Energia. Centro Enea Brasimone candidato a ospitare impianto pilota progetto europeo

Il progetto prevede la realizzazione di un mini reattore e vale 500 milioni. Un migliaio gli occupati previsti. Interventi di Bignami (Fi), Bertani (M5s), Prodi (Misto-Mdp) e Taruffi (Si)

08/11/2017 17:17

La Regione ha deciso di candidare il Centro Enea del Brasimone per ospitare l’impianto pilota previsto nell’ambito del progetto europeo Divertor Tokomak test (Dtt) e la candidatura è in fase di valutazione. I dettagli della decisione assunta dalla Giunta sono stati comunicati in commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, dall’assessore alle Attività produttive e piano energetico, Palma Costi.

Il progetto – ha spiegato l’assessore – prevede la realizzazione di un mini reattore innovativo capace di produrre energia pulita e senza impatti ambientali. L’Italia è stata individuata quale paese in cui sviluppare il progetto e la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la Regione Toscana, l’Enea, l’università di Bologna e il sistema dei comuni dei due versanti dell’Appennino, ha candidato il Centro Enea del Brasimone per ospitare l’impianto. Il progetto comporta un investimento della durata di sette anni e attività sperimentali per 25 anni. Nel complesso, il progetto vale 500 milioni di euro, comprese le fasi di ricerca, progettazione, sperimentazione e installazione dell’impianto pilota. Se la candidatura andrà in porto, la Regione sarà chiamata a contribuire con un investimento di 15 milioni nell’arco dei sette anni. “Si tratta- ha concluso Costi- di un’importante opportunità anche in termini occupazionali per il territorio regionale e in particolare dell’Appennino”.

Svariate le domande rivolte dai consiglieri intervenuti in fase di dibattito. Galeazzo Bignami (Fi), che ha espresso pieno sostegno all’iniziativa, ha chiesto chiarimenti sui tempi stimati per la realizzazione dell’impianto. Andrea Bertani (M5s) ha domandato se i fondi regionali saranno attinti dal capitolo del bilancio riservato agli investimenti in sviluppo e ricerca, dichiarandosi favorevole a una scelta che unisce ricerca di base e sviluppo tecnologico. Silvia Prodi (Misto-Mdp) ha sollecitato delucidazioni circa gli aspetti tecnici del progetto, che, a livello europeo, si connette ad altri di primario interesse ma dall’orizzonte temporale molto lungo. Infine, Igor Taruffi (Si) ha chiesto informazioni circa le ricadute occupazionali stimate a impianto realizzato.

L’assessore Costi ha risposto che Governo ed Enea dovrebbero scegliere entro la fine dell’anno il sito in cui costruire l’impianto. L’investimento è ampiamente sostenibile per le casse regionali e i fondi saranno reperiti nel capitolo per investimenti in ricerca e sviluppo, dato che la Giunta crede in modo convinto all’intervento pubblico a sostegno della ricerca di base.

I tecnici di Enea hanno evidenziato come il progetto del mini impianto Dtt sia interamente italiano e rappresenti un’opportunità per l’intera filiera produttiva del paese impegnata nel settore dell’energia. L’impianto non è nucleare ma a idrogeno e si prevede di utilizzare l’elevata energia termica prodotta per generare energia elettrica. A fine progetto, si prevedono un migliaio di occupati.

(Luca Govoni)

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