Voci e colori dal Circo Sociale

Intervista a Maria Giuseppina Muzzarelli, vice presidente della Giunta della Regione Emilia-Romagna, e Patrizio Roversi, comico bolognese

E’ arrivato il Circo Sociale in città. Per tre giorni, dal 29 al 31 ottobre, Piazza del Nettuno a Bologna si è illuminata di colori e giocolieri, ma anche di dibattiti e confronti. I “diritti sociali” sono scesi in strada come i personaggi circensi e si sono fatti sentire dalla gente: questo l’obiettivo della Commissione europea che ha promosso l’iniziativa a Bologna come in altre città europee.

Il Circo dei Diritti Sociali - E’ stata la Regione Emilia Romagna - Giunta e Assemblea legislativa - che, insieme al Centro Europe Direct, ha avuto il compito di organizzare a Bologna il Circo Sociale – un vero e proprio tendone montato in piazza del Nettuno al cui interno erano presenti le realtà locali che si occupano di diritti sociali.
Cosa riguardano i diritti sociali? I diritti sociali sono le pari opportunità, la mobilità lavorativa (professionale), la sicurezza sul lavoro, le politiche per gli anziani… ovvero i diritti che più ci toccano come cittadini europei.

Ed è proprio in questo momento di crisi che è importante parlarne, come sottolinea anche Maria Giuseppina Muzzarelli, vice presidente della Giunta della Regione Emilia-Romagna: “E’ importante parlarne soprattutto per un motivo: la crisi stessa. La crisi mette in luce il fatto che c’è bisogno di denaro per le scuole, per gli asili, per gli anziani e questo denaro deve essere prodotto, deve essere frutto del lavoro. Ma se diminuisce il lavoro, diminuiscono le entrate, diminuiscono le risorse e immediatamente si percepisce una mancanza grave e soprattutto qui, a Bologna e in Emilia-Romagna, una delle aree dove questi servizi non sono mai mancati, in cui si è più tranquilli in caso di malattie, in caso le donne si assentino dal lavoro per i figli e così via…”.

E’ vero: Bologna è una città da sempre attiva nel mondo sociale e anche la partecipazione a questa iniziativa lo dimostra. I cittadini all’interno del tendone sono stati numerosi: c´era chi partecipava alle attività, chi incuriosito non capiva di che si trattasse e si aggirava, chi chiedeva informazioni. Da quelli più giovani ai più anziani.

Bambini che sotto al tendone in piazza hanno giocato con i libri e la letteratura, ripercorrendo la storia dell’Unione europea. Ragazzi delle superiori che si sono sfidati con le loro conoscenze sull’Europa. Giovani studenti, in procinto di entrare nel mondo del lavoro, che hanno capito come compilare il passaporto europeo delle Lingue. E poi universitari, adulti, anziani, che, attratti forse dai colori del tendone e dai giocolieri che si esibivano al di fuori, sono entrati e hanno scoperto qualcosa di più sulle politiche per anziani, donne, sulla mobilità e le opportunità nel mondo del lavoro e della ricerca. Stand informativi di diverse realtà istituzionali fornivano informazioni tutta la giornata, mentre si alternavano conferenze e laboratori all’interno del tendone e in Sala borsa, lì accanto.

Il Circo dei Colori - Non è sembrato poi così strano che un circo parlasse di diritti sociali. E lo dice anche Patrizio Roversi, presentatore televisivo, comico bolognese, che il 29 ottobre ha inaugurato la tre-giorni insieme al sindaco di Bologna e ad altri rappresentanti istituzionali della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Bologna che hanno tagliato il nastro della ricca iniziativa.

“La metafora del circo è una metafora perfetta” dichiara Patrizio “Io sono un saltimbanco. Perché ho cominciato facendo teatro di strada e tutto sommato continuo a farlo (...). Ho cominciato così: ricordo che Syusi faceva il teatro gonna in piedi su una 500, io facevo motociclo con una moto bloccata da un cavallo. Trovo che lo spettacolo di strada che riprende la televisione circense sia il più immediato. (…) Ti metti in balia del pubblico, non hai barriere. Il circo è metafora perfetta non solo perché è internazionale e diretta ma perché è anche un modo di vivere che è considerato deviante. Se è vero che l’Europa promuove dei modelli di comportamento che non siano omogenei e che prescindano dal conformismo, allora essere circensi e girovaghi è un bel modo di essere e le persone che rispettano i circensi sono persone flessibili e disponibili.”

Un signore si aggira curioso all’interno del tendone “Non sapevo nulla di questa iniziativa. Sembra molto interessante. Ma è rivolta ai giovani?”
E’ un circo sociale organizzato dalla Commissione europea per parlare dei diritti a tutti i cittadini.
“Allora quest’idea del circo mi piace. Questa sfera circolare, senza limiti né spigolature con tanta varietà al suo interno. Bella, sì”.

Il Circo dei Giovani e delle donne - Molte iniziative sono rivolte soprattutto a loro: ai giovani. L’incontro del 30 ottobre sul Fondo Sociale europeo con ricercatori, studenti e rappresentanti del mondo accademico, lo spettacolo serale, a cura del Workin’Theater, che fa un po’ il verso alla figura del giovane ricercatore italiano, ricordando però le opportunità riservate dal Fondo europeo di Sviluppo Regionale che sostiene la competitività e l’innovazione - termini che forse ancora oggi possono esistere in Italia.

E poi le donne: la giornata conclusiva è riservata a loro, anche se il tema delle pari opportunità viene discusso in tutte le cobnferenze. Durante le interviste con le europarlamentari si sottolinea che in Europa il divario di stipendio tra donne e uomini a parità di lavoro è in media del 15%, in Italia addirittura superiore. E poi il problema del difficile equilibrio per una donna tra vita lavorativa e familiare.

“Occupandomi di pari opportunità sento particolarmente il tema delle conciliazione ovvero della possibilità data alle donne di tenere insieme realtà familiare e lavorativa” dichiara Maria Giuseppina Muzzarelli “e parlando sempre di crisi vorrei aggiungere: se le risorse diminuiscono, se le scuole non sono più all’altezza di quella fama che ci fa affidare volentieri i bambini ad asili nido e scuola materna, se si devono curare anziani a domicilio perché non esistono strutture sufficientemente adeguate o di qualità, le donne sono le prime a pagarne le conseguenze e questo è un’altra delle ragioni per le quali il sociale è il minimo comune denominatore della comunità, quello che consente alla persone di trovare soddisfazione ai bisogni primari che sono anche bisogni di sapere e di cultura perché non si vive soltanto di sussistenza. E l’Europa in questo campo fa tanto”.

Il Circo contro le Discriminazioni – Un appuntamento piuttosto originale all’interno del Circo ha stupito il pubblico: la Biblioteca Vivente. Non sono i libri a parlare in questa strana Biblioteca che nasce da un’idea di un’associazione danese nel 2000 ed è poi ripresa dal Consiglio d’Europa per la sua campagna contro le discriminazioni. Sono le persone.

Persone che hanno un’etichetta, o se vogliamo un titolo appeso in fronte: “rifugiato politico”, “gay disabile”, “lesbica di provincia”, “africano doc”. Chiunque può parlare con loro, prenderli in prestito per massimo mezz’ora e sentire le loro storie, fare domande, riflettere. Se è vero che dietro un pregiudizio esiste una persona, una storia, un volto, la Biblioteca vivente ti permette di scoprirlo.

In Sala Borsa, dove per tutto il pomeriggio del 30 ottobre avviene l’incontro, le persone guardano il catalogo appeso al muro. C’è una gran fila.
“Io sto aspettando che si liberi l’africano doc”.
“Io vorrei la donna del Sud sono curiosa di sentire la sua opinione… ma vedo che si libera dalle 17.30..”.
Gli addetti ai prestiti suggeriscono opzioni “La lesbica di provincia si libera tra pochi minuti”.

Una signora esce dalle salette riservate alla lettura, superando la gran fila. Ha appena parlato con il libro la mamma di un gay: “Le ho chiesto quando ha scoperto la cosa, cos è successo, qual è la stata la sua reazione e lei mi ha spiegato tutto. E io a mia volta ho raccontato anche la mia esperienza di zia. Emozionante. Mi sono commossa”.

Il Circo di tutti - Durante le conferenze, oltre a rappresentanti istituzionali, anche sindacalisti ed europarlamentari hanno parlato a lavoratori e cittadini. Di crisi, che c’è e non si può nascondere, ma non solo. “Rimango sempre stupito di come non si comprenda fino in fondo la straordinarietà dell’invenzione dell’UE” ricorda Salvatore Caronna, eurodeputato “l’Unione europea, che è riuscita a mettere insieme centinaia di milioni di persone senza passare attraverso guerre o sopraffazioni, ha costruito un meccanismo meraviglioso in cui per la prima volta popoli vicini, in una propsettiva comune, hanno unificato le culture, le differenze attraverso il sistema democratico. E’ uno strumento straordinario che dobbiamo sfruttare fino in fondo. Ed esserne orgogliosi”.

E se c’è chi ci crede poco – soprattutto alcuni giovani che, forse esasperati dalla ricerca di un lavoro adeguato, lamentano la difficoltà nel trovare contatti veramente utili e alcuni disoccupati che in questo momento di crisi sentono lontane le istituzioni - c’è anche chi, almeno un po’, si sente cittadino europeo.

Un signore di una sessantina d’anni che ha girato tutti gli stand per farsi un’idea dell’iniziativa commenta “Perché io mi sento cittadino europeo. Ho viaggiato per tutti i continenti ed è assurdo tornare al proprio orticello. Siamo tutti accomunati da una sola idea, no?”. Non aveva ancora sentito le parole dell’eurodeputato.

E poi c’è anche chi suggerisce modifiche per i prossimi anni. “E poi è troppo bellino questo posto qua… ci metterei un po’ di bestie attorno. Diciamo che per quest’anno mi accontento ma la prossima volta voglio un circo vero con le balle di paglia e un elefante!” E’ Roversi.

Intervista di Francesca Mezzadri - ottobre

 

Foto dell'iniziativa sulla pagina Facebook di Pace e diritti

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