Sanità. La gestione diretta della copertura dei rischi medici al vaglio della commissione, emerge la prospettiva di risparmi

Ancora non confrontabile il modello attuale con il vecchio sistema assicurativo, anche se i premi annui si aggiravano sui 40 milioni, mentre i risarcimenti delle Ausl ai cittadini ora toccano i 15 milioni. Pd e Lega chiedono raffronti storici precisi per valutare se la spesa pubblica è calata o cresciuta

13/02/2018 14:08

Dalle assicurazioni private alla gestione diretta dei sinistri da parte delle stesse aziende sanitarie, peraltro risparmiando: in Emilia-Romagna è cambiata la modalità di risarcimento dei pazienti che si vedono riconosciuta la colpa medica. Oggi, a poco più di cinque anni dall’approvazione della legge regionale 13/2012 (quella che ha varato il nuovo modello di copertura dei rischi) e al termine del periodo di sperimentazione, i tecnici della Giunta hanno portato in Commissione sanità la relazione sulla sua applicazione. Il documento è andato al vaglio dei consiglieri per la clausola valutativa inserita all’interno della legge.

E su questa base che dai banchi del Partito democratico e della Lega nord sono arrivate delle richieste di chiarimento, in particolare quella di poter confrontare i dati odierni con quelli del vecchio sistema per poter conoscere gli eventuali risparmi o le ulteriori spese che ha comportato il cambio di modello. E i tecnici della Giunta hanno sottolineato come non sia possibile fare un confronto diretto tra il precedente modello e quello attualmente in uso anche se hanno specificato che “la spesa per i premi assicurativi si aggirava attorno ai 40 milioni l’anno e i risarcimenti sotto la soglia della franchigia venivano comunque erogati direttamente dall’azienda sanitaria”. Ora invece i risarcimenti si sono aggirati attorno ai 15 milioni, soldi che sono finiti nelle tasche dei cittadini (a differenza dei premi assicurativi), mentre altre somme, quelle relative ai procedimenti che non si sono conclusi nello stesso anno in cui è stato evidenziato il sinistro, sono state accantonate in via precauzionale. I confronti, hanno sottolineato i tecnici, si potranno fare sul lungo periodo e non anno per anno. Altra richiesta ha riguardato la possibilità di ricavare sistemi di prevenzione dai dati sui sinistri, pratica già messa in campo dalle aziende sanitarie.

Perché è cambiato il sistema. L’impossibilità di trovare compagnie assicurative affidabili e solvibili, il progressivo innalzamento dei premi polizza e l’inserimento di franchigie, ha spinto la Regione a dotarsi di nuove politiche di gestione e prevenzione del rischio connesso alle attività sanitarie.

Le fasce. Il programma prevede la gestione diretta di tutti i sinistri, a differenza di quello che avveniva in precedenza. Due sono le modalità di liquidazione dei danni: i sinistri di prima fascia (valore inferiore o uguale a 250.000 euro) sono gestiti e liquidati direttamente dalle aziende con oneri a carico del bilancio aziendale; i sinistri di seconda fascia (valore superiore a 250.000 euro) vengono gestiti dall’azienda con il supporto del nucleo regionale di valutazione sinistri e la liquidazione è a carico del fondo regionale così come le spese legali.

I dati. Prendendo in considerazione il 2013 le domande di risarcimento accolte sono state il 40,4 per cento; quelle respinte il 46,6; non pertinenti il 6,5; sospese per approfondimenti il 5,5%. L’1% è stato rinviato al nucleo valutativo regionale.

(Andrea Perini)

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