Mobilità. Prima proposta di legge sulla ciclabilità, nuove piste per riqualificare il territorio

Bagnari (Pd): “Ciclovia regionale più ampia possibile. Verranno recuperati tracciati ferroviari dismessi e argini”. Liverani (Ln): “Le piste in collegamento con luoghi di interesse”. Bertani (M5s): “Priorità agli spostamenti quotidiani casa-lavoro e casa-scuola”

11/05/2017 17:24

Promuovere la mobilità sostenibile e incentivare il cicloturismo con nuove piste, più sicure e attrattive, e recuperare quelle dismesse. Questo il progetto di legge sulla ciclabilità, il primo in Emilia-Romagna. Diciassette articoli che sono stati discussi oggi in Commissione territorio, ambiente, mobilità presieduta da Manuela Rontini dopo l’udienza conoscitiva dello scorso mese con associazioni e realtà del settore.

Riqualificazione e valorizzazione del territorio sono le parole chiave. “Vogliamo dare una visione ampia e inclusiva della rete regionale” introduce Mirco Bagnari (Pd), relatore di maggioranza del progetto di legge, “una rete che comprenderà ciclovie turistiche europee e nazionali, sarà collegata a piste ciclabili locali e potrà arricchirsi di nuovi percorsi anche grazie alla cartografia esistente. Verranno recuperati tratti spezzati, tracciati ferroviari dismessi e, quando possibile, gli argini dei fiumi e dei torrenti per incentivare la mobilità anche su percorsi di media distanza”.

Aggiunge Andrea Liverani (Lega Nord), relatore di minoranza: “le piste ciclabili verranno localizzate in punti strategici in collegamento con luoghi di interesse sociale, storico culturale e anche enogastronomici per ampliare lo scenario d’azione”. L’obiettivo è quello di valorizzare il territorio promuovendo anche un turismo alternativo, il cosiddetto cicloturismo.

In ambito urbano si punta a realizzare una rete ciclabile più funzionale, con tracciati continui e riconoscibili che permettano a tutti i cittadini di usare la bicicletta. “La priorità” spiega Andrea Bertani (Movimento 5 stelle) “è quella di favorire gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola, che oggi spesso vengono fatti in auto, in modo da ridurre il traffico”. Via libera quindi alla realizzazione e promozione di progetti di mobilità sostenibile – bike sharing, piedibus, bicibus – in collaborazione con enti e Ufficio scolastico regionale.   

“Si è tentato di dare un segnale di apertura promuovendo anche la mobilità alimentata dalle energie rinnovabili” aggiunge Bagnari. E, nell’ottica di incentivare strategie di sviluppo del territorio, il Tavolo regionale per la ciclabilità raggrupperà oltre ad associazioni ed enti locali anche il mondo imprenditoriale, oltre a utenti diversamente abili “per un confronto sempre più inclusivo”.  

I primi contributi regionali di 10 milioni di euro arriveranno dal Fondo sviluppo e coesione. Sono poi previsti 5 milioni per il recupero della ex ferrovia Bologna-Verona, 1,3 milioni per nuove piste o per la messa in sicurezza e ulteriori 8 milioni dai fondi Por-Fesr per interventi di moderazione del traffico per i capoluoghi. A pianificare gli interventi saranno Città metropolitana di Bologna, Comuni, Unioni di Comuni e anche le Province – nell’idea di “rafforzare i percorsi al di là delle singole territorialità” come spiega Lia Montalti (Pd), che aggiunge: “cercheremo di coinvolgere anche i settori tecnici degli enti per la diffusione di buone pratiche e il coordinamento degli interventi”.  

Con la nuova legge si punta a innalzare dal 10% al 20% gli spostamenti in bici entro il 2025. Obiettivo ambizioso, ma non troppo, visto che in Emilia-Romagna la percentuale di spostamenti in bicicletta è già doppia rispetto a quella nazionale, al 5%.

Entro giugno la proposta di legge verrà discussa in Aula.

(Francesca Mezzadri)

 

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