Legittima difesa. Parere contrario della commissione al progetto di proposta di legge alle Camere della Lega nord

Il dibattito ha visto contrapposte le posizioni del Pd rispetto a quelle della Lega

23/05/2017 18:27

Parere contrario in commissione Bilancio, presieduta da Massimiliano Pompignoli, al progetto di proposta di legge alle Camere del gruppo della Lega nord, primo firmatario Matteo Rancan, in materia di ‘legittima difesa’. Hanno votato controPd e SI, a favore la Lega, astenuto il M5s. Acceso il dibattito, che ha visto contrapposte le posizioni della Lega rispetto a quelle del Pd.

I proponenti riconoscono che “la repressione e la prevenzione dei reati spettano innanzitutto allo Stato, ma è necessario predisporre strumenti adeguati di tutela, nei casi in cui ci sia un pericolo imminente e l’impossibilità di scongiurarlo attraverso il tempestivo intervento delle forze dell’ordine”. A tale scopo – spiega Rancan – il codice penale contempla l’istituto della legittima difesa, ma l’articolo 52, che la prevede, “appare insufficiente a garantire una possibilità di difesa da aggressioni violente, soprattutto nella parte in cui richiede, affinché ricorra la legittima difesa, la proporzionalità tra difesa e offesa”. La nostra proposta – aggiunge – non riguarda una rincorsa ad armarsi, ma punta a modificare “la proporzionalità tra difesa e offesa, non perché non si condivida la necessità di evitare reazioni spropositate per attacchi privi di una reale offensività”, ma perché questa previsione si è nei fatti tradotta, “anche attraverso la sua interpretazione giurisprudenziale, in una sostanziale inapplicabilità dell’esimente in esame. Si è perciò fatta avanti nell’opinione pubblica la convinzione che difendersi possa paradossalmente far passare l’aggredito dalla parte del torto”. “Serve quindi una misura – evidenzia il consigliere – che dia legittimità alle azioni di chi si vede violata la proprietà”, ma il progetto ha come obiettivo anche quello di reprimere efficacemente il reato di furto in abitazione, con la modifica dell’articolo 624-bis del codice penale, con un inasprimento del minimo e del massimo delle pene.

Per il Pd prende la parola Gian Luigi Molinari: il tema della legittima difesa – afferma – è all’ordine del giorno ed è stato già al centro di discussione assembleare, ma la proposta della Lega appare una “forzatura”, su cui non ci può che essere una contrapposizione. A parere del consigliere, infatti, la normativa vigente già tutela la reazione del soggetto offeso, cercando tuttavia di trovare un equilibrio. Il vero problema – a suo avviso – è capire come rispondere al numero di reati che rimangono impuniti e come estendere ciò che oggi già si prevede senza eliminare tutti i paletti rispetto alle reazioni dell’offeso. Insomma, il Pd non è d’accordo ad “autorizzare il concetto di presunzione di legittima difesa” soprattutto se viene “collegato all’obiettivo di diminuire i reati”, perché anche se può “portare a un plauso immediato”, alla fine potrebbe incentivare una corsa alla “sicurezza fai da te” che non porterebbe a nulla di positivo.

E’ poi Pompignoli, nella veste di consigliere della Lega, a contestare la posizione del Pd in commissione: le ragioni addotte non collimano – spiega – con quelle del Pd nazionale: su un problema così sentito non si capisce questa bocciatura.

Replica Molinari, per il quale la posizione è, al contrario, coerente: la discussione si sta facendo in Parlamento e il provvedimento proposto a livello regionale non inciderebbe – a suo avviso – sul confronto nazionale. L’obiettivo – commenta il consigliere – deve essere quello che si arrivi a una chiarezza assoluta per quanto riguarda l’applicazione della nuova norma e che non dia adito a interpretazioni.

Per Roberto Poli (Pd) non serve puntare sulle reazioni immediate o armarsi per difendersi da soli o aumentare le pene, serve invece aumentare la percentuale di chi viene assicurato alla giustizia perché autore di reati, oggi attestata sul 5%, e avere la certezza che le pene già previste siano applicate. Occorre quindi prevenzione e le politiche regionali su questo versante – segnala – hanno già imboccato la strada giusta, sia con l’ampliamento della videosorveglianza, sia con il tema del recupero delle aree degradate delle città, sia sul piano dell’integrazione e del contrasto al disagio giovanile. In ogni caso, no alla “giustizia fai da te” che può rivelarsi un boomerang.

“Non si tratta di giustizia fai da te o di una corsa alle armi – obietta Stefano Bargi (Lega) – la proposta di legge chiede cose diverse. Il tema è esclusivamente uno e riguarda il principio che l’aggressore non deve essere tutelato rispetto alla vittima qualunque sia la reazione di quest’ultima. Dunque la questione, che riguarda solo il nostro paese, è sul piano legale: vogliamo tutelare la vittima o l’aggressore?”

Ma per Molinari questa posizione non è condivisibile: “è sbagliato legittimare il concetto di reazione qualunque essa sia”. La tutela migliore, inoltre, è quella offerta dalle forze dell’ordine a cui spettano i compiti di difesa e che sconsigliano reazioni da parte degli aggrediti. Insomma, – evidenzia- è sbagliato instillare nella gente l’idea di poter contrastare autonomamente le azioni dei criminali.

Chiude Rancan, confutando le posizioni del Pd: “Non solo riponiamo la massima fiducia nelle forze dell’ordine, che dovrebbero avere più diritti e che sono fondamentali nel contrasto alla criminalità, ma nessuno può negare che nell’immediatezza del reato le forze dell’ordine non sono presenti. Il concetto di legittima difesa, così come contemplato nel progetto, vuole quindi colmare quel momento in cui insorge un pericolo, ci si vuole difendere e ancora   le forze dell’ordine non ci sono. Nessuno vuole incentivare una corsa alle armi, né al far west, ma puntiamo a evitare processi a chi si difende a prescindere da come lo fa: noi siamo sempre dalla parte degli aggrediti e consideriamo che la difesa sia sempre legittima”.

 

(Antonella Celletti)

 

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