Giovani. Sì in Commissione Salute a piano adolescenza: lotta al bullismo, più sportelli d’ascolto a scuola

Parere favorevole da Pd e Si. Gibertoni (M5s): “Cabina di regia contro bullismo”. Marchetti (Pd): “Bene azioni congiunte in tanti settori”. Boschini (Pd) “Ci vuole politica unitaria contro dispersione scolastica”. Facci (Misto-Mns): “Comuni più severi contro abuso sostanze stupefacenti”

23/10/2018 14:18

Sì in sede consultiva al Piano regionale pluriennale per l’adolescenza dalla commissione Politiche per la salute. Hanno dato parere favorevole Partito democratico e Sinistra Italiana, si sono astenuti Movimento 5 stelle e Lega Nord.

Il piano per il triennio 2018-2020 si sviluppa in diversi ambiti – dalla scuola allo sport – e tocca fenomeni come bullismo, cyberbullismo e dipendenze, coinvolgendo diversi attori sociali: genitori, insegnanti, educatori sportivi. I tre filoni centrali sono quelli del dialogo, della cittadinanza attiva e della cura attraverso i quali si sviluppano poi le varie azioni della Giunta raccolte in dieci schede. L’ascolto a scuola con l’attivazione di sportelli individuali e di gruppo, il sostegno al tempo extrascolastico, la promozione dello sport, le opportunità, la promozione della creatività sono solo alcuni degli interventi contemplati. Tutti gli interventi sono interconnessi fra loro in una cornice “armonica” come spiegano i tecnici della Giunta, e collegati ad altri piani regionali come, ad esempio, quello socio-sanitario. Nel piano viene anche tracciato “un profilo di adolescente da declinare al singolo distretto (città, comunità montana, periferia…) in modo che ogni territorio possa utilizzare gli strumenti più adatti al contesto. 

Secondo Giulia Gibertoni (M5s) nel piano manca una cabina di regia regionale che coordini le azioni contro bullismo e cyberbullismo, che sembrano sempre e solo affidati ad agenzie esterne. Anche sul tema delle tossicodipendenze, la consigliera esprime insoddisfazione. “Mi sembra”, spiega, “che la Regione abbia sottostimato il fenomeno” mentre sarebbe opportuno “riflettere su temi come competizione e agonismo”. Bisognerebbe inoltre “cogliere l’occasione per riprendere in mano questioni emergenziali come il gioco d’azzardo e le altre dipendenze” continua.

Francesca Marchetti (Pd) sottolinea gli aspetti positivi del piano: “ha il merito di mettere in campo, in modo trasversale, un’azione congiunta dei diversi settori che si occupano di adolescenza”. Fondamentale il coinvolgimento-monitoraggio dei genitori per il contrasto al cyberbullismo, bene che vengano presi in considerazione anche “i problemi legati alla solitudine e all’isolamento” e che si parli in modo positivo del valore della creatività. “I nuovi dati sulle dipendenze non sono rassicuranti”, ammette la dem. Tuttavia gli sportelli d’ascolto a scuola possono essere un aiuto contro la dispersione scolastica, altro fenomeno collegato sul quale è necessario continuare a lavorare.

“Non possiamo avere il 10 per cento di dispersione scolastica, il nostro paese non può permetterselo”, aggiunge Giuseppe Boschini (Pd) che sottolinea la necessità di integrare il più possibile le politiche di orientamento dei giovani. di qui la sua proposta: non tante iniziative frammentarie, ma collegate fra loro al fine di aiutare gli adolescenti a capire se stessi.

“Necessario coinvolgere maggiormente i genitori” sottolinea Katia Tarasconi (Pd), che riprende il tema della violenza e del bullismo nei giovani citando gli episodi di cronaca.

“L’Osservatorio regionale delle politiche per gli adolescenti potrebbe fornire dati utili”, aggiunge Ottavia Soncini (Pd). La consigliera, nel ricordare che il 20 novembre sarà la Giornata mondiale dell’Infanzia, chiede se il piano contempli anche una parte che riguarda i diritti e il tema della povertà minorile.

Per Michele Facci (Misto-Mns) si potrebbe fare di più nel contrasto al bullismo. Anche sul tema delle dipendenze il consigliere rileva che i dati indicano un forte aumento di abuso di sostanze nei giovani. Ci vorrebbe dunque “maggiore severità e incisività nelle linee guida ai Comuni per contrastare il fenomeno”, ad esempio durante gli eventi pubblici e gli spettacoli.

(Francesca Mezzadri)

 

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