Regione, autonomia. Sì in commissione Territorio a documento Giunta

A favore Pd, Si e Misto-Mdp, che difendono il percorso istituzionale intrapreso dalla Giunta. Critiche tutte le opposizioni, tanto che Ln, M5s e Fdi-An non partecipano al voto

21/09/2017 19:08

Ulteriori forme e condizioni di autonomia legislativa, amministrativa e finanziaria in ambiti strategici quali la rigenerazione urbana, il territorio, l’ambiente e le infrastrutture. Questi, in sintesi, i punti salienti contenuti nel parere espresso dalla commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Manuela Rontini, sul “Documento di indirizzi della Giunta per l’avvio del percorso finalizzato all’acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell’articolo 116, comma terzo, della Costituzione”. A favore della bozza di parere elaborata dalla presidente Rontini hanno votato Pd, Si e Misto-Mdp, mentre Ln, M5s e Fdi-An non hanno partecipato al voto.

Alan Fabbri (Ln) ha ribadito la contrarietà politica della Ln all’iniziativa della Giunta, sia per lo scarso coinvolgimento delle opposizioni sia per la poca chiarezze circa le risorse finanziarie che si intendono richiedere al Governo. Per la Ln – ha sottolineato – autonomia significa piena realizzazione del federalismo fiscale, vale a dire riuscire a trattenere la quota più elevata possibile del residuo fiscale prodotto in regione, per l’Emilia-Romagna circa 15 miliardi all’anno. Infine, nel merito delle materie di competenza della commissione, ha invitato la Giunta a chiedere al Governo più autonomia nell’ambito della protezione civile.

Tommaso Foti (Fdi-An) ha ricordato le ragioni del suo dissenso rispetto alla scelta istituzionale della Giunta, richiamando l’impianto della Costituzione post riforma del 2001 voluta dal centro-sinistra, che preclude qualsiasi tentativo di ottenere una maggiore autonomia. Tutte le Regioni che hanno tentato la strada della richiesta di una maggiore autonomia – ha sottolineato – fra le quali, in passato, Piemonte e Toscana, hanno desistito, data l’impraticabilità della via costituzionale prevista dall’articolo 116 della Costituzione. Inoltre, ha espresso dubbi sulla possibilità di approvazione da parte delle Camere, con maggioranza assoluta, del disegno di legge che discenderà dalla richiesta del presidente Bonaccini, bollando l’iniziativa dell’Emilia-Romagna come ‘gattopardesca’. Quanto al merito delle materie, Foti ha invitato la Giunta, anziché attardarsi su richieste ardite di maggiore autonomia, a preoccuparsi della gestione ordinaria di ciò che è di propria competenza, come i ponti che collegano l’Emilia-Romagna alla Lombardia, impraticabili, o la gestione del fiume Po, gravata dalla iper burocrazia generata dalla pletora di enti coinvolti.

Massimiliano Pompignoli (Ln) ha criticato il percorso istituzionale adottato dalla maggioranza, il cui approdo nella commissione referente, la Bilancio, da lui presieduta, e nella seduta d’Aula dedicata appare ancora nebuloso e intricato. La discussione nelle commissioni con l’espressione di un parere consultivo – ha concluso – è pertanto priva di utilità.

Galeazzo Bignami (Fi) ha evidenziato come il tema delle modalità applicative dell’autonomia aggiuntiva che si intende richiedere all’esecutivo nazionale non sia sufficientemente delineato. Al contrario, ad esempio, di quanto fatto dalla Toscana in materia di urbanistica. La Regione – ha rimarcato – si muove su meri enunciati di principio, senza un quadro normativo definito di riferimento sulla base del quale negoziare nel dettaglio gli ambiti di maggiore autonomia. Una superficialità – ha concluso il capogruppo – che denota il fine propagandistico dell’iniziativa, tutta gioca per conferire un mandato al presidente Bonaccini; ma Fi, pur condividendo l’importanza del tema dell’autonomia regionale, non è disposta ad assegnare alcun mandato in bianco.

Per Silvia Piccinini (M5s) la fretta del Pd di portare quanto prima possibile un documento purchessia di indirizzi è dettata dalla volontà politica di far sì che l’Emilia-Romagna sia la prima Regione a sventolare la bandierina dell’apertura del negoziato col Governo per ottenere un’autonomia aggiuntiva. La mancanza – ha concluso – di un quadro normativo dettagliato sugli ambiti di competenza che si intendono ampliare e sulle risorse finanziarie che si pensa di richiedere, pregiudica la partecipazione al voto del M5s.

Silvia Prodi (Misto-Mdp) ha ricordato come altre Regioni, per ottenere maggiore autonomia, abbiano percorso la strada dell’articolo 116 della Costituzione (Piemonte, Toscana, Lombardia, Veneto), segno che tale via, al contrario di quanto sostiene il centro-destra, è percorribile e che i referendum consultivi indetti in Lombardia e in Veneto sono inutili. Nel merito del parere elaborato dalla presidente Rontini, la capogruppo ha espresso condivisione sulla richiesta di autonomia aggiuntiva in ambiti quali la rigenerazione urbana, l’antisismica, la tutela del territorio e dell’ambiente nonché la programmazione degli investimenti infrastrutturali.

Igor Taruffi (Si) ha richiamato le tappe del percorso istituzionale concordato in Regione, che nella seduta assembleare del 3 ottobre vedrà il voto sulla risoluzione per conferire al presidente Bonaccini pieno mandato ad avviare il negoziato col Governo. Si tratta – ha sottolineato – di un passaggio importante ma non conclusivo, dato che il confronto in Regione si riaprirà con l’informativa del presidente sull’esito della trattativa con l’esecutivo nazionale. il capogruppo ha poi rinnovato le proprie critiche alla Ln per il continuo confronto tra l’iniziativa istituzionale dell’Emilia-Romagna e quella di Lombardia e Veneto, ribadendo come, nella sostanza, i referendum consultivi indetti da quelle Regioni siano un mero esercizio propagandistico utile solo ad aprire in anticipo la campagna elettorale.

Roberto Poli (Pd) ha sottolineato come sul tema dell’autonomia regionale, al di là dei referendum consultivi, Lombardia e Veneto avvieranno il confronto col Governo utilizzando le medesime procedure dell’Emilia-Romagna. L’unica finalità politica dell’iniziativa del Pd – ha concluso – è di riuscire a ottenere più autonomia da utilizzare a favore dei cittadini, un obiettivo che accomuna tutte le forze politiche, anche di opposizione, alle quali il consigliere Dem ha rivolto un appello affinché convergano sulla parte finale del percorso istituzionale.

(Luca Govoni)

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