Musica. Sala Fanti gremita per l’audizione sul pdl; tanti i pareri positivi e molti gli spunti

Musicisti, direttori d’orchestra e presidenti di associazioni hanno illustrato le loro proposte di modifica della norma

08/02/2018 14:07

Penna e carta in mano, consiglieri e assessori regionali hanno raccolto i pareri di musicisti, direttori di orchestra e presidenti di associazioni espressi nell’udienza conoscitiva tenuta dalla commissione Cultura dedicata al progetto di legge sul settore musicale. Pareri che poi possono diventare spunti se non veri e propri articoli nella fase finale dell’elaborazione della legge.

Un settore che prende spunto dalla nuova norma sul cinema e che tocca diversi ambiti del settore: da quello educativo a quello dell’imprenditoria, dalla formazione alla professionalizzazione. “L’obiettivo- ha spiegato l’assessore- è quello di sostenere progetti di qualità, proponendo un’offerta rivolta ai talenti. La musica, con tutti i suoi derivati, è una ricchezza spalmata su tutto il nostro territorio”. “Sono poche le Regioni che fanno leggi su questo settore- ha spiegato la relatrice della legge del Partito Democratico (l’altro relatore è della Lega Nord)- e l’idea che viene portata avanti è quella di seguire il filone delle start up”.

Le proposte arrivate dai soggetti interessati alla norma sono svariate. Il presidente dell’associazione musicale ‘I violini di Santa Vittoria’ ha sottolineato come ci debba essere “un esplicito riferimento al patrimonio culturale locale, come ad esempio il liscio romagnolo. Sono tipicità che devono emergere”. “Uno spirito positivo”, secondo l’assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, perché “dà dignità al settore, ma chiedo che siano previsti fondi più consistenti”. Se per il presidente di ‘Spettacolo dal vivo Agis’ “è una legge che presenta diversi punti positivi”, è il numero uno di ‘Assonanza’ che snocciola i dati: “In Emilia-Romagna ci sono 350 scuole di musica, con 30mila studenti (di cui mille stranieri) e 2.500 insegnanti laureati. Questo significa che fare istruzione musicale è possibile e il fatto che sia prevista una legge che va proprio in questa direzione è positivo”.

Non si può dissociare la musica dal turismo, come sottolinea il presidente di ‘Romagna Musica’, visto che “la musica potrebbe essere un volano economico”. Da parte sua, il presidente di ‘Doc servizi’ ha proposto “un patto tra artisti ed enti locali perché venga valorizzato chi fa della musica il proprio mestiere”. Il presidente di ‘Bologna Festival’ ha chiesto che siano previste “infrastrutture, quindi luoghi deputati esclusivamente alla musica”.

Da chi è docente al Conservatorio arriva un’altra idea: “Si potrebbe far lavorare insieme registi, sceneggiatori e musicisti perché, ad esempio, le colonne sonore dei film e i film siano pensati ed elaborati insieme”.

Soddisfazione per la proposta di legge è quella che ha espresso il Forum del terzo settore, chiedendo, con un’integrazione scritta già depositata, di armonizzare la norma con il codice del terzo settore e con quello degli spettacoli dal vivo. Attenzione alle piccole realtà, che molte volte sopperiscono alle mancanze istituzionali, è la richiesta che arriva dal corpo bandistico Sant’Ambrogio di Castel del Rio: “Servirebbe superare il concetto di uguaglianza, insito in ogni norma, e concentrarsi invece su quello di equità”. Dalla Mei musica è arrivato il plauso per la volontà di mettere in filiera i vari progetti ma anche l’invito di lavorare sulla formazione: “Siamo ai vertici in Italia e il sostegno a questo settore servirà per far crescere e innovare anche la musica popolare”.

Lungimiranza è l’auspicio del presidente delle ‘Scuole di musica’ accreditate: “Una visione del futuro in cui l’Emilia-Romagna sopperisca al vuoto che si creerà tra l’alta formazione professionale e tutto ciò che viene prima. Serve colmare questo vuoto”. La proposta di formare non solo i musicisti ma anche chi lavora attorno a loro per professionalizzare l’ambiente è stata lanciata invece dalla Rat pack music, mentre il presidente dell’Italia Jazz club ha focalizzato l’attenzione sulle autorizzazioni che un locale deve avere per proporre musica dal vivo: “Non è possibile che il Comune di Bologna nelle autorizzazioni inserisca il vincolo della non presenza di palco e di luci”.

La vicepresidente di Italshow ha invece portato l’attenzione sugli “ammortizzatori sociali che esistono nel mondo dello spettacolo ma che sono poco conosciuti anche dagli stessi professionisti”. Investire sempre più sui giovani è stato il punto centrale dell’intervento di chiusura dell’associazione Locomotiv.

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