Record Italia, ma amianto al bando dal 1992

L'Italia è stato uno dei maggiori produttori e utilizzatori mondiali di amianto. Per le sue caratteristiche di resistenza al calore, duttilità e basso costo, nel nostro Paese questo materiale è stato massicciamente impiegato nell’industria e nelle costruzioni: 3 milioni di tonnellate solo tra il 1984 e il 1988. Sul territorio nazionale si stima la presenza di 2,5 miliardi di metri quadrati di coperture in cemento amianto, pari a circa 32 milioni di tonnellate, e di molte tonnellate di amianto friabile, per un totale di 8 milioni di metri cubi (dati Cnr, 2005). La produzione nazionale di amianto grezzo nel 1970 supera quella degli Usa e nel 1976 raggiunge l'apice con 164.788 tonnellate (fonte: rapporto Renam, ottobre 2006).

L’amianto è stato messo al bando nel 1992, dalla legge 257, per accertata nocività, ma la cosiddetta “fibra killer” - utilizzata in molti comparti (tra i principali: edilizia, costruzione e riparazione rotabili, cantieri navali, industria alimentare) - ha continuato a mietere vittime, persone colpite da malattie che in alcuni casi, come il mesotelioma maligno, si manifestano in genere dopo trenta, quarant'anni dall'esposizione. Ecco perché gli epidemiologi dicono che il picco dei malati si raggiungerà presumibilmente nei prossimi cinque-dieci anni.

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