Regione. In commissione il punto sulla riforma dell’assetto istituzionale regionale

Confronto acceso sulla legge che ha portato al superamento delle Province. Critiche da M5s, Ln, Fdi e Misto-Mns. Il Pd difende la riforma

12/06/2018 18:25

Esaminata in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, la relazione amministrativa intermedia sullo stato di prima attuazione della legge regionale n. 13 del 2015 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro unioni”, il provvedimento legislativo che ha portato al riordino istituzionale e della governance territoriale in Emilia-Romagna attraverso il superamento delle Province, il rafforzamento delle Aree vaste, la semplificazione e la razionalizzazione delle funzioni amministrative.

Nella relazione – ha spiegato Emma Petitti, assessore al Riordino istituzionale – si dà conto di come il percorso di attuazione della legge regionale sia stato condizionato dall’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, che ha mantenuto in vita le Province quali enti obbligatori, rendendo ancora più decisivo trovare soluzioni, non solo di natura finanziaria, adeguate a garantirne il funzionamento. “Grazie alla riforma istituzionale regionale- ha commentato l’assessore- si sono create le condizioni per avanzare la richiesta di autonomia rafforzata, tema che, dopo l’accordo siglato con l’esecutivo Gentiloni, andrà ripreso alla luce degli orientamenti del nuovo governo e della nuova maggioranza leghista-pentastellata”.

In sede di dibattito, Silvia Piccinini e Andrea Bertani(M5s) hanno elencato le criticità della riforma istituzionale voluta dalla Giunta Bonaccini: dall’inquadramento del personale provinciale passato ad Arpae e in generale alla Regione alla gestione del demanio idrico, dei Centri per l’impiego e della Polizia provinciale. Bertani, in particolare, ha puntato il dito contro la mancata definizione delle Aree vaste da parte dell’esecutivo regionale, parlando di “geometrie variabili a seconda delle funzioni da gestire su scala extra provinciale” e liquidando la riforma in salsa emiliana come “una fuga in avanti sanzionata dal referendum costituzionale”.

Giancarlo Tagliaferri (Fdi) ha definito la riforma regionale “un errore di percorso dovuto alla fretta di dare corso alla legge Delrio e di anticipare gli assetti che si andavano delineando nella proposta di riforma Costituzionale del governo Renzi”. A oggi, infatti, ha evidenziato il capogruppo, gli ambiti territoriali di area vasta adeguati, cuore della riforma, che dovevano ridefinire le circoscrizioni provinciali, non sono ancora stati definiti e il sistema delle convenzioni inter istituzionali si è dimostrato un modo surrettizio per sottrarre alle Province funzioni fondamentali. “Il mio auspicio- ha concluso Tagliaferri- è duplice: da un lato che la Giunta voglia rivedere l’impianto della legge di riforma; dall’altro che il nuovo governo ridefinisca il ruolo delle Province e ne garantisca il pieno funzionamento”.

Michele Facci (Misto-Mns) ha criticato la legge Delrio, ritenendola “il peccato politico originale cui imputare lo scardinamento delle Province e le conseguenti pesanti ricadute sulle politiche e sui servizi di area vasta” e auspicandone un’imminente revisione.

Di “passo più lungo della gamba” ha parlato Daniele Marchetti (Ln), ricordando come le 4 Aree vaste sbandierate dal presidente Bonaccini, che dovevano prendere il posto delle 9 Province, nella realtà non siano mai nate e come “il superamento degli enti provinciali abbia causato più problemi di quanti ne abbia risolti”.

Per Paolo Calvano (Pd) la discussione sulla relazione rappresenta “un utile tagliando alla riforma istituzionale regionale”, il cui impianto e il cui funzionamento rappresentano “un punto di sperimentazione avanzato anche al cospetto del programma del nuovo governo, che contempla un rafforzamento dell’autonomia delle Regioni”. Intanto, ha proseguito il consigliere, la Regione potrà rafforzare le collaborazioni istituzionali fra Aree vaste, la cui efficacia, come dimostra la riforma della governance del settore turistico, è comprovata dai fatti e dai risultati.

In chiusura di dibattito il presidente Pompignoli ha dato pieno disponibilità a inserire al più presto nel calendario dei lavori della commissione la revisione della legge regionale di riforma dell’assetto istituzionale e del governo del territorio anche alla luce dell’attesa ricontestualizzazione da parte del nuovo Governo del tema del riordino territoriale e dell’autonomia regionale rafforzata.

(Luca Govoni)

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