Parità. Convenzione Istanbul e indennizzi più alti a chi subisce violenza, ok della Commissione

Votata la risoluzione a prima firma Roberta Mori: “Si affronti il contrasto alle discriminazioni di genere a tutto campo”

13/12/2017 11:51

La commissione Parità (presieduta da Roberta Mori) unita contro la violenza sulle donne. Due risoluzioni, infatti, una a firma Partito Democratico e l’altra Movimento 5 Stelle: una per promuovere la proposta di una legge quadro nazionale di attuazione della Convenzione di Istanbul (convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica), l’altra per incrementare le attività di promozione territoriale sul contrasto alla violenza e invocare nuove norme nazionali.

La risoluzione Pd, che ha come prima firmataria Mori (a cui si sono aggiunti i consiglieri Pd Francesca Marchetti, Mirco Bagnari, Barbara Lori, Paolo Zoffoli, Katia Tarasconi, Enrico Campedelli, Antonio Mumolo, Luca Sabattini, Stefano Caliandro, Nadia Rossi, i consiglieri di Sinistra Italiana Yuri Torri e Igor Taruffi e la consigliera Silvia Prodi del gruppo misto-Mdp), mira, appunto, “a promuovere nelle sedi nazionali competenti la proposta di una legge quadro nazionale di attuazione della Convenzione di Istanbul che, al pari della legge quadro regionale del 2010, affronti il contrasto alle discriminazioni di genere a tutto campo, investendo in particolare sulla prevenzione dei femminicidi”.

Ma non solo. Nella risoluzione viene sollevato un punto già affrontato durante la Conferenza regionale delle elette: quello degli indennizzi, “che non sono dei risarcimenti- ha precisato Mori-: per quelli ci si pensa nelle aule dei tribunali. Ma se gli indennizzi da parte dello Stato sono inadeguati si può indebolire il contrasto culturale”. Una risoluzione che è stata votata all’unanimità dai gruppi presenti in commissione (Pd, Si, M5s Lega Nord, Forza Italia) così come il subemendamento di Mori a quello della consigliera Giulia Gibertoni (M5s) per prevedere un supporto psicologico “che garantisca misure di sostegno per le vittime di condotte reiterate, minaccia o molestia, volte a cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura”.

La risoluzione M5s, invece, che è stata votata da Ln e Fi, astenuto il Pd, mirava “a potenziare e ampliare l’attenzione sul fenomeno della violenza contro le donne e a confrontarsi in sede di conferenza Stato-Regioni per invocare nuove norme legislative che rafforzino la certezza della pena, per evitare che la magistratura agisca troppo tardi a favore delle persone minacciate o in pericolo, per definire sostegno economico e reinserimento lavorativo e per tutelare i bambini che assistono ad atti violenti sulle proprie mamme”.

Soddisfatto delle due risoluzioni Torri: “sono tutti aspetti che meritano di essere sostenuti e divulgati; importante anche il riferimento alla Convenzione di Istanbul e alla legge quadro”. Qualche dubbio, invece, è stato manifestato da Enrico Aimi (Fi): “si rischia un cortocircuito con la legge nazionale, visto che con l’articolo 612 bis si può estinguere la pena con il pagamento di una somma”.

(Margherita Giacchi)

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