Affido. Le presidenti delle commissioni di Parità regionali aderiscono alla mobilitazione di domani contro il ddl Pillon

“La riforma deve garantire il benessere prioritario dei minori nelle separazioni e nei divorzi”, afferma la Coordinatrice nazionale Roberta Mori

09/11/2018 13:27

Il disegno di legge n. 735 su “affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità”, primo firmatario il senatore Pillon, continua il suo iter in Senato. “Le audizioni fortemente volute dall’associazionismo femminile, società civile e professionisti, stanno mettendo in luce tutti i limiti di un intervento ideologico che punisce il coniuge debole e riduce la genitorialità ad una spartizione numerica di spazi e tempi”. Già a settembre la Conferenza nazionale delle commissioni pari opportunità di Regioni e Province autonome aveva chiesto pubblicamente un maggiore contraddittorio sul testo, affinché tenesse conto in particolare delle forti preoccupazioni di tanti operatori ed operatrici del sociale e del diritto. Ora le presidenti delle commissioni ribadiscono la richiesta formale di un’audizione alla commissione giustizia del Senato “per portare il punto di vista delle istituzioni territoriali e delle istanze sinora inascoltate”.

Tra i punti più controversi di questa proposta di riforma del Diritto di famiglia, secondo le presidenti vi è la netta prevalenza del punto di vista patrimoniale ed economico degli adulti in separazione, rispetto all’interesse primario dei minori. “Il disegno di legge non tiene conto delle esigenze di figlie e figli, costretti ad adeguarsi ai genitori e non viceversa in quanto ‘divisi’ a metà– spiega la coordinatrice Mori- inoltre abolisce l’assegno di mantenimento in favore dei figli, mentre prevede il mantenimento diretto da parte di entrambi i genitori a prescindere dal fatto che madre e padre possano effettivamente offrire pari tenore di vita”.

Nella richiesta di audizione le presidenti delle commissioni pari opportunità sottolineano la necessità di riforme davvero utili e adeguate alle trasformazioni sociali, dove lo sviluppo armonico di bambine e bambini sia garantito e dove non si ignorino le discriminazioni in atto, comprese quelle di genere ignorate dal Ddl Pillon. “È una realtà ad esempio– conclude Mori- che il coniuge più debole sia nella maggior parte dei casi la donna che, secondo dati Istat, guadagna in media un 30% in meno se ha figli e scivola verso la povertà se è capofamiglia dopo una separazione”. Per sostenere con forza l’opposizione all’impostazione “adultocentrica” della riforma, il Coordinamento aderisce alla mobilitazione nazionale che si svolgerà domani 10 novembre in tutte le piazze d’Italia.

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