Europa. Audizione sul Programma di lavoro per il 2017 della Commissione europea

L’audizione prepara l’avvio della Sessione europea, con la quale la Regione prepara le proprie proposte e osservazioni al Programma. Fra gli intervenuti gli eurodeputati Schlein e Zoffoli

27/01/2017 16:07

La commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, oggi presieduta da Roberto Poli, in vista dell’avvio della Sessione europea, ha svolto un’audizione con gli enti locali, le associazioni, le categorie economiche e le organizzazioni sindacali in merito al Programma di lavoro per il 2017 della Commissione europea, al fine di acquisire suggerimenti, osservazioni e proposte sulle iniziative dell’Unione europea di competenza regionale. Hanno partecipato ai lavori i parlamentari europei Elly Schlein e Damiano Zoffoli, eletti nella circoscrizione nord-est.

Ha aperto i lavori l’assessore al Coordinamento delle politiche europee, allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro, Patrizio Bianchi, che ha evidenziato le dieci priorità fissate dalla Commissione europea per l’anno in corso, che vanno da occupazione, crescita e investimenti a mercato unico digitale e mercato interno, da energia a economia, finanza e commercio, da giustizia e diritti fondamentali a migrazione, da ruolo dell’Europa nel mondo a democrazia.” Un programma tanto ambizioso quanto dispersivo- ha commentato l’assessore- che, più efficacemente, avrebbe dovuto coagularsi intorno a un punto di sintesi: lo sviluppo, sostenibile, solidale, inclusivo”. Fra le tante criticità del programma – ha sottolineato Bianchi – quella più preoccupante e sulla quale si deve appuntare il contributo propositivo dell’Emilia-Romagna è la mancanza di qualsiasi riferimento alle politiche di coesione, dato che per la nostra regione il patto sociale è fondamentale nella messa a punto di politiche economiche e per il lavoro efficaci. “La Sessione europea che oggi prende il via- ha concluso l’assessore- è cruciale, data la portata dei problemi e delle sfide che investono le istituzioni europee, e quindi è di importanza fondamentale che la posizione della Regione sia forte e chiara”.

La deputata europea Elly Schlein ha parlato di “programma della Commissione europea troppo timido per quanto riguarda la sfera sociale, penalizzata da finanziamenti insufficienti”. Qualche passo in avanti, invece, lo ha riscontrato in merito all’economia circolare e sul versante delle politiche energetiche. Ha criticato, invece, le politiche in materia di migranti, sostanzialmente al palo per l’assenza di una volontà politica comune di revisione del sistema europeo di asilo, che sovraccarica i Paesi di primo accesso, e ha puntato il dito contro il Consiglio europeo per la fallimentare gestione dei ricollocamenti. “Il principio della solidarietà- ha ricordato l’eurodeputata-, pur essendo sancito in molti trattati, è disatteso e su questo è forte la dialettica tra Parlamento e Consiglio europei, con la Commissione europea in posizione mediana ma sempre più oscillante verso le misure di chiusura e respingimento invocate in seno al Consiglio da molti Paesi membri”.

Per il deputato Damiano Zoffoli il problema più rilevante dell’Unione europea è che “non ha un volto politico e i cittadini la percepiscono come un soggetto anonimo e lontano, sempre più ammantato di diseguaglianza e burocratizzazione. Siamo a sessant’anni dal Tratto di Roma, ma l’Europa non deve e non può andare in pensione!”. L’Europa, infatti, pur avendo una popolazione esigua rispetto a quella del resto del mondo (appena il 7%) e con l’età media più avanzata (45 anni), produce un quarto del Pil e ha il 45% del welfare mondiale. “Di fronte a sfide globali- ha sottolineato l’eurodeputato- c’è bisogno di più Europa, che, però, deve diventare più unita nel rispetto delle diversità, e c’è bisogno di accrescere l’attenzione dei cittadini verso le istituzioni europee, dato che il 70% delle norme sono oggi emanate dall’Unione europea”. Infine, Zoffoli ha ricordato alcuni ambiti delle politiche europee nei quali è stata incisiva l’azione della Regione: l’economia circolare, l’agricoltura, l’acquacoltura (la battaglia sulla dimensione delle vongole), la lotta allo spreco alimentare.

Luca Rossi (Confindustria) ha rilevato come “le diseguaglianze fra i Paesi europei e all’interno di ciascuno di essi siano oggi il principale freno alla crescita e all’occupazione. L’Unione europea ha molte responsabilità, perché è stata fin troppo prudente negli investimenti a favore dei settori produttivi”. In tema di ricerca e innovazione per le imprese – ha ricordato – la Regione ha fatto la propria parte per integrare le risorse necessarie a non sprecare progettualità e disperdere innovazione. Ora – ha concluso – la sfida cruciale sarà la revisione dei fondi strutturali, rispetto alla quale l’Italia dovrà far valere il proprio peso politico per non vedere ridotto il flusso a favore di altri Paesi del Nord Europa.

Serena Foracchia (assessore del Comune di Reggio Emilia) ha sottolineato come “le città siano la piattaforma su cui si costruiscono tutte le politiche, anche quelle europee, e per questo rappresentano la dimensione istituzionale e amministrativa fondamentale per avvicinare le comunità locali alle priorità d’intervento individuate nel programma della Commissione europea”. Infine, in merito alle politiche per i migranti, che coinvolgono in modo attivo gli enti locali, ha evidenziato come nel dibattito pubblico venga data troppa enfasi al tema della sicurezza rispetto alle tematiche sociali, in primis l’interculturalità. “Si tratta- ha affermato l’assessore- di uno spostamento dei piani d’attenzione che finisce per rendere più deboli e meno coese le comunità locali”.

Salvatore Aloisio (Movimento federalista europeo) ha appuntato l’attenzione sul cambiamento democratico, inserito dalla Commissione europea fra le priorità del programma per il 2017, rilevando la necessità di interventi sui sistemi di governo e decisionali dell’Unione europea. “Il mio auspicio- ha affermato- è che il Parlamento europeo diventi sempre più protagonista e che le celebrazioni per il 60° anniversario del Trattato di Roma siano l’occasione per il rilancio dell’Europa. La pulsione all’abbandono della Unione europea, ancorché comprensibile in tempi di crisi e sfiducia, sarebbe suicida e la dissoluzione della UE sarebbe l’inizio della perdita d’identità dell’intero Occidente”.

(Luca Govoni)

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