Sanità. Avis e Fidas in commissione: tutelare i 160mila volontari dell’Emilia-Romagna

Il Pd, con Cardinali e Serri, ha riferito della possibilità di riaprire alcuni centri di raccolta sangue; per la Ln, con Marchetti, invece non ci sono grandi novità rispetto al precedente piano

06/03/2018 14:42

“Non possiamo permetterci di perdere nessuno dei 160mila donatori”. È questo l’obiettivo che le associazioni Avis (Associazione volontari italiani del sangue) e Fidas (Federazione italiana donatori di sangue), in audizione in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, sul nuovo piano sangue e plasma, intendono perseguire a livello regionale.

Per Maurizio Pirazzoli, presidente regionale dell’Avis, “è fondamentale non pregiudicare l’articolazione sul territorio della nostra rete: non devono chiudere punti di raccolta sangue perché incompatibili con il modello che l’Emilia-Romagna si è data”. Ci riconosciamo, ha comunque ribadito, “negli obiettivi del piano: sui progetti di cooperazione internazionale, sul tema autosufficienza, sulla sicurezza e sul sostegno alle associazioni”.

Anche il presidente regionale della Fidas, Michele Di Foggia, ha parlato dell’attenzione che nel testo del provvedimento si dà al mondo dell’associazionismo, intervenendo, in particolare, sul tema dell’attivazione di un nuovo gestionale unico regionale e sulla questione dell’organizzazione territoriale delle sedi di raccolta.

Sono poi intervenuti alcuni consiglieri regionali.

Per Alessandro Cardinali (Pd) il nuovo piano ha come intento quello di rivolgersi ai territori, per assecondare le esigenze delle associazioni: “l’impegno portato avanti dalle associazioni di volontariato è per noi è fondamentale”. Il consigliere ha parlato anche della possibilità di riaprire alcuni centri di raccolta.

Anche Luciana Serri (Pd) ha riaffermato la centralità del rapporto con l’associazionismo: “teniamo in grande considerazione le richieste che arrivano dal mondo del volontariato”.

Mentre per Daniele Marchetti (Ln) “non ci sono grandi novità rispetto al precedente piano”. Il consigliere ha chiesto di ridefinire le linee guida per la raccolta sul territorio e di garantire, relativamente all’operatività, uniformità su tutta la regione.

Il presidente Zoffoli, in conclusione di seduta, ha ribadito l’impegno di proseguire nella direzione dell’efficientamento del sistema sangue.

Nel 2017 in Emilia-Romagna sono state raccolte 161.900 sacche di sangue (144.769 trasfuse): a Piacenza sono state raccolte 10.601 sacche, 17.411 a Parma, 15.160 a Reggio Emilia, 25.855 a Modena, 16.103 a Ferrara, 35.620 a Bologna, 5.716 a Forlì, 7.878 a Cesena, 11.531 a Rimini e 16.025 a Ravenna.

(Cristian Casali)

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