Scuola. In Commissione Cultura il progetto “Hey teachers”, più coinvolgimento delle famiglie con gli insegnanti

“Rapporto coi genitori a volte difficile ma necessario punto di partenza”, confermano anche Paruolo e Marchetti (Pd). “Fondamentale offrire rete padagogica ben strutturata” per Prodi (misto-Mdp)

12/04/2018 13:39

Un progetto di istruzione scolastica che promuova l’inclusione e l’integrazione dei bambini con sviluppo tipico ed atipico, coinvolgendo il più possibile tutti i soggetti che hanno a che fare con la cultura della scuola. Si tratta del progetto europeo “Hey teachers, don’t leave the kids alone” illustrato in Commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, e promosso da Ierpof (Istituto europeo ricerca formazione orientamento professionale) di Bologna, capofila, in collaborazione con l’università di Bologna, e realtà della Lituania, Slovenia, Polonia e Cipro.

La realtà scolastica di oggi è profondamente cambiata, le famiglie vogliono sempre di più entrare nel merito; dobbiamo gestire questa nuova situazione a partire dalla formazione per gli insegnanti” spiegano i professori responsabili del progetto europeo. Sul tema interviene anche Giuseppe Paruolo (Pd), presidente della Commissione, che invita a non sottovalutare i rischi puntando sull’individualizzazione delle relazioni, specie per quanto riguarda le famiglie. Francesca Marchetti (Pd) suggerisce anche di chiedere il feedback delle famiglie, “il loro coinvolgimento è difficile -riconosce- ma fondamentale proprio per gestire il problema”. Il progetto, spiegano i professori, prevede proprio una piattaforma con indicazioni operative rivolte ad insegnanti che li aiutino a relazionarsi sia con i bambini che con i genitori. “Ben vengano progetti che offrono una rete pedagogica strutturata” interviene Silvia Prodi (Misto-mdp) che critica il sistema competitivo che a volte viene stimolato in alcune classi. “Noi vogliamo appunto offrire un modello diverso dalla scuola-azienda e promuovere una scuola-comunità che favorisca il processo di inclusione” è la risposta dei professori.

(Francesca Mezzadri)

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