Università. Più di 81 mln in borse di studio nel 2018. Per i fuori sede sarà proposto al governo che le paghino le Regioni di provenienza

Boschini (Pd): stabilizzare qui gli studenti di altre regioni che formiamo qui; Francesca Marchetti (Pd) è intervenuta sul tema inclusione, chiedendo di favorire la mobilità per tutti gli studenti

21/06/2018 14:59

“Azione di accompagnamento dei neolaureati nel contesto lavorativo e valorizzazione della dimensione internazionale”. Questi i principali elementi di novità nella pianificazione delle politiche regionali per il diritto allo studio universitario. In commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, presieduta da Giuseppe Paruolo, è stata presentata la relazione sulla clausola valutativa relativamente alla programmazione regionale del triennio 2015-2017.

Nel triennio 2015-2017 le borse di studio erogate sono state circa 57mila per circa 219 milioni di euro. Nell’anno accademico 2016-2017 sono stati assegnati 80,8 milioni di euro (81,3 milioni nel 2017-2018): 48,7 milioni di euro a Bologna e in Romagna, 6,1 milioni a Ferrara, 12,7 milioni a Modena e Reggio Emilia e 13,2 milioni a Parma. Relativamente al servizio mensa, sono più di 2 milioni i pasti distribuiti annualmente.

L’assessore regionale all’Università, Patrizio Bianchi, ha evidenziato in commissione che il numero dei laureati in regione sta aumentando, “raggiunto il 29,9 per cento, in dieci anni sono stati recuperati 12 punti”. Ha poi affrontato la questione degli studenti fuori sede, “quasi 20 mila in più in soli tre anni (su un totale di circa 150 mila in Emilia-Romagna sono il 45%, ndr)”. L’assessore ha poi annunciato che intende interpellare il ministro per chiedere l’applicazione, relativamente alle borse di studio, del principio della “portabilità”. Sarebbero quindi le Regioni di provenienza dello studente a doversi far carico di finanziare la borsa di studio. In sostanza l’ipotesi, ha chiarito l’assessore, richiama ciò che accade già coi ticket sanitari, che vengono rimborsati dalla Regione d’origine al paziente che si cura in Emilia-Romagna.

Giuseppe Boschini del Partito democratico, sposando la tesi dell’assessore, ha rimarcato l’importanza di sostenere la portabilità del diritto allo studio, ribadendo inoltre la necessità di continuare a investire sull’attrattività del nostro sistema universitario. Il consigliere ha anche chiesto di favorire l’inserimento nel tessuto lavorativo regionale, alla fine del percorso di formazione, dei fuori sede: “fondamentale formare ingegneri ma anche stabilizzare ingegneri”.

È poi intervenuto il direttore di Er.Go (azienda regionale per il diritto agli studi superiori), Patrizia Mondin, sull’attività svolta dall’istituto. “Sono 88.693 le domande presentate nel 2017 per i servizi di accessibilità, un incremento del 73,7 per cento rispetto al 2016”. Relativamente all’accoglienza, ha riferito di 3.515 posti letto in Emilia-Romagna, in 44 strutture abitative. Ha poi evidenziato che sono stati investiti 155 mila euro per i servizi rivolti agli studenti a Piacenza. Infine, Mondin ha comunicato che il patrimonio Er.go è di oltre 210 milioni di euro.

Francesca Marchetti (Pd) ha invece chiesto di porre particolare attenzione sul tema della continuità e della regolarità delle borse di studio. Ha inoltre sollecitato un monitoraggio sul percorso di inclusione per favorire la mobilità di tutti gli studenti, in collaborazione con il sistema del volontariato.

(Cristian Casali)

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