Fusione Comuni Bologna. Ok in Aula a referendum per fusione Castenaso-Granarolo dell’Emilia

Paruolo (Pd), relatore maggioranza: “Fusione per convinzione, non per convenienza, e che guarda al futuro”. Piccinini (M5s), relatrice di minoranza: “Processo inficiato dal condizionamento operato dalle amministrazioni comunali”

11/07/2018 13:22

Via libera da parte dell’Assemblea legislativa all’indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate sul progetto di legge che, nella Città metropolitana di Bologna, prevede l’istituzione di nuovo Comune mediante fusione di Comuni tra Castenaso e Granarolo, di cui sono relatori, rispettivamente di maggioranza e di minoranza, Giuseppe Paruolo (Pd) e Silvia Piccinini (M5s). Il referendum si terrà presumibilmente domenica 7 ottobre 2018. Hanno votato a favore Pd, Si e Misto-Mdp, contrari Ln, M5s, Fi e Misto-Mns.

Sono state approvate anche due risoluzioni collegate. Una, sottoscritta da Igor Taruffi, primo firmatario, e Yuri Torri (Si), Stefano Caliandro, Giuseppe Boschini e Paolo Calvano (Pd) nonché Silvia Prodi (Misto-Mdp), che impegna l’Assemblea legislativa “a interrompere il procedimento di fusione qualora l’esito del referendum consultivo sia sfavorevole in uno solo dei Comuni interessati, indipendentemente dal fatto che i voti complessivi siano favorevoli o contrari”. L’altra, a firma di Silvia Piccinini e Andrea Bertani (M5s) con la quale si sensibilizzano Giunta e Assemblea legislativa “a distinguere il ruolo di promotore politico della fusione e la funzione istituzionale di corretta informazione sui motivi e le conseguenze delle scelte dell’amministrazione comunale, ai fini della libera formazione delle convinzioni dei cittadini.

Il relatore Giuseppe Paruolo (Pd) ha fatto un breve cenno alla storia dei due comuni e ha illustrato i punti salienti dello studio di fattibilità sulla base del quale i Consigli comunali di Castenaso e di Granarolo dell’Emilia hanno deliberato l’avvio del percorso istituzionale per giungere alla nascita di un nuovo Comune attraverso la fusione delle due preesistenti. Il consigliere, in particolare, si è soffermato sulla sostenibilità amministrativa, finanziaria e istituzionale del processo di fusione, sottolineando come, nel caso di questi due Comuni, sia dettato “da convinzione e non da convenienze o bisogni, dato che le due amministrazioni sono solide ed efficienti”. Castenaso e Granarolo dell’Emilia – ha sottolineato il relatore dem – non sono solo due municipi ma due comunità con un forte nucleo storico di residenti e con nuovi abitanti che manifestano nuove esigenze. “Si tratta- ha concluso Paruolo- di guardare al futuro senza rinnegare il passato. In questa direzione, la fusione dei due Comuni rappresenta una sfida da cogliere, rispettando pienamente le scelte dei cittadini e, possibilmente, senza politicizzare la campagna referendaria”.

Per Silvia Piccinini (M5s), relatrice di minoranza, le fusioni di Comuni non vanno effettuate a ogni costo. Secondo la capogruppo 5 stelle, la fusione tra Castenaso e Granarolo dell’Emilia è inficiata dal condizionamento operato dalle amministrazioni comunali, che “hanno utilizzato anche strumenti istituzionali per persuadere i cittadini sui vantaggi della fusione”. A riprova, ha menzionato una serie di iniziative promosse da sindaci e assessori che vanno dalla comunicazione sui social media a concorsi di idee con il coinvolgimento delle scuole. Infine, nel criticare l’imparzialità dello studio di fattibilità, ha annunciato il voto contrario del M5s.

Anche Daniele Marchetti (Ln) ha contestato la trasparenza del percorso di fusione, puntando il dito contro il ventilato taglio ai costi della politica che si otterrebbe, nel caso di Comune unico, dal passaggio da due consigli comunali a uno solo, laddove, per il leghista, “le assemblee elettive sono innanzitutto un presidio democratico”. Inoltre, ha parlato di “pressapochismo e forzature nelle fusioni di Comuni promosse nel bolognese”, rivendicando, al contrario il principio “della trasparenza e del voto consapevole”. Ha concluso il proprio intervento preannunciando il ‘no’ della Ln.

Igor Taruffi (Si) ha definito “incoerente negare la possibilità ai cittadini di esprimersi attraverso il referendum”, invitando le opposizioni a confrontarsi sul merito, ad esempio sugli strumenti per la programmazione urbanistica, dicendo con onestà “se migliorano o meno con la fusione delle amministrazioni comunali”. Infine, ha illustrato la risoluzione di cui è primo firmatario, finalizzata a impegnare l’Assemblea legislativa a non proseguire il processo di fusione qualora al referendum consultivo il voto favorevole non sia espresso in entrambi i comuni interessati.

Per Michele Facci (Misto-Mns), affinché una fusione si realizzi in modo efficace, “il percorso deve essere avviato per tempo e deve essere il più possibile partecipato e condiviso”. Questo secondo il consigliere, non è rinvenibile nel percorso di fusione tra Castenaso e Granarolo dell’Emilia, a differenza, ad esempio, di quanto avvenuto, sempre nel bolognese, per il Comune di Alto Reno Terme, dove la gestazione è stata quasi ventennale. Riguardo alla risoluzione della maggioranza, ha parlato di “interpretazione autentica di un punto controverso della legge regionale che richiederà di essere formalmente modificata”. Infine, ha espresso dubbi sull’oggettività dello studio di fattibilità, annunciando il proprio voto contrario.

Andrea Bertani (M5s) è intervenuto per ribadire la necessità di modificare la legge regionale, ritenendo l’atto d’indirizzo presentato dalla maggioranza un segnale, ancorché limitato alle fusioni in discussione in questa tornata.

In fase di replica, il relatore Giuseppe Paruolo ha rivolto un appello a Ln e M5s, attualmente al governo del Paese, a dire con chiarezza se siano a conoscenza della volontà dell’esecutivo nazionale di fermare gli incentivi alle fusioni di Comuni, al fine di ricalibrare la strategia della Regione in ambito di razionalizzazione amministrativa e istituzionale. Invece, la relatrice di minoranza, Silvia Piccinini, ha invitato le amministrazioni proponenti i processi di fusione a non barare nel percorso istituzionale.

(Luca Govoni)

« Torna all'archivio

Azioni sul documento