Diritti. Approvata in commissione Parità risoluzione della maggioranza contro disegno di legge Pillon/ foto

Critiche dal centrosinistra per l’assenza in commissione dei consiglieri di Lega e M5s. Per la presidente Mori il Ddl è “misogino, adultocentrico, una sorta di ritorno al patriarcato, sgrammaticato dal punto di vista istituzionale e anche anticostituzionale”; Marchetti (Pd) parla di “ritorno al passato”. Apprezza invece Facci (Misto-Mns): “Giusta direzione”

10/10/2018 14:03

È la maggioranza regionale, con una risoluzione approvata in commissione per la Parità e per i diritti delle persone (presieduta da Roberta Mori), a sollecitare il governo regionale a prendere posizione contro la proposta di legge del senatore leghista Pillon in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità.

Il disegno di legge, rimarca la prima firmataria dell’atto Francesca Marchetti (Pd), “rappresenta, in materia di diritto di famiglia, un ritorno al passato”. Non ci sono, ha aggiunto, “i presupposti per emendarlo e migliorarlo, occorre invece sospenderne l’iter”. Fra gli aspetti controversi della riforma, ha spiegato la consigliera, ci sono la prevalenza del punto di vista economico e patrimoniale degli adulti, rispetto all’interesse primario dei figli e delle figlie minori, oltre all’obbligo di ricorrere a mediazione professionale a carico delle parti, non si tengono in considerazione i contesti di violenza domestica, e ancora la previsione di legare la permanenza nella casa coniugale al coniuge proprietario, nonché l’abolizione dell’addebito della separazione con conseguenze inevitabili di aumento della conflittualità intrafamiliare.

Nell’atto d’indirizzo si chiede anche il coinvolgimento dei parlamentari eletti in Emilia-Romagna e si sollecita l’attivazione di consultazioni, sulla materia, con tutti i soggetti istituzionali, associativi e professionali interessati, comprese le rappresentanze femminili, le associazioni familiari e le figure di garanzia per i minori.

Particolarmente dura la presidente della commissione Roberta Mori, “giudico il disegno di legge in modo severo: misogino, adultocentrico, una sorta di ritorno al patriarcato, sgrammaticato dal punto di vista istituzionale e anche anticostituzionale”. Qualsiasi emendabilità di questo provvedimento, ha rimarcato, “è messa a rischio dalla tragedia che lo pervade”. Con questo provvedimento, ha quindi evidenziato, “non si semplifica la separazione, ma addirittura può rendere orfani i bambini se la mediazione non va a buon fine”. Siamo di fronte, ha concluso, “a una postura culturale che si traduce in diritto lontano anni luce dei bisogni delle persone”.

Nadia Rossi (Pd) ha criticato la scelta dei consiglieri del Movimento 5 stelle e della Lega di disertare la commissione, “non credo sia mai accaduto prima”. “Salvini – ha poi ironizzato – è un padre separato, dovrebbe quindi occuparsi 12 giorni al mese dei propri figli, i grillini locali invece sollecitano in continuazione il patrocinio regionale per i gay pride del territorio e poi si trovano di fronte un ministro, come Fontana, che dice che queste persone sono malate”.

Silvia Prodi (Misto-Mdp) ha parlato delle tante iniziative che stanno nascendo a livello locale contro il disegno di legge Pillon, “c’è una forte opposizione sociale, che già di per sé dovrebbe far ragionare chi è al governo in questo momento”. Anche la consigliera ha disapprovato l’assenza di leghisti e pentastellati in commissione.

Anche Yuri Torri (Si) ha parlato di “impronta conservatrice e reazionaria”, a partire dalla scelta sull’utilizzo del criterio economico, “scegliere di dare peso al criterio economico non è una scelta neutra ma politica”. Non si tiene conto, ha aggiunto, “della condizione di svantaggio della donna, così come di quella del minore”. Chiediamo, ha concluso, “una legislazione completamente diversa sulla materia”.

Per Antonio Mumolo (Pd) “il disegno di legge rischia di scardinare il principio essenziale sul quale si basa il diritto minorile: l’interesse dei minori”. Ha parlato di provvedimento inadeguato e intriso di ideologie.

Apre invece al provvedimento Pillon Michele Facci (Misto-Mns), “questa legge cerca di dare risposte a quelle che sono esigenze sempre più frequenti, va nella giusta direzione”. Un tentativo positivo, ha spiegato, “di mettere mano a una materia particolarmente delicata e complessa”.

L’atto è stato sottoscritto anche dalla stessa presidente Roberta Mori, da Barbara Lori, Nadia Rossi, Enrico Campedelli, Stefano Caliandro, Valentina Ravaioli, Luciana Serri e Antonio Mumolo del Partito democratico, oltre a Yuri Torri di Sinistra italiana e Silvia Prodi del Misto-Mdp.

(Cristian Casali)

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