Parità. Lavoro, lotta alla violenza e ai femminicidi: appello delle donne a tutti i candidati

Da Roma le presidenti degli organismi di Parità regionali (coordinate dalla presidente della commissione Pari opportunità dell’Emilia-Romagna) chiedono di attuare nella prossima legislatura le indicazioni e le proposte della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio

01/03/2018 15:57

Democrazia paritaria. Quindi, più attenzione e maggior concretezza su temi legati all’uguaglianza tra uomini e donne. Questa la richiesta avanzata oggi in una conferenza stampa a Roma, nella sala Caduti di Nassiriya del Senato, dalle presidenti degli organismi di Parità regionali (coordinate dalla presidente della commissione Pari opportunità dell’Emilia-Romagna) a tutte le forze politiche in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo. L’obiettivo è far sì che i candidati e le candidate si assumano “l’impegno di dare attuazione nella prossima legislatura alle indicazioni e proposte della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere”.

“La piaga indicibile dei femminicidi e la vergogna inaccettabile delle molestie sul lavoro -è stato detto- portano l’attenzione e la responsabilità di tutte le forze politiche che si candidano a governare a rafforzare alcune misure e a elaborare nuovi strumenti” per far fronte alle violenze. Quindi, la parola d’ordine è “democrazia paritaria”, che si traduce in “rappresentanza paritaria nei luoghi decisionali, insieme all’accessibilità alla carriera con parità salariale, salute ed educazione di genere, cultura paritaria, prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne”.

Dunque, hanno sottolineato le presidenti, “chiediamo di attuare e rafforzare la normativa in materia di partecipazione qualificata e paritaria delle donne nelle istituzioni elettive e non elettive, nelle società pubbliche e private, ai vertici dei luoghi decisionali, affinché l’Italia si allinei con gli obiettivi di progresso, modernità e sviluppo sostenibile dei Paesi più avanzati”. Inoltre, “il lavoro femminile deve essere considerato fattore strategico per la crescita, attivando misure strutturali di incentivazioni, agevolazioni, sgravi e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro che colmino l’inaccettabile gap occupazionale e retributivo che frena la ripresa e nega opportunità”.

Altro tema fondamentale affrontato è stato quello dell’educazione di genere, “che deve essere promossa nelle università e nelle scuole”, insieme “al rispetto delle differenze, il contrasto agli stereotipi discriminanti, il rifiuto consapevole di ogni forma di bullismo, cyberbullismo e sopraffazione” uniti alla richiesta “di dare attuazione alla legge 3 del 2018 per la diffusione della medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale e promuovere pari diritti nello sport, compreso il riconoscimento dello sport professionistico femminile”. Da non sottovalutare il capitolo mass media, “per favorire nella comunicazione e nella pubblicità una rappresentazione femminile autentica, non stereotipata o distorta”.

Al centro di tutto, il contrasto alla violenza sulle donne. Per questo, le presidenti degli organismi di Parità regionali chiedono a gran voce “di assicurare l’implementazione e il finanziamento adeguato del Piano strategico nazionale sulla violenza contro le donne, riconoscendo la primaria funzione dei Centri antiviolenza quali presìdi anche culturali nell’accoglienza e tutela, nella presa in carico e prevenzione, costruendo un efficace coordinamento della rete territoriale sia coi servizi a tutela dei minori coinvolti che con quelli per uomini che commettono violenza”.

Infine, è arrivata la richiesta di “costituire il Ministero per le Pari Opportunità che renda effettive, integrate ed omogenee le politiche di parità, uguaglianza sostanziale ed equità sociale” e quella di “attuare la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione della violenza maschile domestica attraverso una normativa quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere”.

(Margherita Giacchi)

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