Territorio. Pdl urbanistica in Commissione, respinti emendamenti di Mdp, Si e AltraEr

M5s non partecipa al voto ma critica la legge, che definisce “uno slogan”. Astenuti Ln e Fi. Critiche sulla quota di consumo di suolo (fissata al 3%) e sue deroghe (Si-Mdp-AltraEr temono maxi-insediamenti commerciali) e su interventi di rigenerazione urbana

28/09/2017 16:32

In discussione in commissione Territorio ambiente mobilità, presieduta da Manuela Rontini, i primi 17 articoli della disciplina regionale sulla tutela e uso del territorio, che sostituirà la precedente legge regionale sull’urbanistica. Gli articoli sono passati con il sì del Pd, una trentina gli emendamenti accolti; contrari Misto-Mdp, Si e AltraEr, astenuti Ln e Fi, mentre il M5s non ha partecipato al voto.

Respinti, finora, tutti gli emendamenti proposti da Silvia Prodi (Misto-Mdp) con AltraEr e Si. Chiarisce però Igor Taruffi (Si) in commissione: “Stiamo registrando passi avanti, anche se non del tutto soddisfacenti, riguardo alla stesura definitiva del testo. In riferimento a quanto uscito sulla stampa in questi giorni, preciso -continua- anche per un atteggiamento di dignità nei confronti di questa Commissione, che ci vogliamo concentrare unicamente sull’articolato e la definizione del testo; fino all’ultimo proporremo le nostre modifiche per il suo miglioramento”.

I primi articoli del progetto riguardano, secondo il Partito democratico, proprio i “punti forza” della legge: il consumo di suolo a saldo zero, la rigenerazione urbana per valorizzare lo spazio pubblico e la semplificazione delle procedure. In merito alla semplificazione – e in particolare sulla possibilità di un Comune di stipulare accordi operativi per dare immediata attuazione ai piani, dalla data di entrata in vigore della legge, Mdp, Si e AltraEr chiedevano un passaggio di transizione più conservativo.

Giulia Gibertoni (M5s) lamenta, invece, un ulteriore peggioramento amministrativo dopo il “fallimento della legge 20”.

Giorgio Pruccoli (Pd) smentisce però il “presunto fallimento” e spiega che “regolamentare una legge così innovativa richiede comunque una gradualità per gestire il suo trapasso”.

Sono sopratutto gli articoli 5 e 6 sul contenimento del consumo di suolo e sulla quota ammissibile (pari al 3% ad eccezione di alcune deroghe) a destare maggiori perplessità in Commissione. Per Gibertoni “l’obiettivo di consumo di suolo a saldo zero entro il 2050 è solo uno slogan, uno specchietto per allodole che dà spazio alle speculazioni”. “Esiste un periodo di adattamento, quello del saldo zero è un obiettivo”, puntualizza Pruccoli, che si dichiara colpito dalle affermazioni del M5s. Le preoccupazioni di Prodi, Taruffi e Alleva riguardano soprattutto il comma dell’articolo 6 che “lascia aperto il terreno a insediamenti che sfuggirebbero a classificazioni oggettive. Vorremmo avere la garanzia che certi maxi-insediamenti commerciali non possano essere compresi sotto queste diciture” spiegano in Commissione, ma il loro emendamento viene respinto, così come quello di Ln, Fi e Fdi-An finalizzato a chiedere alcune deroghe (tra le quali, l’inserimento delle opere di edilizia residenziale sociale e l’estensione del 5% di quota per i piccoli Comuni). Richieste respinte in toto dal Pd. Spiega Massimo Iotti (Pd): “Quella del 3% è una potenzialità dei Comuni per agevolare un processo di trasformazione che si spenderà fino al 2050 con ragionevolezza”.

Iotti si appella al “buonsenso” anche per rispondere alle critiche sugli articoli del testo dedicati al tema del riuso e agli incentivi urbanistici per la rigenerazione urbana. A Gibertoni che lamenta come “anche in questo caso, ci si colleghi troppo ai privati, che così avranno in mano il controllo del territorio”, Iotti risponde che gli interventi riguardano anche la riqualificazione energetica: “è buon senso, non c’è dietro nessuna speculazione”. Accolto l’emendamento di Marcella Zappaterra (Pd) che chiede “un ulteriore rafforzamento della cultura di sostenibilità già sostenuta da questo progetto di legge”. Interviene Prodi, con Si e AltraEr: “non siamo contro la rigenerazione urbana, ma quando è motivata e non a scapito del territorio. Non si può negare ai cittadini uno spazio collettivo di qualità”. Ma l’emendamento è respinto. Replica Iotti: “Non si possono recuperare vecchi standard urbanistici che negli anni non ci sono stati, ma andare verso un’ottica di rigenerazione e miglioramento secondo i parametri stabiliti dalla legge”.

La discussione degli altri articoli (in tutto 77) proseguirà nelle prossime sedute di Commissione prima di approdare in Aula.

(Francesca Mezzadri)

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