Formazione professionale. Clausola valutativa: in regione tasso di abbandono scolastico scende al 9,9%

Il dato è emerso in Commissione Cultura durante l’esposizione della clausola valutativa sulla disciplina del sistema regionale dell’Istruzione e formazione professionale. Pd: “Numeri positivi, ma dobbiamo fare di più. Il nostro sistema è forte e necessario”. M5s: “Non depotenziare centri formazione pubblici”

11/10/2018 15:15

Tasso di abbandono scolastico in calo, che scende al 9,9% nel 2017, e una tenuta del numero di iscritti a istituti professionali ed enti di formazione che permettono di conseguire qualifiche riconosciute a livello nazionale ed europeo. È quello che emerso in Commissione Cultura, presieduta da Giuseppe Paruolo, durante l’illustrazione della clausola valutativa sulla disciplina del sistema regionale dell’Istruzione e formazione professionale (Iefp).

I numeri contenuti nella relazione mostrano i risultati positivi ottenuti riguardo al tasso di dispersione scolastica, cioè la percentuale dei giovani tra i 18 e 24 anni in possesso al massimo della licenza media che non frequentano corsi scolastici né svolgono attività formative. Il dato è sceso dal 13,6% del 2011 al 9,9% del 2017. Considerando che si partiva, nel 2004, da un tasso di abbandono di oltre il 20%, l’andamento è da considerarsi positivo e permette all’Emilia-Romagna di raggiungere in anticipo l’obiettivo europeo fissato al 10% dalla Strategia 2020. Il sistema regionale dell’Istruzione e formazione professionale (Iefp) è attuato da una rete di soggetti formativi composta da enti di formazione (41) e istituti professionali (71).

“Un sistema interamente pubblico- sottolinea il presidente di Commissione Paruolo- che integra pubblico e privato sociale per rilanciare anche quei mestieri impropriamente chiamati ‘manuali’ che a volte vengono guardati con pregiudizio ma che rappresentano una vera eccellenza italiana”. I numeri degli iscritti a questi percorsi confermano un buona tenuta e fra gli allievi si registra una forte componente straniera e maschile (sono più numerose le ragazze che intraprendono percorsi di istruzione e raggiungono poi la qualifica). Il sistema regionale, nel 75% dei casi, vede accedere i ragazzi dopo bocciature alle scuole medie o primi anni delle scuole superiori e riveste un ruolo di “recupero” per quei giovani che nelle scuole non hanno trovato un percorso rispondente alle proprie aspettative o capacità.

Giuseppe Boschini del Partito democratico si concentra sui numeri della dispersione scolastica: “Il tasso di abbandono non ci può soddisfare, anche se è sceso sotto il 10%. Il dato deve ancora preoccuparci perché ci dice che rimane una fascia di disagio composta da ragazzi che saranno in difficoltà a trovare un lavoro qualificato o stabile”. Il dem sottolinea però come il sistema emiliano-romagnolo di istruzione e formazione professionale si confermi un sistema “forte e necessario, una rete di salvataggio per i giovani che abbandonano la scuola”.

Il consigliere del gruppo mistoGianluca Sassi appunta l’attenzione sul tema dell’ingresso nel mondo del lavoro: “L’Emilia-Romagna investe giustamente nella formazione e questa non deve essere fine e se stessa. Dobbiamo guardare i dati e creare le condizioni più efficaci per facilitare poi l’ingresso nell’universo lavorativo”.

Dal Movimento 5 stelle la consigliera Silvia Piccinini porta al centro del dibattito la situazione dei centri di formazione pubblici, chiedendo anche informazioni su come si relazionino oggi i centri di formazione e i centri per l’impiego per cercare di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro nella nostra regione. “I centri di formazione pubblici- spiega la pentastellata- hanno una duplice funzione: sono presidi territoriali per evitare l’abbandono scolastico e per centrare l’obiettivo dell’inserimento nel mondo del lavoro. Per questo è importante valutare come si sta intervenendo per migliorarli e non depotenziarli”.

Dalla Giunta si sottolinea come i mestieri cambino molto rapidamente e per questo anche il sistema delle qualifiche professionali debba aggiornarsi, adattando il sistema nazionale delle qualifiche alle peculiarità sistema produttivo emiliano-romagnolo.

(Giulia Paltrinieri)

« Torna all'archivio