Quando di lavoro si muore

15.05.2014

Quando di lavoro si muore

Un filo invisibile, e letale, lega Bari in Puglia, Casale Monferrato in Piemonte, il Pakistan e il Brasile: l’amianto, la ‘fibra killer’ che solo in Emilia-Romagna, e solo nel 2013, ha fatto più di 150 vittime.

 

Per tenere alta l’attenzione sul problema tra i giovani, giovedì 8 maggio 2014 il progetto conCittadini ha portato in Assemblea legislativa gli alunni del Centro territoriale permanente Fabio Besta e il liceo Laura Bassi di Bologna per un dibattito sul tema dell’amianto e per un confronto con alcuni attivisti del movimento anti-amianto in Italia. L’incontro è stato coordinato dalla dottoressa Agata Mazzeo, da anni coinvolta nello studio antropologico del rapporto fra  le diverse esperienze di disastri provocati dalla lavorazione dell’amianto e la mobilitazione civile organizzata dalle vittime dei disastri stessi. In tale occasione, si sono incontrati a Bologna gli attivisti provenienti da Bari e Casale Monferrato, ma anche da Reggio Emilia, Carpi, Rubiera e Bologna.

 

Da Casale Monferrato hanno partecipato una rappresentanza degli studenti e degli insegnanti degli Istituti Scolastici “Sobrero”, “Leardi” e “Lanza-Balbo” e una folta delegazione dell’Afeva (Associazione familiari e vittime amianto): fra gli altri erano presenti Bruno Pesce, coordinatore Vertenza amianto, Giuliana Busto, Enzo Ferro e Mariuccia Ottone, attivisti storici dell’associazione che, da più di trent’anni, svolge una lotta civile di sensibilizzazione circa la pericolosità del rischio amianto in Italia e nel mondo. Casale Monferrato è stata riconosciuta con sentenza d’appello (la sentenza della Cassazione verrà pronunciata il 19 novembre prossimo) una città colpita da disastro ambientale doloso provocato dalla lavorazione dell’amianto presso gli stabilimenti Eternit, insieme a Bagnoli e Rubiera. Il processo giudiziario che ha portato a tale riconoscimento ha visto una forte mobilitazione civile, in cui l’AFeVA ha svolto un ruolo centrale nel coordinare le energie dei diversi attori sociali coinvolti. Casale Monferrato è oggi riconosciuta la città che lotta contro l’amianto ed è divenuta un punto di riferimento per il movimento anti-amianto nel mondo.

 

Purtroppo, infatti, l’amianto continua ad essere lavorato, nonostante l’accertata cancerogenità delle sue sottilissime fibre, in molti Paesi del mondo, fra cui Brasile, Cina, India e Pakistan. Inoltre, i disastri provocati dall’inquinamento da amianto sono molteplici e tuttora presenti anche in Italia, dove l’amianto non si lavora più dal 1992, e interessano non solo ex lavoratori ma anche i cittadini. Sono disastri che interessano tutti, come hanno ricordato nei loro interventi Lillo Mendola dell’associazione Familiari vittime amianto di Bari, Paola Ugliano del Comitato cittadino Fibronit di Bari, Monica Ferrari del Comitato osservazione rischio amianto di Reggio Emilia-Carpi e Salvatore Fais, delegato sindacale alla sicurezza delle Officine Grandi Riparazioni di Bologna.

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