MINORI. TUTORE VOLONTARIO, AL VIA NUOVI CORSI IN REGIONE. GARANTE FADIGA: NUMERO INSUFFICIENTE E MECCANISMI DA METTERE A PUNTO, MA OCCORRE CONTINUARE

MINORI. TUTORE VOLONTARIO, AL VIA NUOVI CORSI IN REGIONE. GARANTE FADIGA: NUMERO INSUFFICIENTE E MECCANISMI DA METTERE A PUNTO, MA OCCORRE CONTINUARE

15/04/2015 15:52

Il tutore volontario è un “supporto concreto per i minori stranieri accolti sul territorio nei loro percorsi di protezione, inserimento scolastico e sociale”, ma in questo momento non solo “il numero di soggetti formati è certamente insufficiente per far fronte alle richieste” ma spesso, “a causa della lentezza della macchina amministrativa, la tutela si conclude dopo pochi mesi dalla presa in carico per il raggiungimento della maggiore età”. Per questo motivo serve “una prospettiva in termini di continuità del rapporto e, quindi, la disponibilità a continuare anche dopo il compimento della maggiore età e senza poteri”, altrimenti “la cosa non ha senso”.

Luigi Fadiga, Garante per l’infanzia e l’adolescenza dell’Emilia-Romagna, a distanza di oltre un anno e mezzo dalla conclusione del corso organizzato dal suo Ufficio e in vista dell’avvio di due nuovi percorsi a Ferrara e Bologna, fa il punto della situazione sulla figura del tutore volontario, cioè “persone della società civile formate ai temi della tutela e della cura delle persone di minore età che, a seguito della nomina da parte del Giudice tutelare, assumono le funzioni di tutela di un minore, affiancando così i servizi territoriali nel percorso di accompagnamento di ragazze e ragazzi in stato di necessità”.

Sabato 11 aprile un seminario di approfondimento ha inaugurato il percorso formativo per aspiranti tutori volontari promosso dal Comune di Ferrara e Agire Sociale – Csv, in collaborazione con il Comune di Bologna; un’iniziativa analoga ha preso il via martedì 14 aprile nel Comune capoluogo. Nel 2013 era stato del resto lo stesso Ufficio del Garante per l’infanzia e l’adolescenza a promuovere un percorso di sensibilizzazione e formazione di queste figure. Venticinque i soggetti così formati, ma solo 6 ad oggi le nomine effettuate da parte dei Giudici tutelari di Bologna e Modena. Nel corso dell’anno 2014, spiega Fadiga, la Giunta regionale, anche su proposta del Garante, ha deliberato l’istituzione dell’elenco regionale di aspiranti tutori volontari, prevedendo inoltre in loro favore un modesto ma significativo rimborso delle spese, “un passo in avanti verso il loro riconoscimento”.

L’incremento numerico dei tutori volontari è un obiettivo da perseguire e quindi “è da vedersi come estremamente positivo l’avvio di nuovi percorsi sul territorio, senza però alterare la caratteristica fondamentale di questa figura, che è di essere espressione del mondo del volontariato”, sostiene Fadiga. Anche se, ragiona, “più che di tutori volontari sarebbe forse meglio parlare di volontario tutore in quanto il rapporto col minore nasce e si sviluppa ancora prima dell’abbinamento formale, che deve necessariamente tenere conto delle caratteristiche personali sia del minore sia del tutore, e quindi basarsi su una buona conoscenza reciproca e su una corretta relazione di fiducia, e continua anche dopo”.

Sono tanti altri i miglioramenti possibili, ribadisce Fadiga. “L’iniziativa non dovrebbe riguardare solo i minori stranieri non accompagnati ma anche tutti quei bambini e quei ragazzi interessati da procedimenti di adottabilità- prosegue il Garante-, anche qui il tutore potrebbe fare molte cose in termini di ascolto e sostegno”. E’ auspicabile, infine, conclude Fadiga, che “il legislatore nazionale riconosca espressamente ai Garanti per l’infanzia e l’adolescenza il ruolo e le funzioni di tutori pubblici dei minorenni, con facoltà del giudice di deferire a loro la tutela: ciò consentirebbe di evitare le tutele deferite al Comune o al sindaco, criticate da più parti anche per il conflitto di interessi che può insorgere tra amministrazione comunale e minorenne in tutela”.

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