Ambiente. Coro associazioni: “è emergenza rifiuti speciali”. Scontro Taruffi(Si)-Rusconi (Confindustira) su presenza ecomafie

In commissione Ambiente, da Coop Servizi a Confindustria si leva un coro di denunce: “Le aziende stoccano i rifiuti nei propri capannoni”. Schermaglie politiche sul metodo con cui è stata convocata la seduta

16/11/2018 13:05

In Emilia-Romagna c’è un’emergenza legata allo smaltimento dei rifiuti speciali. La denuncia è arrivata in un’accesa commissione Territorio, ambiente emobilità, presieduta da Manuela Rontini, dove sono stati sentiti i rappresentati di Confservizi Emilia-Romagna, Confartigianato, Confindustria, Cna, Confcooperative, Legaoop e consorzio Astra, che, al termine del confronto, hanno depositato due documenti per spiegare nei dettagli il senso del loro allarme.

Una seduta di commissione in cui non sono mancati i momenti di tensione, in particolare tra Igor Taruffi di Sinistra italiana e Gianluca Rusconi di Confindustria, con la dialettica stemperatasi solo in prossimità della chiusura dei lavori. Motivo del contendere, la rivelazione di Rusconi riguardante l’infiltrazione delle “ecomafie” nel mercato regionale dei rifiuti speciali.

Altro fronte polemico, lo scontro politico per le modalità con cui è stata convocata l’audizione, con le critiche dell’ala sinistra della maggioranza (Si e Misto-Mdp), quelle della Ln e di una parte del M5s alla presidente Rontini, che, in più di un’occasione nelle tre ore e mezzo di dibattito, ha spiegato i motivi della convocazione, rivendicando con forza la sua decisione di dar vita a questo momento istituzionale.

L’allarme. “I motivi dell’emergenza- ha esordito Luigi Castagna di Confservizi- sono la ripresa dei consumi e la chiusura del mercato cinese che assorbiva più dell’80 per cento del materiale plastico già trattato e riciclato. Questa emergenza sta portando alla luce un evidente deficit impiantistico e le aziende oggi si ritrovano a dover stoccare i rifiuti all’interno dei propri magazzini o nei cortili perché i centri di smaltimento sono colmi. Gli impianti di trattamento lavorano al limite della capacità autorizzata. Questo ha comportato anche un notevole aggravio di costi per lo smaltimento, in alcuni casi duplicati, visto che le aziende che operano in questo settore sono costrette ad affidarsi a impianti esteri, specie in Germania. Nell’immediato, in questa situazione emergenziale, si potrebbe utilizzare le potenzialità degli impianti al 100 per cento, ma per il futuro serve un’accelerazione nell’iter autorizzativo degli impianti previsti dal Piano rifiuti. Serve realizzare impianti che chiudano il ciclo dell’economia circolare e un maggior impiego dei materiali riciclati”.

Una denuncia seguita a stretto giro da quelle di Alberto Belluzzi di Confartigianato e di Roberto Centazzo di Cna, che hanno parlato del “rischio penale e amministrativo che corrono le aziende, in particolare quelle piccole e medie, costrette a stoccare rifiuti nei propri magazzini”. Una situazione per cui si chiede attenzione anche per “le infiltrazioni criminali”. Anche il mondo dell’agroindustria, con Francesco Zanoni, ha voluto far sentire la propria voce: “Lo smaltimento dei fanghi delle imprese agricole sta diventando un vero problema”, ha rimarcato. Rita Pareschi di Legacoop è andata oltre, dipingendo una situazione “al limite della legalità”. Ancora più diretto Rusconi di Confindustria: “Ci sono persone con false autorizzazioni che vanno di azienda in azienda a proporre lo smaltimento di rifiuti a prezzi più che concorrenziali”.

Taruffi-Rusconi. Un’affermazione, quella di Rusconi, che ha infiammato la Commissione, in particolare Igor Taruffi (Si): “Ci hanno detto in modo più o meno garbato che il Piano dei rifiuti non corrisponde alle esigenze dell’economia. Che i numeri scritti non corrispondono alla realtà. Ci chiedono maggiori spazi, maggiori termovalorizzatori. La soluzione non è dire che la legge 16 è carta straccia”. E in risposta a Rusconi: “Se ha notizie di infiltrazione delle ecomafie, vada dalla magistratura. Non si viene qui a fare allusioni. Siamo in una sede istituzionale. Se sono allusioni, vuol dire che si sta facendo una trattativa in cui si spara alto per ottenere quello che si vuole”. Lo scontro si è chiuso al termine della Commissione, quando il rappresentante di Confindustria ha spiegato di aver ricevuto richieste di informazioni sul alcune aziende da parte di altre imprese: “Come facciamo sempre ci siamo informati e in questo caso abbiamo chiamato anche il responsabile di Arpae. Ci ha detto che è in corso un’indagine, che gli atti sono segretati e che quindi non poteva darmi informazioni. A questo punto ho consigliato alle aziende che mi avevano contattato di stare il più alla larga possibile da quelle imprese. Non parlo a sproposito e non erano parole con secondi fini, tanto è vero che nel documento che ho depositato non cito mai il piano dei rifiuti. Fotografo una situazione”.

Il dibattito. Silvia Prodi (Misto-Mdp) ha rimarcato la “miopia stupefacente” delle soluzioni prospettate per la risoluzione dell’emergenza: “Le solite: discariche e inceneritori”. Gianluca Sassi (Misto) ha specificato che “la Regione non è l’interlocutore adatto sul mercato dei rifiuti speciali. Allora- ha chiesto- perché si è venuti qui? Si vuole lanciare un messaggio al governo?”. E ha aggiunto: “Sembrano leve per spingere le decisioni verso determinate direzioni”. Giulia Gibertoni (M5s) ha invitato gli interlocutori a “fare una dichiarazione di stato emergenza”, di portare la “questione su tutti i livelli” perché “l’Emilia-Romagna non può farsi carico da sola dell’emergenza. L’economia circolare, al di là dei proclami, ci viene detto che non c’è”. Lia Montalti (Pd) ha sottolineato come “la Regione non abbia il modo di incidere in maniera risolutiva sui problemi presentati. L’emergenza richiede un’azione robusta, un monitoraggio su quello che manca a livello di impiantistica. Questi momenti devono rilanciare l’azione forte di quegli elementi innovativi che sono contenuti nella legge regionale”. Andrea Bertani (M5s) ha fotografato così la situazione: “Le richieste che ci vengono fatte sono: il potenziamento delle discariche e portare gli inceneritori a potenza massima. Vuol dire rivedere il Piano dei rifiuti. Oggi in Emilia-Romagna manca la filiera del riutilizzo e anche la cultura. Le aziende devono capire che non hanno il solo problema di produrre, ma anche di creare minori quantità di rifiuti”. Massimiliano Pompignoli (Ln) ha sottolineato come “si sia parlato del nulla, visto che non ci sono dati. Se si voleva interpellare il governo bastava una risoluzione”. Infine, Luca Sabattini (Pd) ha ribadito come si debba trovare una “soluzione per il comparto produttivo della regione”. E ha aggiunto: “L’economia circolare non è che funziona perché è stata fatta una legge, servono gli impianti per renderla reale. Chiedo di non derubricare questo problema a problema di qualcun altro”. In chiusura anche l’assessore Paola Gazzolo ha sottolineato il “grido d’allarme del nostro sistema produttivo”.

Lo scontro politico. Anche sul fronte politico si sono alzati i toni. Silvia Prodi (Misto-Mdp) ha espresso il suo “sconcerto” e si è detta “spiazzata da quello che è stato apparecchiato”. Igor Taruffi (Si) ha chiesto una seconda audizione con altri soggetti. Giulia Gibertoni (M5s) ha spezzato una lancia a favore dell’iniziativa della presidente Rontini, sottolineando l’importanza di una commissione in cui si fotografi la situazione esistente. Diversa la valutazione del pentastellatoAndrea Bertani: “L’audizione è parziale. È stato ascoltato solo un mondo. Perché non sono stati chiamati tutti gli stakeholder?”. Massimiliano Pompignoli (Ln) ha parlato di “forzatura” da parte della presidente Rontini: “Prendo atto che la convocazione è stata un’iniziativa spontanea della presidente. Si tratta di una grave scorrettezza metodologica”. Critiche alle quali la presidenteManuelaRontini ha replicato: “La politica e le istituzioni non possono nascondere le questioni sotto al tavolo. Abbiamo il dovere di ascoltare e studiare. Nessuno dei relatori ha alzato la voce e i documenti depositati ci permetteranno di continuare ad approfondire questo argomento. Rivendico non solo la legittimità, ma l’opportunità di questa audizione: è nostro compito farci carico dei bisogni dei territori e del grido d’allarme del sistema produttivo dell’Emilia-Romagna, partendo dall’ascolto”.

(Andrea Perini)

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