Urbanistica. Oneri su per chi costruisce il nuovo, giù per chi rigenera. Via libera in commissione Territorio ai nuovi contributi

L’atto ha avuto il via libera con il voto favorevole del Partito democratico. Sinistra italiana, Misto-Mdp e M5s astenuti. Contrario il voto delle altre opposizioni: Lega nord, Fratelli d’Italia e Misto-Mns

25/10/2018 18:29

Parere favorevole in commissione Ambiente (presieduta da Manuela Rontini) alla delibera di Giunta che aggiorna il calcolo del contributo di costruzione. L’atto ha avuto il via libera con il solo voto favorevole del Partito democratico mentre l’altro pezzo della maggioranza, Sinistra italiana e Misto-Mdp, ha deciso di astenersi. Stesso voto espresso dal Movimento 5 stelle al contrario delle altre opposizioni, Lega nordFratelli d’Italia Misto-Mns, che hanno bocciato in toto l’operazione.

La nuova delibera. In pratica, dopo 20 anni (la vecchia delibera risale al 1998), l’atto aggiornerà gli oneri di urbanizzazione (tributo pagato ai Comuni, ndr). L’adeguamento è stato previsto a valle della legge urbanistica appena votata e cerca di seguirne i suoi principi, vale a dire, pone in primo piano la disincentivazione del consumo di suolo. La nuova disciplina farà quindi differenza tra chi rigenera e chi costruisce consumando suolo. Oneri di urbanizzazione che raddoppieranno per gli interventi di nuova costruzione al di fuori del territorio urbanizzato. Per tutti gli altri interventi ci sarà invece un aumento degli oneri del 20 per cento, tranne il sottoinsieme degli interventi di rigenerazione urbana, che godranno di uno sconto del 35%. Gli oneri di urbanizzazione, per chi non consuma nuovo suolo, scenderanno quindi del 22 per cento.

Altre novità della delibera riguardano i contributi per opere e impianti non destinati alla residenza, i criteri omogenei per il calcolo del contributo straordinario e il metodo di calcolo per il costo di costruzione che sarà ancorato al prezzo di mercato stilato dall’Omi, la banca dati delle quotazioni immobiliari.

I Comuni avranno 90 giorni per recepire la delibera regionale. Al termine di questo periodo la norma entrerà subito in vigore. La Regione, come per la legge Urbanistica, si è impegnata a effettuare un monitoraggio per correggere eventuali anomalie.

Il dibattito. “Sostanzialmente restano molte delle perplessità che fin dall’inizio abbiamo evidenziato su questo provvedimento- ha esordito Giancarlo Tagliaferri (Fdi)-. La prima è legata proprio alla necessità di introdurre questa nuova normativa, che con l’applicazione dei valori indicati dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare (Omi) va a discostarsi nettamente dalla previsione del Testo Unico. Anche se ciò si rivelasse legittimo, questione sulla quale continuo a nutrire grossi dubbi, non vedo perché la nostra Regione debba adottare valori che si discostano in maniera netta rispetto a quanto fatto dalle altre Regioni. Siamo ben consapevoli- ha concluso Tagliaferri- del fatto che la base di calcolo relativa agli oneri di costruzione vada prima o poi aggiornata, ma siamo altrettanto sicuri del fatto che debba essere il legislatore nazionale ad individuare una base comune che poi le diverse Regioni e gli enti locali potranno andare a adeguare. In carenza di ciò rischiamo soltanto di innescare l’ulteriore corsa in avanti che inevitabilmente andrà a tradursi in ulteriore vessazione per i residenti nella nostra regione e per le imprese che qui continuano ad operare”.

Massimiliano Pompingoli della Lega nord ha messo in guardia la maggioranza ammonendo sul rischio di fare “la stessa figura fatta con gli Euro 4”. Pompignoli ha infatti sottolineato come “chi è del settore a oggi difficilmente conosce la misura”. E ha chiesto “più calma” e “un passo indietro” anche formale, visto che il leghista ha presentato assieme a Michele Facci (Misto-Mns) e Giancarlo Tagliaferri (Fdi) la richiesta di rinvio della votazione. Invito bocciato. L’esponente del Carroccio ha anche rimarcato l’assenza “di fretta di apportare modifiche. I Comuni- ha sottolineato- probabilmente saranno contenti, visto che crescono gli oneri, ma chi costruisce non lo farà più. Questo regolamento fa cadere in disgrazia l’intero settore delle imprese di costruzione”.

Perplessità, quelle sullo stato di informazioni di Comuni e imprese, rimarcate anche da Igor Taruffi di Sinistra italiana che ha chiesto “certezza sul lavoro di raccordo”. Taruffi ha anche ricordato le perplessità espresse durante la scorsa seduta di Commissione che “non sono ancora svanite”. Come quella sulla percentuale del contributo (attualmente il 7 per cento) dovuto alla chiesa cattolica e alle altre confessioni religiose. Critiche ribadite anche da Silvia Piccinini (M5s) che ha ottenuto dalla maggioranza un’apertura sulla questione. È stato infatti Giorgio Pruccoli (Pd)  ad invitare la pentastellata a ritirare gli emendamenti presentati per discuterne assieme.

Critico nei confronti delle opposizioni Massimo Iotti (Pd): “La discussione riparte sempre da capo. Nonostante le risposte date le domande rimangono sempre le stesse. Il contributo di costruzione serve a dotare i comuni di quelle risorse necessarie alle opere di urbanizzazione. Sull’Omi ribadisco di nuovo che siamo in presenza di un dato oggettivo. Il documento prevede una riduzione degli oneri per ogni intervento di rigenerazione ma anche un aggravio di costi per chi consuma suolo”.

Marco Pettazzoni (Lega nord) ha messo in guarda la Giunta dagli aumenti sui “territori di confine” che potrebbero spingere le imprese “ad operare su altre regioni”. Per Giulia Gibertoni (M5s) questo è “un atto atteso e dovuto visto che è pure in clamoroso ritardo”. Mentre Michele Facci (Misto-Mns) vede nell’atto il “rischio di ingessare ancora di più il settore”. Dichiarazione a cui si è opposto invece Roberto Poli (Pd): “Sarebbe troppo facile amministrare se con una delibera si riuscisse a decidere le sorti di un’intero settore. Questi provvedimenti- ha chiosato- da soli non sono in grado di affossare o rilanciare l’edilizia”.

Manuela Rontini, presidente della Commissione, ha specificato che “tutti gli approfondimenti necessari sono stati fatti: abbiamo accolto l’invito di Tagliaferri a svolgere un’udienza conoscitiva e sull’argomento questa odierna è la quarta seduta dedicata. L’atto deve comunque essere approvato in Assemblea legislativa prima della sua entrata in vigore. Sarà la conferenza dei capigruppo a decidere la calendarizzazione in Aula del provvedimento. E anche l’entrata in vigore dopo 90 giorni potrà essere oggetto di modifiche”.

(Andrea Perini)

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