piano – hanno spiegato i tecnici – parte dall’analisi delle specie faunistiche presenti in Emilia-Romagna e della loro distribuzione sul territorio (Carta delle vocazioni faunistiche) per definire unità territoriali omogenee a seconda dei livelli di concentrazione delle varie specie (protette, non protette ma non impattanti, non protette e impattanti) e delle peculiarità dei vari ambienti. Per quanto riguarda le specie non protette e impattanti (ungulati in testa), il Piano, a seconda della numerosità dei capi e dell’incidenza dei danni causati, compresi gli incidenti stradali, elenca gli interventi di prevenzione e di controllo, con l’introduzione di significative misure sperimentali. L’ultima parte del Piano concerne la riorganizzazione degli istituti faunistici con finalità pubblica e privata, con particolare attenzione, per quanto riguarda quelli a finalità privata, agli Ambiti territoriali di caccia (Atc), data la peculiare funzione di gestione venatoria nel territorio.

La presidente Serri ha chiesto delucidazioni sulla caccia di selezione degli ungulati, sulle immissioni di selvaggina, in particolare di lepri, negli Atc e sull’attività di questi. Ha poi preannunciato che la commissione dedicherà una seduta alla gestione del lupo.

In merito alla caccia di selezione degli ungulati, i tecnici hanno sottolineato come sia di competenza degli Atc, mentre i piani di controllo sono effettuati dalla Polizia provinciale. Per quanto riguarda le immissioni di lepri negli Atc, hanno ribadito come il nuovo Piano preveda importanti forme sperimentali di gestione. Infine, circa l’attività degli Atc hanno evidenziato che dopo l’approvazione del Piano sarà previsto un regime transitorio per la riorganizzazione di tali istituti.

Andrea Bertani (M5s) ha chiesto se la proliferazione del cinghiale sia naturale o effetto di immissioni e se il controllo di questa specie posso avvenire solo attraverso l’abbattimento o siano previste misure alternative quali catture, traslocazioni e sterilizzazioni. In merito al daino, ha domandato il motivo della previsione di una sua completa rimozione dal territorio ravennate.

I tecnici hanno spiegato che il sovrannumero dei cinghiali è così elevato da rendere inefficaci misure alternative all’abbattimento. Riguardo al daino, hanno ricordato come nel ravennate i capi siano concentrati nella zona della Pineta di Classe e nelle aree contigue, con grave pericolo per la circolazione sulla statale Adriatica.

Francesca Marchetti (Pd) ha espresso apprezzamento per le misure di contenimento del cinghiale previste nel Piano, in particolare per quanto riguarda il territorio bolognese, e ha preannunciato che il Pd non farà mancare il proprio contributo nella delicata fase di riorganizzazione degli Atc.

Massimiliano Pompignoli (Ln) ha chiesto quale sia l’orientamento della Regione in merito al numero degli Atc.

L’assessore Caselli ha ribadito come per l’Ente siano fondamentali l’efficacia gestionale e il raggiungimento degli obiettivi del Piano, vale a dire ‘chi fa cosa’; sul ‘come’ il confronto è aperto e ogni iniziativa ‘dal basso’ di accorpamento dei vari Atc presenti nelle diverse province sarà tenuto in considerazione. Un funzionamento più efficiente degli Atc – ha concluso – sarà importante anche per superare il problema della diminuzione dei cacciatori.

(Luca Govoni)

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