Ambiente. Sì in commissione a pacchetto Ue su mobilità pulita, ma in Italia costi ancora troppo alti

Condivisione per le misure europee riferite al settore trasporti. In Italia, però, costi ancora elevati per veicoli elettrici e per monitoraggio emissioni autoveicoli. Ok a piani di mobilità urbana sostenibile e infrastrutture per veicoli puliti

22/02/2018 16:44

Via libera al pacchetto dell’Unione europea sulla mobilità pulita dalla Commissione territorio, ambiente e mobilità con il sì di Pd, Si, Misto-Mdp e l’astensione di Ln e M5s. Il pacchetto rientra nell’ambito della “Strategia europea per una mobilità a basse emissioni” che ha l’obiettivo di ridurre del 40% le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera entro il 2030. Il campo d’azione riguarda soprattutto il settore dei trasporti, considerato fra i principali responsabili del peggioramento della qualità dell’aria nelle aree urbane. Il pacchetto è composto da due comunicazioni quadro e da due proposte di modifica di direttiva.

Mobilità elettrica. Gli obiettivi del pacchetto europeo sono coerenti con la politica regionale in materia di emissioni e con il Piano aria integrato (Pair 2020), ma alcune osservazioni sollevate in commissione dai tecnici del settore trasporti mettono in luce alcune proiezioni difficilmente raggiungibili. Per quanto riguarda lo sviluppo di mobilità elettrica, ad esempio, i dati prevedono al 2020 di raggiungere l’ 1,5% di veicoli elettrici in tutta Europa. Obiettivo troppo ottimistico sia per l’Italia che per l’Emilia-Romagna, dove la percentuale si ferma nel 2016 allo 0,017% con 498 auto. I prezzi dei veicoli elettrici in Italia sono infatti ancora troppo alti (circa il 30-40% in più rispetto al mercato europeo) e sarebbe necessario un sostegno per coprire questa discrepanza. Si evidenzia invece positivamente il richiamo nel pacchetto all’importanza dei Pums (Piani urbani della mobilità sostenibile) che l’Emilia-Romagna ha adottato incentivando interventi sull’infomobilità e il trasporto pubblico.

Trasporto merci su veicoli pesanti. Per quanto riguarda invece il settore dei veicoli pesanti adibiti al trasporto merci, i tecnici fanno capire che obiettivi e interventi appaiono non proporzionati, dato che in Italia le tecnologie a basso consumo energetico non risultano così avanzate da rendere ragionevole il loro utilizzo a questo livello. La proposta di direttiva sugli appalti pubblici di servizi stabilirebbe, ad esempio, che l’aggiudicazione delle gare dovrebbe essere accompagnata da controlli delle emissioni reali degli autoveicoli: operazione troppo onerosa per essere affrontabile in Italia.

E’ invece condiviso – evidenziano sempre i tecnici – l’obiettivo del miglioramento della competitività del trasporto combinato rispetto a quello su strada, con estensione del campo di applicazione alle operazioni di trasporto nazionali. Qualche perplessità emerge però sulla definizione di “trasporto combinato” (da effettuare con il rispetto della distanza di 150 chilometri in linea d’aria tra il punto di primo e secondo carico): a livello regionale, fanno notare i tecnici in commissione, sarebbero infatti presenti numerose infrastrutture di terminali a distanza compatibile, ma il dato sembrerebbe prescindere da modalità e caratteristiche produttive del territorio, indicatore che invece dovrebbe essere considerato. Anche la proposta di non operare più alcuna distinzione tra il trasporto con veicoli immatricolati per conto proprio e per conto di terzi solleva dubbi, visto che “potrebbe aumentare il rischio di elusione delle norme sul cabotaggio”. 

I tecnici fanno emergere una sostanziale condivisione delle politiche dell’Ue indirizzate al potenziamento delle infrastrutture per i veicoli puliti, settore in cui l’Italia è stata invitata a presentare le buone pratiche messe in atto per gas naturale e liquido (fra le eccellenze i progetti di Piacenza e del porto di Ravenna). Invece la politica di ricorso all’idrogeno puro come combustibile alternativo, fra le azioni delineate nel pacchetto europeo, risulterebbe inutile dato che la rete regionale, quasi del tutto elettrificata, usa una tecnologia molto più pulita.

In conclusione le norme presentate nel pacchetto sono chiare e attuabili a parità però di condizioni di concorrenza e di equa distribuzione in tutta Europa. Allo stato attuale, infatti, con una libera tassazione in Ue, l’Italia rimane svantaggiata per gli alti costi di produzione.

(Francesca Mezzadri)

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