NOMADI. INCLUSIONE ROM E SINTI, VIA LIBERA COMMISSIONI A BANDO DA 1 MILIONE DI EURO PER I COMUNI: ‘SUPERAMENTO GRANDI AREE SOSTA’

La Giunta illustra il documento nella seduta congiunta delle commissioni Cultura, Politiche sociali, Territorio: parere positivo con i sì di Pd e Sel, contrari Ln, M5s, Fi e Fdi-An. Confronto fra i Gruppi: “Teniamo insieme regole, diritti e doveri” – “Legge ingiusta e indulgenza, servono sanzioni”. In Emilia-Romagna sono presenti 3.077 Rom e Sinti (nel 2012 erano 2.745), di cui 1.081 minori (35,13%), gli insediamenti sono 182, in 38 comuni

17/03/2016 13:55

“Una legge che recepisce quella che è la strategia nazionale ed europea e che si sviluppa su quattro assi: abitare, istruzione e formazione, lavoro, salute”. Inoltre, “la Giunta ha approvato la direttiva attuativa della norma e un bando rivolto ai Comuni e alle Unioni per la realizzazione di progetti abitativi alternativi alle aree sosta di grandi dimensioni, a rischio di degrado, insicurezza, tensione sociale e condizioni igienico-sanitarie non accettabili. Con un sostegno economico della Regione che ammonta a un milione di euro. Non più grandi campi, quindi, ma soluzioni insediative durevoli e dignitose”. L’assessore alle Politiche di welfare e politiche abitative, Elisabetta Gualmini, è intervenuta oggi nella seduta congiunta delle commissioniCultura‘, ‘Politiche sociali‘ e ‘Territorio‘, presiedute rispettivamente da Giuseppe Paruolo, Paolo Zoffoli e Manuela Rontini, sulla delibera dell’esecutivo regionale relativa all’inclusione di Rom e Sinti. Il documento ha avuto parere positivo: sì di Pd e Sel, contrari Ln, M5s, Fi e Fdi-An.

Il bando, ha aggiunto l’assessore, “fissa un nuovo patto tra diritti e doveri di queste comunità, un finanziamento pari a un milione di euro: 700.000 sono per gli interventi in conto capitale, 300.000 in spesa corrente. Saranno ammessi l’acquisto, nell’ambito del territorio comunale, di appezzamenti da destinare alla realizzazione di micro-aree familiari pubbliche (o all’adeguamento di quelle già esistenti), per l’accesso ad abitazioni tradizionali, forme di sostegno sociale ed educativo”.

L’assessore ha poi illustrato i dati sulla situazione in Emilia-Romagna: “A novembre 2015 è stata condotta una nuova rilevazione. In regione sono presenti 3.077 Rom e Sinti (nel 2012 erano 2.745), di cui 1.081 minori (35,13%), gli insediamenti sono 182, in 38 comuni, di cui 82 pubblici e 100 privati: 6 le aree al di sopra delle 71 persone, 8 tra 41 e 70, 56 tra 16 e 40 e 110 entro le 15 (per 2 il dato non è disponibile)”. “Il 90% dei nomadi in Emilia-Romagna- ha aggiunto- sono Sinti (italiani) e il 3% Rom, il 36% ha meno di 18 anni e solo il 3% più di 65 anni. La maggiore concentrazione di Rom e Sinti è in provincia di Reggio Emilia (42% distribuiti in 76 aree), Modena (19,5%) e Bologna (16,5%). Circa 600 persone vivono già in appartamenti, con esperienze non sempre positive”.

“Aspiriamo- ha concluso Gualmini- a offrire un percorso di transizione, partendo dalle micro-aree da 15-20 persone, che vorremmo, nel tempo, diventassero autogestite e autofinanziate, oltre a percorsi rivolti all’istruzione, al lavoro e alla salute”.

Daniele Marchetti (Ln) ha parlato di “una legge ingiusta, discriminante nei confronti dei nostri cittadini”. In particolare, “il progetto microaree non è rispettoso degli strumenti urbanistici, una scelta abitativa che temiamo diventerà definitiva”. “Un’ingiustizia sociale- ha rimarcato il consigliere- nei confronti degli emiliani e dei romagnoli. Abbiamo provato a cambiare la legge, non ci avete ascoltato, oggi abbiamo quindi attivato una raccolta firme per un progetto di legge di iniziativa popolare”. “Siamo contro a questa strategia regionale”, ha concluso.

Per Enrico Campedelli (Pd), invece, “le linee strategiche sono adeguate, affrontano il problema di persone portatrici di fragilità: stiamo parlando di solo 3.000 soggetti, di cittadini italiani residenti nei nostri comuni”. “Dobbiamo partire- ha sottolineato- dai ragazzi, che rappresentano nella comunità una grande percentuale, con percorsi di formazione, nuove opportunità”. “Forniamo- ha aggiunto- nuovi strumenti alle pubbliche amministrazioni. Nessuna politica assistenzialista, vogliamo tenere assieme regole, diritti e doveri”. Un percorso, ha concluso “da monitorare costantemente, con obiettivi di civiltà, normali per una comunità come la nostra”. Per Massimo Iotti (Pd) “ci sono tutti gli elementi per capire gli obiettivi e gli strumenti della legge, il quadro è chiaro. Una norma che non evita i problemi, non sono nascoste le criticità”. La situazione di Rom e Sinti in regione, ha aggiunto, “si sta evolvendo, si ricercano soluzioni. L’intento è quello di superare i grandi campi, ci attende una sfida importante, non cerchiamo speculazioni e non vogliamo sviluppare situazioni di privilegio. Vogliamo- ha concluso- pianificare e programmare una materia complessa, prevedendo verifiche costanti sull’attuazione della legge”.

Galeazzo Bignami (Fi) ha parlato di “un atto in continuità con una legge che non affronta il tema, è grave parlare di campi nomadi irregolari, gli abusi edilizi vanno sanzionati”. “Se vogliamo parlare di equiparazione- ha specificato-, i diritti e i doveri devono andare di pari passo, non si possono immaginare diritti paralleli. Il vostro lavoro, a mio giudizio, è ispirato dall’indulgenza”. Sul tema della scuola, “il problema è il medesimo, dobbiamo vincolare i bambini all’istruzione. Il principio di legalità deve essere il punto di partenza”. “Il timore- ha concluso il consigliere- è che molte persone abbiano interesse a mantenere questa situazione, intorno a questo sistema girano molti soldi. Per non discriminare queste persone dobbiamo trattarle come tutti gli altri italiani, applicare sanzioni se le regole non sono rispettate”.

Raffaella Sensoli (M5s) si è dichiarata “delusa dal documento, in cui è presente solo una piccola e vaga parte su quello che si intende fare in merito all’integrazione di Rom e Sinti, si guarda solo al passato”. “Siamo d’accordo- ha aggiunto- sullo smantellamento delle grandi aree, per contrastare situazioni di degrado e criminalità. Vorremmo però sapere come verranno programmati i controlli sulle situazioni legate all’abitare, come si intendono attuare i percorsi di scolarizzazione, i processi di formazione, instaurare la cultura della prevenzione in sanità”. “Con questo documento- ha concluso- non si fanno passi avanti. Il rischio è quello della non integrazione”.

Per Tommaso Foti (Fdi-An) “in Emilia-Romagna essere un Sinti o un Rom è più vantaggioso che essere un cittadino italiano, questa è la filosofia della legge”. “Chi commette abusi edilizi- ha affermato- se italiano viene sanzionato, chi non va a scuola anche”. Sulle macro-aree, ha proseguito, “il problema è riferito a sei campi in tutta la regione, a Piacenza è presente un campo con 140 Rom e Sinti, nel caso specifico dovremmo quindi individuare 10 microaree, non so sinceramente con quali problemi”. “Il 20% dei Rom e dei Sinti presenti in regione- ha concluso il consigliere- ha fatto domanda per ottenere una casa popolare, quello dei campi è spesso un alibi”.

Al termine della seduta, l’assessore Gualmini ha voluto ribadire che “il documento nasce in alleanza con i Comuni. La Regione Emilia-Romagna non può entrare nelle decisioni dei Comuni, noi facciamo leggi e atti d’indirizzo. Altre Regioni, come il Veneto, guardano alla nostra legge”. “Sono già attive misure sul tema abusi edilizi e sul problema delle famiglie che non mandano i bambini a scuola”, ha concluso.

(cr)

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