Sessione europea 2017. Al via gli indirizzi per la partecipazione della Regione alle politiche UE (2)

Saliera: “I giovani futuro dell’Europa”. Massari: “Serve un cambio di paradigma”. Bianchi: Puntare sulla mobilità degli studenti. Bonaccini: “Siamo europeisti convinti, ma serve una Europa che cambi passo”

08/05/2017 16:32

Apre la seduta la presidente Simonetta Saliera con un riferimento ai “giovani che sono il futuro dell’Europa: questa Assemblea – sottolinea – si è fatta e si fa promotrice di numerosi progetti e iniziative volti a far conoscere e amare l’Europa e i suoi valori soprattutto alle giovani generazioni”. “Considero un vanto e un impegno imprescindibile di quest’Aula – afferma – far sì che chi è nato europeo, chi gode da appena venuto al mondo di una cittadinanza europea con tutti i suoi vantaggi, sappia riconoscere che questi diritti nascono da una storia e che da questa storia deriva una responsabilità condivisa, di pace e di progresso”. “Non si deve tornare indietro, l’Europa – ribadisce, citando un passaggio del documento del Calre (Conferenze delle Assemblee legislative regionali europee) presentato in occasione della Giornata dell’Europa – ‘è la soluzione alle esigenze e alle preoccupazioni della popolazione, dobbiamo promuovere la democrazia europea, la cittadinanza attiva e garantire i diritti fondamentali, le pari opportunità e uno sviluppo sostenibile e armonioso in linea con i nostri obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale, considerando la diversità dei territori europei e le loro differenti necessità’, per un’Unione in cui tutti i cittadini si sentano parte del progetto”.

Vocazione europeista della Regione Emilia-Romagna confermata anche dall’assessore al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, Patrizio Bianchi, che cita in particolare il programma Erasmus “sulla mobilità degli studenti nei Paesi europei, che davvero ha portato molta Europa in questi anni”. “Proprio perché vogliamo più Europa – evidenzia – possiamo essere più critici su questa Europa che deve diventare più Europa dei cittadini e dei territori”.

“Esiste un gap tra domanda e offerta di Europa che fa sì che i cittadini percepiscano le istituzioni europee distanti”. Lo afferma l’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente dell’Italia nell’Unione Europea, presente in Aula per l’occasione. “Di fronte alle sfide che la Ue deve affrontare, dalle diseguaglianze economiche all’immigrazione, dalla disoccupazione giovanile ai rapporti internazionali con le grandi potenze fino alla lotta al terrorismo, – precisa – ci sarebbe bisogno di più Europa, con più risorse, ma l’offerta non è sufficiente perché i governi nazionali sono anch’essi presi da tendenze spesso nazionalistiche e sono riluttanti ad alimentare la sovranità europea”. Per questo – suggerisce –  la Ue dovrà adottare un “cambio di paradigma” e dare un segnale chiaro se vorrà avere la fiducia dei cittadini, “con un’agenda più rapida, che non si faccia tenere ostaggio del negoziato sulla Brexit”.  Massari esprime apprezzamento per la Regione Emilia-Romagna, il cui metodo di lavoro, attraverso la Sessione europea, rappresenta un “innovativo modello di relazione con le politiche europee. Un esempio che riguarda anche l’utilizzo delle risorse europee”. “È noto – conclude – che l’Emilia-Romagna è una delle Regioni più virtuose nell’utilizzo dei fondi per politiche di coesione e va considerata uno dei punti di riferimento”.

“Siamo europeisti convinti, ma serve una Europa che cambi passo, velocità, in grado di porsi al servizio delle persone e dei territori, con meno burocrazia, finanza, speculazione e rendita e più lavoro, sviluppo, diritti e partecipazione”. Lo afferma il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, che conclude gli interventi istituzionali. “Un’Europa – prosegue – che non può chiudersi, né alzare muri, come invece sta succedendo in alcuni Paesi europei, e sappiamo a cosa hanno portato i muri nella storia del 900. Dobbiamo puntare alla costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Facendolo, metteremmo in campo la prospettiva di un futuro solido, che parta dal dare lavoro ai tanti giovani che adesso non ce l’hanno. L’Emilia-Romagna crede nell’Unione europea. Lo dimostrano l’impegno e i risultati raggiunti. Negli anni abbiamo dato il nostro contributo concreto al processo di integrazione, credendo fermamente nel ruolo delle Regioni e degli Enti locali e partecipando con senso di responsabilità alla definizione delle politiche europee, creando e animando reti di Regioni e partenariati con territori europei, investendo energie e risorse per lo sviluppo di relazioni più forti in Europa e nel mondo, assieme al governo e all’Unione europea. Cogliendo fino in fondo le opportunità che discendono dall’appartenenza alla Ue, a partire dall’utilizzo virtuoso dei fondi europei: non solo siamo la Regione che ha speso fino all’ultimo euro di fondi europei, ma siamo primi nella rendicontazione della spesa. Nel settennato 2007-2013 siamo stati l’unica Regione italiana ad aver rispettato tutti i target della certificazione.  L’obiettivo dell’attuale programmazione è di continuare a spendere bene e in maniera sinergica le risorse europee attraverso un coordinamento integrato dei fondi e siamo già impegnati sul post 2020”.

 

 

 

 

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