Parità. Primo Bilancio di genere della Regione. Mori: passaggio fondamentale per valutare le nostre politiche

L’Assessora Petitti in commissione ha riferito i dati del documento previsto dalla Legge quadro sulla parità

25/01/2017 15:35

“Con l’avvio del primo Bilancio di genere della Regione non solo diamo concretezza a uno degli obiettivi principali stabiliti dalla legge quadro sulla parità e contro le discriminazioni di genere, ma iniziamo un importante percorso che ci consentirà di valutare in modo sempre più incisivo l’efficacia delle politiche rispetto agli obiettivi perseguiti”.

È quanto ha dichiarato Roberta Mori, presidente della commissione Pari opportunità in apertura della seduta che ha accolto l’informativa dell’assessora al Bilancio, Emma Petitti, su questo primo documento “sperimentale” riferito al 2015 e redatto in collaborazione con tutte le direzioni generali della Regione. “In prospettiva- ha detto Mori- ci aspettiamo molto in termini di valutazione degli obiettivi e delle risorse allocate.  Gli indicatori suddivisi per settore e le relative voci economico-finanziarie possono aiutarci,– ha osservato Roberta Mori – ma sempre più il bilancio di genere dovrà fare seguire un’attenta analisi e valutazione dell’impatto delle politiche per la parità. Abbiamo bisogno di oggettivare i fenomeni e confido che il consolidarsi di questa prassi possa diventare occasione per dirigere le politiche regionali, e sollecitare quelle nazionali, a perseguire obiettivi sempre più stringenti in una sfida che richiede un cambiamento di sistema.

Per questa prima analisi sulle scelte e gli impegni economici dell’ente regionale in un’ottica di genere – ha riferito Petitti –  sono stati in particolare individuati specifici ambiti di policy che racchiudono i principali interventi in particolare per quanto l’area delle attività e risorse direttamente rivolte alla promozione delle pari opportunità e per l’area “indiretta” che comprende interventi non specificamente rivolti al genere femminile ma che hanno ricadute significative sulla loro vita. In favore delle donne nel 2015, ad esempio, sono state impegnati per l’ambito del mercato del lavoro circa 127 milioni di euro; per la conciliazione tra vita e lavoro e politiche familiari circa 460 milioni di euro, per i “diritti del corpo”: salute, riproduzione, sessualità circa 95 milioni di euro; per il contrasto alla violenza 1,924 milioni di euro, per la promozione e diffusione della cultura di genere circa 75 mila euro.

“Ora – ha detto l’assessore Petitti –  serve estendere la portata di questa analisi anche ad altri interventi delle politiche regionali e riuscire a costruire strumenti utili a costruire il proprio bilancio di genere anche per le amministrazioni locali. Fornire questa possibilità analisi crediamo possa costituire un ulteriore valore aggiunto su cui pensiamo di investire per i prossimi anni”.

La Regione Emilia-Romagna – ha osservato Nadia Rossi (Pd) – “si distingue a livello nazionale per le politiche attive e passive che svolge sul territorio rispetto alla violenza di genere. In questo contesto economico e culturale difficile – ha detto –  questo nuovo passaggio rappresentato dalla redazione del bilancio di genere richiede una ulteriore riflessione, perché nel momento in cui si pensano le azioni da fare a livello regionale è fondamentale agire in un’ottica di mainstreaming. Abbiamo risultati che ci convincono che stiamo facendo la strada giusta – ha concluso. Sarà bello tra un anno verificare i risultati di questa maggiore attenzione posta sulle politiche di genere. Dovremo lavorare insieme per centrare le necessità delle donne”.

(Isabella Scandaletti)

 

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