Fiera Bologna. M5s duro, anche Pd e sinistra “vigilano” su Milano. Calzolari in commissione conferma solo lo scorporo/ foto

Il presidente in un’ora e mezzo di audizione davanti ai consiglieri regionali conferma che sul capoluogo lombardo decide l’assemblea dei soci dell’expo. Piccinini (M5s): “Scenario nefasto, seduta straordinaria dell’Assemblea”. Ok da Alleva (AltraER), stop dem. Ln e Mdp chiedono lo studio sulle due società per eventi e patrimonio

25/06/2018 17:48

“L’obiettivo è costituire una holding, che controlli due società, una attiva nell’organizzazione degli eventi e la seconda nella gestione del patrimonio immobiliare”. Il presidente di BolognaFiere Gianpiero Calzolari, accompagnato dal direttore generale dell’expo Antonio Bruzzone ha tracciato in commissione Bilancio affari generali e istituzionali, presieduta da Andrea Bertani (in sostituzione di Massimiliano Pompignoli), in congiunta con la commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, il futuro della società, confermando l’opzione dello scorporo.

In un’audizione durata circa un’ora e mezzo, Calzolari ha riferito che la procedura terminerà entro pochi mesi, ribadendo che non ci saranno ripercussioni dal punto di vista occupazionale.

“Una proposta da valutare attentamente” per l’assessora alle Attività produttive, Palma Costi, che ha invece ribadito l’esigenza di approfondimenti da parte del pubblico sulla nuova organizzazione di BolognaFiere. Costi ha poi ripetuto quelli che sono gli obiettivi della Regione Emilia-Romagna: la nascita di un sistema fieristico unico regionale, il potenziamento del quartiere bolognese e la salvaguardia del livello occupazionale.

Sul futuro di BolognaFiere, Silvia Piccinini (M5s) ha parlato di “scenario nefasto”. Ha criticato la presidenza dell’ente fieristico per non avere affrontato in commissione il tema dell’alleanza con Milano. Per la consigliera, sempre sull’alleanza con la Lombardia, si tratterebbe “del primo passo nella direzione della svendita di BolognaFiere”. Un’operazione, ha chiosato, “portata avanti in un clima di assoluta opacità, nel silenzio della politica”. Bologna, ha quindi rimarcato la pentastellata, “diventerà la sorella povera di Milano”. Infine, sullo sviluppo del quartiere fieristico bolognese, ha parlato di “rischio speculazioni immobiliari”. Piccinini ha poi chiesto la convocazione di una seduta straordinaria dell’Assemblea legislativa per approfondire la questione.

Daniele Marchetti (Ln) ha chiesto di visionare lo studio commissionato da BolognaFiere sul progetto di scorporo della società.

Stefano Caliandro (Pd) ha apprezzato la relazione del presidente Calzolari, ribadendo come le scelte del cda rispetto a meri aspetti gestionali come lo scorporo debbano coniugarsi con l’obiettivo di realizzare un’unica holding fieristica in Emilia-Romagna, che “resta l’obiettivo della Regione”. Inoltre, nel rivendicare l’efficacia della legge regionale proprio per gli elementi di chiarezza in termini di funzioni e competenze tra cda e assemblea dei soci apportate in seno allo statuto di BolognaFiere, ha sottolineato la disponibilità del Pd alla richiesta del M5s di un confronto sullo scorporo e sul futuro della società da svolgere, però, contrariamente a quanto richiesto dai pentastellati, in commissione non in una seduta straordinaria dell’Assemblea legislativa. Caliandro ha comunque ribadito la “vigilanza” dei soci pubblici della Fiera, tra i quali appunto la Regione.

Igor Taruffi (Si) ha focalizzato l’attenzione sulla modifica statutaria che ha assegnato nuovi compiti a cda e assemblea dei soci, rilevando come lo scorporo votato dal cda si configuri come una sorta di nuovo piano industriale più che come una scelta di natura gestionale. La modifica statutaria – ha ribadito il capogruppo di Si – ha indebolito la capacità di controllo dei soci pubblici e l’operazione di scorporo lo conferma. Tutto questo – sempre secondo Taruffi – allontana dall’obiettivo della holding fieristica unica regionale. È quindi necessario – ha concluso – un confronto trasparente sulla scelta del cda affinché i soci pubblici possano intervenire in modo più incisivo nella gestione e nelle strategie di BolognaFiere.

Silvia Prodi (Misto-Mdp) ha evidenziato come il tema del collegamento tra la politica strategica della Regione e il governo di BolognaFiere sia divenuto cruciale dall’ingresso della Regione nella compagine societaria del polo fieristico bolognese, dettata dall’obiettivo di una gestione condivisa e “inscindibile” della fiera insieme con i partner privati. Per questo, ha chiesto ai vertici dell’expo di rendere pubblico lo studio di fattibilità sulla base del quale il cda ha deciso lo scorporo.

Piergiovanni Alleva (AltraER) ha richiamato la perdita della golden share da parte dei soci pubblici come una sorta di “peccato originale” a cui ascrivere quanto sta succedendo sullo scorporo, paventando un futuro “ancillare” della fiera di Bologna rispetto a quella di Milano. Si è quindi associato alla richiesta M5s di convocazione di una seduta straordinaria dell’Assemblea legislativa.

A conclusione del dibattito il presidente Calzolari ha risposto alle sollecitazioni di Piccinini sul tema dell’alleanza con Milano precisando che “l’argomento non è di responsabilità del consiglio d’amministrazione, se ne deve occupare casomai l’assemblea dei soci”. Il progetto della “holding regionale”? “Voglio sottolineare- ha detto riferendosi ad altri expo dell’Emilia-Romagna- che noi non abbiamo assunto nessuna decisione in contrasto con questo. Non abbiamo sentito Vicenza, né Verona né deciso nulla sulla nostra quotazione in borsa”. Il numero uno di via Michelino ha poi smentito progetti immobiliari speculativi. “Nessuna mira speculativa, gestiamo dei beni che appartengono alla comunità”. Sul nuovo quartiere fieristico, 140 milioni di investimenti per 40 mila metri quadrati, Calzolari ha riferito che “il primo lotto verrà inaugurato con il Cersaie”, in programma a settembre.

(Cristian Casali, Luca Govoni)

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