Amianto. Nuovo piano: procedure più semplici per la rimozione e programma di assistenza sanitaria

Critiche al piano da Piccinini (M5s); Pettazzoni (Ln) ha parlato delle difficoltà a intervenire nel privato; Campedelli e Montalti (Pd) hanno chiesto di supportare i territori; la presidente Rontini ha esposto il caso di Castel Bolognese; per il presidente Zoffoli il piano affronta il problema nel suo complesso

16/11/2017 17:18

Un nuovo piano amianto regionale basato su un approccio trasversale fra ambiente, salute e lavoro: più attenzione alle informazioni epidemiologiche e sanitarie, alla conoscenza sull’esposizione all’amianto e al miglioramento della tutela della salute e della qualità degli ambienti di vita e di lavoro in relazione al rischio.

I tecnici dell’assessorato alle Politiche per la salute e dell’assessorato alla Difesa del suolo e della costa hanno illustrato i contenuti del piano in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, riunita in seduta congiunta con la commissione Territorio, ambiente, mobilità, presieduta da Manuela Rontini.

Con il nuovo piano si vogliono garantire più efficaci modalità di mappatura e promuovere sistemi più snelli fra i diversi enti pubblici per gestire le segnalazioni sulla presenza di amianto, oltre a semplificare le procedure per la rimozione e lo smaltimento di piccole quantità da parte dei privati cittadini. È prevista anche la costruzione di un programma regionale di assistenza, informativa e sanitaria, dedicata ai lavoratori e l’istituzione di una rete regionale per la presa in carico dei pazienti affetti da mesotelioma pleurico.

Critica la consigliera Silvia Piccinini (M5s): “siamo arrivati tardi, l’ultimo piano sull’amianto risale a 21 anni fa, anche la mappatura regionale è di 13 anni fa”. Risultano, ha aggiunto, “ancora 304 siti da bonificare, di cui 52 scuole”. La situazione, ha quindi concluso, “è particolarmente preoccupante, occorrono interventi urgenti, in particolare a Bologna dove molti siti sono vicini a luoghi cosiddetti sensibili”.

Marco Pettazzoni (Ln) ha parlato delle difficoltà a intervenire nel privato, “dove c’è molto più amianto da rimuovere rispetto al pubblico”. È quindi necessario, ha aggiunto, “prevedere un censimento completo dei siti, con il coinvolgimento delle amministrazioni locali”.

Enrico Campedelli e Lia Montalti (Pd) hanno chiesto di supportare i territori nella gestione delle situazioni maggiormente complesse. “In particolare- ha ribadito Montalti- occorre valorizzare quelle buone pratiche, come la sostituzione dei tetti in amianto con impianti fotovoltaici, da applicare agli edifici pubblici e privati e, in particolare, agli stabilimenti produttivi”.

La presidente Manuela Rontini ha parlato del caso del comune ravennate di Castel Bolognese, dove è stato recentemente attivato un progetto di mappatura che ha coinvolto anche i privati. “Nel 2016- ha ricordato- sono stati smaltiti 9.880 chilogrammi di cemento amianto, nel 2017, dopo l’attivazione del progetto, è già stato chiesto lo smaltimento di oltre 39.000 chilogrammi di materiale, l’aumento è del 400 per cento”. I risultati, ha quindi evidenziato, “arrivano dove le amministrazioni sono più attente”.

Il presidente Paolo Zoffoli ha parlato invece di “un piano che si rivolge ai territori e che affronta il problema nel suo complesso”.

(Cristian Casali)

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