Ambiente. Udienza conoscitiva sul pdl che adegua la normativa regionale, focus su concessioni rifiuti

L’articolo 22 contestato da associazioni e cooperative per la quota di subaffidamento “che non aprirebbe alla concorrenza”

22/06/2017 19:12

E’ stato presentato oggi in udienza conoscitiva della Commissione Territorio, ambiente e mobilità il progetto di legge di iniziativa della Giunta sulle disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento regionale in materia ambientale. Il provvedimento, come illustra Manuela Rontini, presidente della Commissione, va a modificare alcune norme regionali sul tema dell’ambiente e della difesa del suolo per adeguarle e aggiornarle alla normativa statale. In più, come aggiunge Luca Sabattini (Pd), relatore di maggioranza, “introduce semplificazioni e prevede apposite misure a favore dei territori colpiti dal sisma in Emilia e in Italia centrale” come il fondo di due milioni e mezzo di euro per la copertura del servizio di gestione di rifiuti urbani. Su questi punti insiste anche il relatore di opposizione, Alan Fabbri (Lega Nord), che esprime dubbi soprattutto per la vastità dei temi trattati nel testo. Trentatré articoli che toccano diversi argomenti: dal regolamento forestale, alla protezione civile, dalle valutazioni di impatto ambientale all’economia circolare.

Tra le novità, nuove regole per le procedure di approvazione dei Piani in materia ambientale, il monitoraggio dei “contratti di fiume” e l’obbligo di utilizzo del sistema informativo regionale sui rifiuti per avere tutte le informazioni su produzione e gestione e le sanzioni in caso di violazione dell’obbligo. Su quest’ultimo punto è intervenuta Barbara Zanetti di Confcooperative Emilia-Romagna chiedendo “un occhio di riguardo” a fronte del grande sforzo delle cooperative nella raccolta di tutti i dati. Zanetti ha introdotto poi il tema dell’articolo più contestato nell’udienza conoscitiva, l’articolo 22, che definisce il perimetro di gara per l’affidamento dei contratti di concessione sulle attività di recupero dei rifiuti urbani. Secondo Zanetti la legge così scritta prevederebbe per i prossimi 15 anni “uno scenario” dove il gestore del sistema integrato dei rifiuti non si occuperà solo di raccolta e spazzamento, ma anche di impianti di trattamento dei rifiuti (organici e secchi). Zanetti vorrebbe allargare le opportunità di partecipazione per le imprese prevedendo “una quota di percentuale di subaffidamento superiore al 25% prevista dalla nuova legge”. L’associazione Rete Rifiuti Zero si dichiara invece dispiaciuta per il “cambio di rotta della Regione che con questa legge sembra voler annullare un rapporto di confronto che è sempre stato proficuo”, mentre l’eco-istituto di Faenza con Natale Bellosi chiede di stralciare l’intero articolo 22 considerato “inaccettabile e contrario alla Costituzione “che stabilisce che è lo Stato a decidere sulle gare, non le Regioni”. 

“La legge è in contrasto con il nuovo Codice degli appalti” è intervenuto Alberto Conti, rappresentante del Wwf, “il servizio di recupero delle frazioni differenziate dei rifiuti non può essere affidato ad un’unica concessione, tra l’altro per 15 anni, ma con regolare appalto. In caso contrario, si favorirebbe illegittimamente la multiutility dell’Emilia-Romagna, con enormi danni per l’utenza che, senza concorrenza, sarebbe costretta a pagare tariffe più onerose”.  

L’avvocato Vischetti di Confindustria Emilia-Romagna riconosce invece che, per quanto riguarda il sistema di gestione integrato dei rifiuti, “c’è un’apertura al mercato da parte della Regione Emilia-Romagna che ha compiuto un passo avanti” e, associandosi alla voce di Zanetti, esprime apprezzamento per “il sistema di tracciabilità dei rifiuti” così predisposto “auspicando che si applichino sanzioni adeguate”. Qualche dubbio invece sul lavoro di semplificazione burocratica.

(Francesca Mezzadri)

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