Sanità. Punti nascita, partiti concordi su deroga per Castelnovo, Scandiano, Pavullo, Mirandola, Borgotaro e Cento

Sostegno bipartisan, da Pd, Ln, M5s e Si alla scelta della Giunta regionale sulla richiesta di deroga. Nella relazione della Commissione tecnico-consultiva sul percorso nascita si chiede invece la chiusura di Castelnovo, Scandiano, Pavullo e Borgotaro

18/07/2017 17:06

Sostegno da maggioranza e opposizione alla scelta della Giunta regionale di chiedere la deroga per non sospendere l’attività di assistenza al parto nei punti nascita reggiani di Castelnovo ne’ Monti e Scandiano, nei due modenesi di Pavullo nel Frignano e Mirandola, in quello parmigiano di Borgo Val di Taro e in quello ferrarese di Cento.

“Il tema deroghe riguarda la politica, la Giunta ha esaminato il documento redatto dalla Commissione tecnico-consultiva sul percorso nascita e ha comunque deciso di chiedere al ministero la deroga per i sei punti nascita”. L’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, è intervento nella seduta congiunta della commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, e della commissione per la Parità e per i diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori.

Nella relazione della Commissione tecnico-consultiva, presentata durante la seduta, si afferma invece la necessità di sospendere l’assistenza al parto nei punti nascita di Borgo Val di Taro, Castelnovo ne’ Monti, Scandiano e Pavullo nel Frignano, mentre si propone di chiedere la concessione della deroga alla chiusura per i soli punti nascita di Mirandola e di Cento.

“Se come proposto dalla Commissione tecnico-consultiva- ha dichiarato Gabriele Delmonte (Ln)– verranno chiuse le strutture di Castelnovo ne’ Monti, Scandiano, Pavullo e Borgotaro, a parte Sassuolo, non ci saranno più punti nascita sotto la via Emilia. Ci saremmo invece attesi dal gruppo di esperti proposte costruttive, soluzioni per proseguire l’attività nei quattro punti nascita”. Il consigliere è intervenuto anche sul tema sicurezza: “Ora ci dite che le condizioni nelle quattro strutture non sono adeguate, perché in passato non ci avete parlato di questi rischi?”. Delmonte ha poi evidenziato di condividere la scelta della Giunta: “Lavoriamo per adeguare i requisiti richiesti dal ministero”.

“Bene la richiesta di deroga”, hanno rimarcato anche Raffaella Sensoli e Gian Luca Sassi del Movimento 5 stelle. La consigliera ha però parlato di “rischio di vedere chiusi questi punti nascita per l’incapacità di programmazione della politica”. Dello stesso tenore l’intervento di Giulia Gibertoni, dello stesso gruppo politico: “La richiesta di deroga non deve cadere nel vuoto, deve invece essere sostenuta con documenti che spieghino che cosa serve adesso per migliorare il livello dei servizi offerti”.

I dati illustrati dalla Commissione sul percorso nascita, è intervenuto quindi Yuri Torri (Si), “sono importanti non solo per mettere in luce le criticità ma proprio per trovare soluzioni a quegli stessi problemi”. Dobbiamo, ha aggiunto, “percorrere la via che porta al compimento di queste soluzioni per mantenere e migliorare il livello di questo servizio”. Quindi, ha concluso, “siamo soddisfatti che l’assessore Venturi e la Giunta, chiedendo la deroga, abbiano mantenuti gli impegni presi”. Anche per Igor Taruffi, sempre di Sinistra italiana, “sono stati mantenuti gli impegni presi in Aula”. È stato, ha aggiunto, “un lungo percorso, particolarmente partecipato”. Questa richiesta di deroga, ha concluso, “non significa che tutto andrà bene, ma è il segnale che tutto quello che dovevamo fare è stato fatto”.

Sono soddisfatta, ha dichiarato poi Manuela Rontini (Pd), “perché oltre alle richieste di deroghe andremo ad ampliare la dotazione di personale adeguandolo agli standard previsti per legge”. Infine, Luciana Serri, sempre del Partito democratico, ha ribadito che “la Giunta ha mantenuto il suo impegno”, aggiungendo che “ora si deve anche ragionare su come potenziare i servizi e l’assistenza nell’intero percorso dall’inizio della gravidanza fino al puerperio a supporto della genitorialità”. Serri ha sottolineato anche con preoccupazione il calo di nascite in regione, che ha raggiunto nel 2017 i 700 nati in meno rispetto all’anno passato. Una situazione, ha concluso, che “deve indurci a riflettere su politiche nuove di sostegno alla nascita, integrando politiche sanitarie e politiche sociali”.

Nella relazione della Commissione sul percorso nascita si pone l’accento sulla diminuzione dei parti in Emilia-Romagna, dell’11 per cento nell’ultimo quinquennio (meno 51,2 per cento a Pavullo, meno 39,9 a Borgotaro, meno 39,4 a Scandiano e meno 22,4 a Castelnovo). Inoltre, nel documento si parla di “complicazioni ostetriche più frequenti negli ospedali a basso volume di attività”, oltre a essere rilevato il problema della carenza di personale dedicato. Anche relativamente ai dati sul tasso di tagli cesarei si evidenziano problemi, in particolare, a Castelnovo e Borgotaro.

(Cristian Casali, Andrea Perini)

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