Coop spurie. La proposta delle associazioni: “Bollino di merito alle imprese che operano nella legalità”

Audizioni di Cna, Cia, Confapi industria e Coldiretti. Il presidente Sabattini e il vice Bessi: “Uniamo le forze per arrivare a una soluzione”

28/06/2018 16:50

Contrastare il fenomeno delle false cooperative, che creano concorrenza sleale e danneggiano le imprese oneste. Farlo attraverso elenchi di merito e senza colpire il sistema degli appalti, elemento di eccellenza del mondo produttivo emiliano-romagnolo. Sono le richieste di Cna, Cia, Confapi industria e Coldiretti, ascoltate durante la Commissione di studio e ricerca sulle cooperative spurie o fittizie in rappresentanza dei settori dell’artigianato, della piccola-media industria e dell’agricoltura. “Abbiamo invitato le associazioni di categoria- ha spiegato il presidente della commissione Luca Sabattini– per sentire il loro punto di vista, capire come gli associati vengano toccati dalla presenza di false cooperative o false imprese e mettere a punto indicatori per riconoscere le coop spurie e combatterle”.

Concorrenza sleale e grandi rischi per i committenti che appaltano lavori. I rappresentanti delle imprese artigiane e delle piccole industrie evidenziano in questi due punti i danni più gravi innescati dal fenomeno delle finte cooperative. “La nostra è una regione manifatturiera- ha sottolineato Fabrizia Forni di Cna Emilia-Romagna– dove è determinante il concetto di filiera, caratterizzato da esternalizzazione e subappalto. Il nostro mondo produttivo, da decenni, ha fatto di questa divisione dei lavori un elemento di eccellenza. Questo rende ancora più grave il fenomeno delle cooperative spurie”. La rappresentante degli artigiani ha spiegato come i settori più colpiti siano quelli della logistica e della manutenzione e come sia necessario colpire l’illegalità senza danneggiare il sistema degli appalti. Sulla stessa linea anche Federico Avanzi di Confapi industria: “Da consulente del lavoro dico che, quando parliamo di coop spurie, dobbiamo studiare le esternalizzazioni. La piaga si può combattere conoscendo i rilievi giuridici, ora però il quadro giuridico va a penalizzare non le cooperative, ma i committenti”.

Somministrazione di manodopera a basso costo durante il periodo di raccolta. Per le associazioni di categoria dell’agricoltura le finte cooperative si farebbero avanti soprattutto offrendo manovalanza per lavori stagionali a prezzi inferiori a quelli di mercato e a condizioni al limite della legalità. “Il fenomeno delle coop spurie danneggia la reputazione del mondo cooperativo e crea concorrenza sleale, soprattutto riguardo l’assunzione della manodopera”, ha rimarcato Cristiano Fini di Cia Emilia-Romagna. Diverse imprese agricole hanno segnalato come ipotetiche coop fittizie, con personale per la maggior parte straniero, si siano offerte anche di eseguire tutte le pratiche burocratiche inerenti alla manodopera: “Abbiamo disincentivato l’agricoltore dal rivolgersi a questi soggetti, ma sono coop che è difficile identificare con chiarezza come spurie. Si occupano di vari settori, dal giardinaggio al facchinaggio, e questo è un campanello di allarme”. Oggi, per Alessandro Ghetti di Coldiretti, sarebbero molte le piccole imprese familiari che devono rivolgersi a contoterzisti per la raccolta: “Abbiamo consigliato ai nostri soci di tenersi lontani da certe forme di lavoro che offrono risparmio, perché il rischio poi ricade tutto sul committente. C’è una distorsione di mercato, che si divide tra le imprese che lavorano nella legalità e quelle che non lo fanno”. Riguardo alla recente legge sul caporalato il giudizio è unanime: “Andava fatta, ma ora c’è molto da migliorare”.

Contributi utili per analizzare il fenomeno e contrastarlo, secondo il vicepresidente della commissione Gianni Bessi (Pd), che ha sottolineato come “sia importante unire le forze” per portare a termine il lavoro nei prossimi mesi. Luca Sabattini ha portato l’attenzione sulla centralità di un sistema di valutazione della reputazione delle aziende e sulla necessità di stabilire parametri qualitativi: “Quali controlli le associazioni di rappresentanza fanno sugli associati? Possiamo condividere informazioni?”

Ghetti (Coldiretti) ha segnalato le difficoltà riscontrate nell’incrociare le banche dati, soprattutto tra pubblico e privato, ma ha rimarcato l’impegno dell’associazione nel persuadere i suoi iscritti a operare nel rispetto delle regole perché “la legalità è vantaggiosa per le aziende e per le associazioni di categoria a cui sono associate, non ci tireremo indietro”. Anche Fini (Cia) ha sottolineato l’importanza di un contatto diretto con gli associati per disincentivarli nel caso di situazioni pericolose. Le altre rappresentanze si sono dette favorevoli a sistemi di valutazione ed elenchi di merito. Avanzi (Confapi industria) ha proposto di sviluppare una commissione, dove chi voglia presentare volontariamente i propri contratti potrà ricevere un “bollino di merito”. D’accordo anche Forni (Cna): “Non si tratta di fare recensioni, come su Trip Advisor, non dobbiamo cogliere il grado di soddisfazione, ma valorizzare le aziende che fanno corsi sulla sicurezza, ad esempio, o che applicano un determinato contratto di lavoro. È importante che le informazioni utili possano essere fornite senza costi aggiuntivi e senza creare oneri burocratici a carico dell’impresa”.

(Giulia Paltrinieri e Margherita Giacchi)

« Torna all'archivio