Finché avrò voce

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La mia lotta contro i signori della guerra e l'oppressione delle donne afgane, di Joya Malalai, Piemme, 2010

Malalai Joya ha 30 anni, è afgana e ha osato parlare. Ha denunciato i signori della guerra e della droga che controllano il Paese, ha raccontato le pessime condizioni di vita della popolazione e ha spiegato cosa voglia dire essere donna in Afghanistan.

La prima volta che l’ha fatto, è stato davanti al gran consiglio afgano, riunitosi a deliberare. Di fronte all’ipocrisia delle lunghe barbe, si è alzata, ha preso il microfono e ha detto: “La legittimità e la legalità di questa assemblea vengono messe in dubbio dalla presenza dei criminali che hanno ridotto il nostro Paese in questo stato. Sono le persone più contrarie alle donne. Dovrebbero essere condotti davanti a tribunali nazionali e internazionali. Se anche potrà perdonarli il nostro popolo afgano dai piedi scalzi, la nostra storia non li perdonerà mai”.
“Infedele e prostituta”, le hanno urlato.

In realtà è una donna coraggiosa che da allora vive sotto scorta, dopo aver subito continui ricatti e minacce . In questi giorni è in giro per l’Europa per lanciare il suo libro: "Finché avrò voce. La mia lotta contro i signori della guerra e l´oppressione delle donne afgane" che è la sua storia.
Vive nascosta ma la sua voce è ancora forte e piena di speranza.

"Finché avrò voce"
La mia lotta contro i signori della guerra e l´oppressione delle donne afgane

Joya Malalai
edizione Piemme, 2010
Euro 17.50

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