Seconda tappa, un centro di protezione civile per Ausserd

20.03.2018

Seconda tappa, un centro di protezione civile per Ausserd

Un centro di protezione civile nella strategica wilaya (provincia) di Ausserd, un dispensario ostetrico a Smara, piccole cooperative di donne dove si produce cous cous e un centro creato dalle donne. Queste le tappe della giornata per la delegazione dell’Emilia-Romagna in visita nei campi profughi algerini dove vivono i Saharawi. Il popolo del deserto è in attesa da più di 40 anni di un referendum per l’indipendenza, e nel frattempo è ospite dei campi algerini -che portano lo stesso nome delle sue città nella parte occidentale del Sahara. Qui vive soprattutto grazie ali aiuti umanitari internazionali – che però sono diminuiti negli anni - e ai progetti delle associazioni che invece, come ribadisce Nadia Rossi, consigliera dell’intergruppo di amicizia del Popolo saharawi, sono cresciuti e si sono evoluti. “Le nostre associazioni hanno fatto rete ed è stata una forza in più per portare alcuni risultati”. La visita di oggi lo conferma.

Le associazioni Kabara Lagdaf, El Ouali e Cisp in rete con altre realtà del territorio e grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna, hanno fatto sì che ad Ausserd, zona strategica tra la popolosa Smara e El Ajoun, nascesse il centro di protezione civile. Oggi la posa della prima pietra per l’edificio che dispone già di un nuovo mezzo antincendio mentre a settembre si darà l’avvio alla formazione dei pompieri volontari e ad una campagna di sensibilizzazione della popolazione sui media locali, nelle scuole e con il contributo delle ong internazionali. “Tutto questo è stato possibile grazie all’intervento della Protezione civile della nostra Regione che, dopo l’attento sopralluogo dello scorso anno“ spiega Fabio Campioli presidente di Kabara Lagdaf, “ha capito che i maggiori rischi nei campi sono provocati da incendi, incidenti domestici con il gas e incidenti stradali”.

Centro ostetrico 2

Uomini che entreranno presto in azione dunque ma anche donne che con l’avvio di piccoli progetti imprenditoriali sono riuscite a portare reddito nelle loro famiglie, hanno garantito stabilità alla popolazione saharawi – profuga- e soprattutto sono riuscite ad impegnarsi. E’ il caso dei 20 piccole cooperative di donne sostenute da Africa 70, Nexus, El Ouali e la Regione Emilia-Romagna con un cofinanziamento dell’Agenzia italiana per la cooperazione: con un piccolo budget hanno scelto di impegnarsi in alcune attività – a loro scelta e sono state aiutate economicamente per equipaggiamento e corsi sulla sicurezza alimentare. Alcune hanno scelto di fare cous cous – ovviamente il cibo più tradizionale – ma una ha anche aperto un  fast food, un’altra sforna dolci tipici, mentre alcune di loro  si sono avventurate nella produzione del cibo con la pianta della moringa.

“E anche qua le donne si ingegnano e spesso sono la vera forza del popolo” è il commento di Nadia Rossi che ha visitato anche il centro 27 febbraio (che prende il nome dalla data di nascita della Rasd). Un centro che è nato proprio grazie alle donne che durante gli anni dei conflitti, quando gli uomini non c’erano, portavano avanti tutti i servizi necessari alla comunità. Il centro che negli anni si è evoluto, ha un laboratorio di informatica, una biblioteca, un negozio di artigianato e di T-shirts, una parrucchiera.

Centro ostetrico

E sono due le ostetriche, con dieci infermiere, le donne che invece gestiscono il centro di Smara, dove nascono i bambini. Il progetto portato avanti grazie all’aiuto del Comune di Ravenna e la rete emiliano-romagnola permette alle donne di Smara di essere controllate, di fare prevenzione e di far nascere i loro figli in un luogo pulito e sicuro dove poi potranno tornare per sottoporsi a tutti i controlli. “Ogni donna ha la sua storia clinica” commenta l’ostetrica più anziana, con grande fierezza, indicando archivi di faldoni accuratamente impilati. Saranno ancora cartacei ma sempre un grande passo in più.

di Francesca Mezzadri

Sarà possibile seguire la missione giorno per giorno dal sito dell’Assemblea www.assemblea.emr.it/saharawi

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