Minori Parma. Migranti in centro estivo, Rainieri (Ln): distinzione volontario-dipendente non regge

Gualmini in commissione risponde all’esponente del Carroccio sull’interrogazione che chiedeva alla Giunta una presa di posizione sull’utilizzo di richiedenti asilo nei centri estivi

17/07/2018 12:48

“Nessuno mette in dubbio che queste persone debbano lavorare piuttosto che star con le mani in mano. Noi mettiamo in dubbio che si distingua tra chi è dipendente e chi è volontario. Neppure la legge lo fa. La persona sempre la stessa rimane”. 

È la reazione di FabioRainieri, consigliere regionale della Lega nord, alla risposta ottenuta in commissione Sanità (presieduta da Paolo Zoffoli) dalla vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini sull’interrogazione, presentata dallo stesso esponente del Carroccio, che chiedeva alla giunta di esporsi pubblicamente sull’utilizzo da parte del Comune di Parma di richiedenti protezione internazionale come volontari a supporto degli operatori comunali nella gestione di un centro estivo per ragazzi disabili under 14.

“I migranti -ha specificato Gualmini- non è detto che siano tutti irregolari. È vero che serve il certificato penale per lavorare a contatto con minori e disabili. Esiste però una circolare del 2014 che specifica come, dai casi stabiliti dalla legge in cui è necessario presentare il certificato, rimangono esclusi i contesti di volontariato. Quindi la distinzione è tra dipendente e volontario. Naturalmente se ci sono evidenze o casi concreti è chiaro che si debba intervenire”. E aggiunge: “In questo caso il Comune ci ha sottolineato che i richiedenti asilo non vengono impiegati direttamente a contatto con minori e disabili ma invece intervengono nelle attività preparatorie di stanze, di riordino e di pulizia. Attività di supporto dunque e non a contatto con i minori”.

Affermazione rigettata da Rainieri che ha specificato come “stare all’interno di un centro estivo è di per sé stare a contatto con i minori. Queste persone- ha affermato- non devono certo stare senza far niente ma è chiaro che in caso di problemi questi siano più semplici da risolvere e meno gravi se avvengono in contesti che non riguardano i minori. Il controllo di queste persone è essenziale per la tranquillità dei genitori. La nostra paura è che per molti sia impossibile risalire al certificato penale. Il documento non certifica se una persona è buona oppure no ma è un primo passo per poterlo valutare”.

(Andrea Perini)

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