INTERNET E MINORI. GIOCO D'AZZARDO, PORNO, CYBERBULLING: RISCHI ORMAI NOTI, MA GENITORI ANCORA POCO CONSAPEVOLI. CONVEGNO DEL CORECOM REGIONALE

Incontro promosso a Bologna con Agcom, Fondazione Forense e Ufficio scolastico regionale per discutere di comportamenti a rischio e strumenti di prevenzioni. Cosenza (Corecom): "Italia ancora arretrata, occorre alimentare la cultura digitale"; Fadiga (Garante minori): "Lo strumento più efficace resta l'ascolto dei ragazzi". Yuri Torri: "L'Assemblea legislativa tutela i diritti facendo anche formazione"
19/11/2015 18:56

I genitori italiani sono particolarmente preoccupati della pornografia e degli incontri con malintenzionati nella rete, ma spesso non sanno nulla delle esperienze a rischio vissute online dai loro figli minorenni. Loro, i ragazzi, vanno su internet di preferenza per usare i social network (67,3) e per  ascoltare musica, avviano relazioni “virtuali” nei gruppi di conversazione sulle applicazioni di messaggistica dei loro smartphone, spesso anche con persone che non conoscono direttamente (41%): uno su quattro (24%) invia messaggi, video o foto con riferimenti sessuali a gruppi dove non conosce tutti i partecipanti e uno su tre (33%) si dà appuntamento con qualcuno conosciuto solo attraverso questi gruppi (fonte Save the Children). Intanto, una recente indagine del Garante della privacy mette in luce che le app e i siti internet più utilizzati dai bambini italiani non tutelano adeguatamente la sfera del privato dei piccoli utenti e in 21 casi, sui 35 presi in considerazione dalla ricerca, si rilevano “gravi profili di rischio”.

La vita da “connessi” di bambine, bambini e adolescenti comporta vantaggi e opportunità sconosciuti alle generazioni precedenti. Di contro, è indiscutibile che la dimensione virtuale delle relazioni riservi anche tutta una serie di rischi da conoscere, valutare e prevenire.

Se ne è parlato nel pomeriggio di oggi al convegno “Internet e minori” promosso dal Corecom dell’Emilia-Romagna in Cappella Farnese a Bologna, a Palazzo D’Accursio, in collaborazione con L’Agcom (L’Autorità garante della comunicazioni), la Fondazione Forense Bolognese e l’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna. Nel corso dell’incontro, diverse le voci di esperti per affrontare i molteplici aspetti che coinvolgono i minori nel loro quotidiano uso di internet e le famiglie, assieme alle istituzioni scolastiche in primo piano nell’educazione e nella prevenzione dei comportamenti a rischio: dal furto di identità alla violazione della privacy, dall’adescamento in rete al cyberbullismo.

"Parlare di rischi della rete non deve significare demonizzare internet", ha subito messo in chiaro Giovanna Cosenza, presidente del Corecom. "L'Italia vive ancora una profonda arretratezza in questo campo, basti pensare che, secondo i dati pubblicati su Internetwordstats.com, nel nostro Paese solo il 58,5% della popolazione utilizza internet contro una media europea del 70,5%. E' quindi necessario aumentare l'accesso al web e la cultura digitale di tutti, grandi e piccoli. Né ha più senso distinguere tra nativi digitali e migranti digitali. Si tratta- ha detto- di una falsa distinzione che accresce gli stereotipi".

Secondo uno studio citato nel Libro bianco 'Media e Minori' dell'Agcom, in Italia i genitori con figli tra i 4 e i 13 anni sarebbero più preoccupati, relativamente all'uso di internet, per la pornografia (52,3%), per possibili incontri con utenti pericolosi o male intenzionati (45,1%) e per i contenuti violenti (37,5%). Eppure per accompagnare i ‘nativi digitali’ in questo percorso, spesso gli adulti si trovano impreparati o non sufficientemente attrezzati, se è vero che, come suggerisce una ricerca a livello europeo, il 41% dei genitori i cui figli hanno visto immagini sessuali online affermano che i loro figli non ne hanno mai viste; il 56% dei genitori di figli che hanno visto immagini online che li hanno profondamente turbati o sconvolti non ne ha alcuna consapevolezza; il 52% dei genitori di ragazzi che hanno ricevuto messaggi sessuali affermano che i loro figli non ne hanno ricevuti; e su 100 ragazzi che hanno incontrato nella realtà persone conosciute online, solo nel 39% dei casi i genitori ne sono a conoscenza, mentre nel 61% dei casi non ne sa nulla (EU Kid on Line citata appunto nel Libro bianco 'Media e Minori' dell’Agcom).

Proprio riguardo agli atti di bullismo sul web, una recente ricerca promossa dal Corecom dell’Emilia-Romagna ha evidenziato che quasi un adolescente su 2 (43%) ha visto o sentito di qualcuno dei propri amici che ha subito comportamenti riconducibili al fenomeno da parte di altri utenti in rete. Di contro, colpisce che tra "gli aspetti negativi di internet" i nostri adolescenti indichino il cyberbullismo negli ultimi posti (5,9%) mentre in testa pongono i rischi riguardanti una possibile violazione della privacy (29,6%) e l'eventualità di contatti con utenti pericolosi o malintenzionati (27,7%). E tra gli aspetti più problematici tra le attività "discutibili" tra gli adolescenti risulterebbe più diffuso il poker on line rispetto al porno. Tra i maschi, il 37,5% dichiara di avere amici che giocano a poker on line, mentre il porno risulterebbe nel 26,6% dei casi. I valori aggregati di maschi e femmine indicano un 31,4% di adolescenti che ha amici che anche occasionalmente giocano on line e un 17,2% che ha amici che anche occasionalmente accedono ai siti porno (fonte Libro bianco 'Media e Minori' Agcom).

Contro i rischi della rete, Luigi Fadiga, Garante per l'infanzia e l'adolescenza dell''Emilia-Romagna, indica una 'doppia strategia': "La comunità digitale alla quale partecipano i minori in modo sempre più precoce richiede da parte del mondo adulto una maggiore conoscenza degli strumenti nuovi e poco conosciuti a causa del gap generazionale- osserva-, tuttavia lo strumento più efficace rimane ancora quello più tradizionale: l'ascolto. Dobbiamo pensare- segnala Fadiga- che quella che era la 'comunità dei pari' alla quale si rivolgevano i ragazzi prima di internet adesso è una comunità virtuale praticamente infinita di 'finti pari', popolata da persone dalle identità sconosciute. E' lì che i ragazzi di oggi cercano informazioni e consigli. Allargare gli spazi di ascolto nella vita reale significa lasciare aperta la possibilità di confronto con gli adulti, luoghi dove i ragazzi si sentano sicuri di potersi rivolgere, evitando di andare a bussare alle porte degli sconosciuti".

L'impegno dell'Assemblea legislativa nel campo dei diritti, in particolari di quelli delle fasce più deboli della popolazione, come ad esempio i minori, e stato ricordato da Yuri Torri, consigliere segretario dell'Ufficio di Presidenza: "Il rapporto tra internet e minori investe un tema di grande delicatezza e attualità che necessità di essere approfondito perché in continua e rapida evoluzione. Tutelare i diritti significa anche fare formazione e fornire gli strumenti necessari per conoscere e prevenire".

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