Sanità. In regione 400 case famiglia per 2.175 posti. Presentate linee guida per controlli su qualità servizi

Il presidente Zoffoli ha chiesto un’adeguata informazione sui servizi offerti, Marchetti (Pd) ha posto l’accento sul tema delle qualifiche del personale, Sensoli (M5s) ha invece sollecitato regolamentazioni omogenee su tutto il territorio regionale

15/10/2018 12:42

Un’attività strutturata di vigilanza e controllo per verificare il possesso e il mantenimento degli standard richiesti, che devono essere rispettati per l’avvio e l’esercizio dell’attività, dalle caratteristiche strutturali a quelle organizzative e di funzionamento. In discussione in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, gli indirizzi regionali per i regolamenti locali sulle case famiglia elaborati da Regione Emilia-Romagna e Anci, con la collaborazione e la condivisione di organizzazioni sindacali, associazioni, enti locali e aziende sanitarie.

In regione sono infatti 400 le case famiglia e i gruppi appartamento per anziani, per 2.175 posti.

Sulla base di queste linee guida i Comuni potranno decidere di emanare, nel proprio territorio di competenza, specifici regolamenti a cui i gestori delle case famiglia dovranno attenersi. Su questo argomento il presidente Zoffoli ha chiesto specifiche garanzie, in particolare sulla possibilità per i gestori di attivare una struttura anche in assenza di un regolamento locale. Ha inoltre sollecitato un’adeguata informazione, rivolta alla cittadinanza, sui servizi offerti.

La consigliera Francesca Marchetti (Pd) ha invece posto l’accento sul tema delle qualifiche del personale, chiedendo l’inserimento di riferimenti chiari nelle linee guida.

Raffaella Sensoli (M5s) ha invece chiesto la corretta applicazione della normativa regionale, per “affrontate le possibili elusioni”. Ha anche sollecitato regolamentazioni omogenee su tutto il territorio regionale.

Le case famiglia sono strutture con funzioni di accoglienza e bassa intensità assistenziale, che possono ospitare fino a un massimo di 6 persone in condizioni di autosufficienza o di lieve non autosufficienza.

(Cristian Casali)

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