Europa. Commissione Bilancio licenzia Legge comunitaria 2017: al sì del Pd si contrappone il dissenso di Lega e M5s

Approvati 10 emendamenti della Giunta e due del relatore di maggioranza Bessi, respinti due emendamenti della Lega e 16 del M5s

19/06/2017 19:09

Giudizi critici della Lega nord e un “forte e motivato dissenso” da parte del M5s al testo emendato del progetto di legge “Legge comunitaria regionale per il 2017” licenziato dalla commissione Bilancio, presieduta da Massimiliano Pompignoli.

Positivo invece il parere del Pd che ha approvato, oltre agli articoli del provvedimento, anche i 10 emendamenti della Giunta e i 2 presentati dal relatore di maggioranza, Gianni Bessi(Pd). Respinti i due emendamenti della Lega e i 16 del M5s.

La legge comunitaria regionale è il momento principale della cosiddetta ‘fase discendente’, con cui si adegua, ormai a cadenza annuale, l’ordinamento regionale a quello europeo”. Le materie principali trattate dal testo, in una prima stesura, erano agricoltura e attività produttive (commercio e energia). A queste, attraverso 8 emendamenti della Giunta, è stato aggiunto un ulteriore capitolo in tema di “sale cinematografiche”.

Questa aggiunta, spiegata da Bessi in apertura come un “adeguamento normativo comunitario” e come un “aggiornamento rispetto alla normativa nazionale”, è stata invece contestata dal relatore di minoranza, Daniele Marchetti della Lega che ha ribadito come nel testo emergano aspetti senza attinenza con la legge comunitaria.

Il riferimento non è solo al tema delle sale cinematografiche, ma anche agli articoli sul turismo, che modificano alcuni passaggi della recente legge 4/2016, Ordinamento turistico regionale, il cui inserimento, a parere del relatore di minoranza, è dettato da “motivazioni deboli”, così come certe previsioni sul commercio sempre inserite nel progetto di legge. “Stiamo ancora facendo i conti con la direttiva Bolkestein, una delle peggiori norme della UE, – stigmatizza a questo proposito Marchetti – che già tanti danni ha provocato”.

Anche Andrea Bertani (M5s) rimarca le stesse critiche del leghista, “alcuni argomenti – afferma – non dovrebbero assolutamente rientrare nella legge comunitaria”. Se alcune norme, anche recenti, devono essere riviste – questo il succo del discorso – lo si faccia apertamente, verificando il merito delle questioni.

Il tema è sempre quello del turismo: anche Pompignoli, come consigliere della Lega, interviene più volte sostenendo come “non sia comprensibile modificare una legge dopo appena un anno” e Bertani parla di “continui ritocchi a seconda delle esigenze del momento, interventi chirurgici per mantenere gli equilibri”. Mentre a parere di Bessi “le modifiche nascono dall’esigenza di dare coerenza alla legge”.

Critiche del M5s per bocca di Silvia Piccinini anche su tre articoli riguardanti l’energia, di cui chiede l’abrogazione. Per la consigliera, infatti, vengono aumentate le funzioni amministrative di Arpae in contrasto con una sentenza della Corte costituzionale, che riguarda la medesima Agenzia del Molise, che avrebbe un assetto simile a quella dell’Emilia-Romagna. Dunque, sarebbe meglio aspettare a legiferare in materia, almeno fino a quando non ci sarà chiarezza. “La nostra legge non è stata impugnata, – replica Bessi – è quindi coerente andare avanti con queste previsioni e poi, eventualmente, valutare quanto accadrà”.

Ma emergono dubbi di Lega e M5s anche sul fronte delle concessioni di nuove coltivazioni di idrocarburi. Tra gli altri, quello sull’entità del contributo ai Comuni il cui territorio è interessato da queste concessioni: per Pompignoli dovrebbe essere aumentata dal 30% al 50%, mentre per Bessi si può discutere sulla quota ma è importante riconoscere il principio, prevedendo che i proventi siano destinati al settore della scuola. “Stiamo parlando di nulla – chiosa Bertani – visto che i valori di queste royalties per i Comuni sono briciole, quindi il tornaconto derivante da queste attività per territori vocati a agricoltura e turismo è negativo”.

A seguire il capitolo sulle sale cinematografiche. La ragione dell’inserimento di questa materia riguarderebbe – secondo la relazione fornita dall’assessorato – la necessità di adeguare la legge regionale in materia (12/2006) alla nuova normativa statale (220/2016), che ha abrogato i principi su cui era basata la disciplina regionale laddove prevedeva che l’insediamento di nuovi esercizi o l’ampliamento di quelli esistenti dovessero essere valutati in rapporto a criteri e condizioni di sviluppo mirati  a razionalizzarne la distribuzione sul territorio basandosi su criteri come il rapporto tra popolazione e numero degli schermi già presenti. La legge 12 quindi riconduceva la materia dell’autorizzazione all’apertura di sale cinematografiche non solo al campo della promozione e organizzazione di attività culturali, ma anche al governo del territorio. D’ora in avanti, dunque, l’autorizzazione per l’insediamento di sale di una certa dimensione, sopra gli 800 posti, sarà programmata non più su criteri di sviluppo basati su limiti stabiliti in relazione alla presenza di altre sale/multisale, ma dal punto di vista urbanistico e edilizio e quindi nell’ambito delle competenze regionali in materia di governo del territorio.

Contrario Bertani, che insieme a Piccinini non ha partecipato al voto degli emendamenti che hanno inserito gli articoli relativi a questa materia: sono aggiunte “dell’ultimo momento – rileva – che imbarazzano visto che c’è in cantiere un progetto di legge in materia urbanistica a cui meglio si sarebbe potuto associare questo capitolo”. Così Pompignoli che depreca il fatto che lo stesso tema dovrà essere nuovamente trattato in fase di discussione del futuro provvedimento.  

Esaminato anche il collegato al progetto di legge, anch’esso emendato, che abroga 78 leggi regionali.

I due provvedimenti passeranno ora al vaglio dell’Aula, probabilmente nella prima seduta di luglio.

(Antonella Celletti)

 

 

 

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