Commercio. Libero scambio Ue-Canada non convince anzi preoccupa opposizioni e Sinistra italiana

Informativa in commissione bilancio dell’assessore Caselli. Rainieri (Lega): “Nessuna politica di protezione dei nostri prodotti”; Bertani (M5s): “Avvantaggia i canadesi”; Torri (Si): “Economia scavalca politica e diritto”

21/03/2017 16:52

“Non sono convinto che il Ceta (l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Canada, ndr) ci tuteli, né che ci porti a essere più competitivi”. Fabio Rainieri, consigliere della Lega nord, non usa mezzi termini in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, per esprimere la propria preoccupazione sull’accordo di scambio economico che entrerà in vigore in via provvisoria dal prossimo primo aprile. Scetticismo e preoccupazione ribaditi durante l’informativa dell’assessore Simona Caselli. “L’accordo- ha rimarcato- serve più alle multinazionali. Anche se è stata inserita la clausola per combattere l’italian sounding i prodotti come il “parmesean” non verranno eliminati dagli scaffali. Non c’è nessuna politica di protezionismo nei confronti dei nostri prodotti. In futuro metteremo in campo azioni per vigilare su questo accordo”.

Anche Andrea Bertani, del Movimento 5 stelle, teme che con il Ceta “possa far entrare in Europa e quindi in Italia prodotti con ormoni vietati dalla legislatura europea e ogm. Non solo: l’accordo è più a vantaggio delle imprese canadesi. Vedo- ha spiegato- più aspetti negativi e una perdita netta per la nostra regione che ha nell’agricoltura e nell’allevamento dei settori di punta”. A fargli eco è stata la pentastellata Silvia Piccinini che ha ammonito la commissione spiegando che “dal trattato sarà difficile tornare indietro”. Altra voce critica è quella di Yuri Torri di Sinistra italiana: “L’accordo ha un difetto di fondo, cioè quello di mettere avanti al diritto e alla politica le questioni commerciali. Forse sarebbe più utile un ripensamento a favore di un altro tipo di sviluppo”.

Critiche cui Caselli ha ribattuto spiegando che “l’accordo non è ottimo ma è largamente meglio della situazione attuale che non prevede niente. La Ue ha tutto da guadagnare perché finalmente tuteliamo alcune delle nostre Dop e Igp. Per la precisione 12 e in generale in Italia 41 che corrispondono al 98 per cento delle esportazioni. Nel Ceta è stato inserita una norma per combattere l’italian sounding, le esportazioni di Parmigiano Reggiano quadruplicheranno e finalmente il prosciutto di Parma potrà essere esportato in Canada. Alcune parti non mi convincono ma l’alternativa è quella di non avere nessuna tutela”.

Per conoscere meglio il Ceta—->http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/ceta/index_it.htm

(Andrea Perini)

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